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Le manette le ferivano i polsi, che dovevano sostenere tutto il peso del suo corpo. Ritrovarsi così, appesa per le braccia aperte sopra la testa, la schiena appoggiata ad un muro sudicio e solo la sottoveste indosso la faceva sentire più vulnerabile e indifesa che mai.

La cella era buia, passava solo uno spicchio di luce lunare da una feritoia a pochi passi sopra la sua testa.

Senza sapere come, Regina si era ritrovata lì, quasi nuda, incapace di ribellarsi. Era bastato un gesto della mano della Strega, e un denso fumo scuro l'aveva avvolta, portandola nelle segrete del Castello Proibito.

Quanto sarebbe passato prima che la Strega la raggiungesse? Quanto, prima che si stancasse di parlare con lei e iniziasse ad agire?

La Strega era stata chiara, sia con le parole che con lo sguardo. Conosceva quello sguardo. Che fosse un uomo od una donna, suo marito o una strega, ad indirizzarglielo, era sempre lo stesso.

Poteva sopportarlo. Non sarebbe stato diverso. Non la spaventava. Niente la spaventava. Non aveva niente da perdere. La turbava solo non sapere cosa sarebbe successo. Odiava non avere il controllo, non poter reagire, non poter fare. Regina non poteva starsene lì a subire senza fare niente, senza ribellarsi. Un conto era un Re, che aveva un intero esercito al seguito, e un pugno pronto ad abbattersi su di lei, senza mai lasciare segni, un conto era quella donna. Una donna, come lei. Poteva batterla. O meglio, avrebbe potuto, se solo sua madre le avesse insegnato ad usare la magia.

Non che la magia di Cora fosse servita a molto contro le fiamme e gli artigli del drago.

Sua madre. Era morta per tentare di salvarla.

Le lacrime spinsero per uscire, ma lei le ricacciò indietro. Erano anni che non ne versava. Quella Strega non si sarebbe presa il merito di farla piangere.

Biancaneve raggiunse di corsa la camera matrimoniale, spalancandone la porta.

"James!" gridò, senza fiato.

"Biancaneve! Che succede?" chiese allarmato il principe, alzandosi subito dal letto. Indossava solo un paio di brache bianche, rivelando i muscoli scolpiti sotto la pelle chiara.

La principessa gli porse un foglio arrotolato, gli occhi pieni di lacrime.

"Emma." disse soltanto.

Il principe prese il messaggio con il cuore in gola, e lo lesse velocemente, ansioso. Sollevò quindi gli occhi sulla moglie.

"Starà bene." disse, la voce che tremava.

"Bene?! James, sta andando ad uccidere un drago!"

Lui la prese per le spalle, fissandola dritto negli occhi. "Neve, Emma è la spadaccina più abile di tutto il regno, di entrambi i regni. Se c'è qualcuno in grado di sconfiggere quella donna..."

"Ma Malefica è una strega, James! Emma non sa usare la magia, non può sconfiggerla! Per di più, Malefica sa benissimo chi è e la odia... non la lascerà uscire viva..."

"Biancaneve!" la interruppe James, scuotendola. "Nostra figlia se la caverà. Devi avere fiducia in lei!"

"Ma..."

"Niente ma! Emma è una guerriera, sa quello che fa. E i suoi uomini le sono fedeli, la seguirebbero all'inferno. La proteggeranno a costo della vita."

Biancaneve annuì a suo marito, che le sorrise, soddisfatto.

Si accamparono a sud di un grande albero cavo. Non accesero alcun fuoco, per non rischiare di essere scoperti dagli schiavi della strega o dai briganti, quindi la loro unica fonte di calore contro la notte gelida erano loro stessi. Si rannicchiarono gli uni contro gli altri, qualcuno approfittò del calore dei cavalli, qualcuno si ricoprì il corpo di foglie secche, ma nessuno di loro osò togliersi l'armatura. La Foresta Infinita era un luogo pericoloso già da prima che la Strega la riempisse dei suoi infernali famigli.

Emma, riscaldata da un lato da Matthew e dall'altro da Lucas, lanciò un ultimo sguardo a Phil e Walter, i due uomini di guardia, prima di chiudere gli occhi. Spostò appena la mano, il legno dell'elsa accarezzato dalle dita fredde. Il sorriso di Regina bruciava nella sua mente e sulle palpebre, inevitabilmente accompagnato dalla sua insopportabile assenza, e dalle altrettanto insopportabili ipotesi riguardo al suo destino. Era ancora viva? Era ferita? Cosa le stava facendo la Strega? Strinse la presa sul levigato legno di quercia all'accenno di quel pensiero. L'avrebbe uccisa, che avesse ferito Regina o no. Nessuno poteva pensare di poterla rapire e restare vivo.

Uno schiocco le fece aprire di scatto gli occhi. Vide Walter sparire in un fruscio tra gli alberi.

Emma scattò in piedi, spada alla mano.

"Ci attaccano!" urlò, svegliando i suoi uomini.

L'orco spaccò a metà un abete e abbatté l'enorme piede sul terreno, facendo imbizzarrire i cavalli. I loro nitriti disperati fecero voltare la testa calva e ributtante verso di loro. Il generale ebbe tutto il tempo di prendere la mira e lanciare la spada contro la bestia mentre quello spazzava via i suoi uomini con il tronco. Lucas, apparso accanto a lei, prese a sbattere furiosamente la spada contro lo scudo di metallo. Percependo il suono, l'orco fece per voltarsi, cosicché la spada si conficcò precisamente nel petto del mostro, colpendolo al cuore. Con un tonfo che fece tremare il terreno, l'orco si abbatté terra. Emma allargò leggermente le gambe, piantando i piedi a terra, per non cadere.

Kurt si lanciò sul corpo, e riemerse dopo pochi istanti dalle pesanti membra sollevando trionfante la spada del generale, un gran sorriso sulle labbra. Emma ebbe appena il tempo di sorridergli di rimando prima che un'ombra lo trascinasse urlante tra le fitte fronde scurite dalla notte.

"Kurt!" gridò il generale, sentendo la disperazione crescere dentro di sé. La foresta non rispose.

Alexander affiancò lei e Lucas mentre il generale sfoderava il pugnale donatole da sua madre, seguito immediatamente da Matthew. Si disposero a cerchio, dandosi le spalle a vicenda, senza che vi fosse bisogno di scambiarsi neanche un cenno.

"Phil?" chiese Emma tentando di controllare il tremito della sua voce.

"È sparito." rispose tra i denti Alexander, gelandole il sangue nelle vene.

C'era qualcosa di terrificante nel silenzio assoluto che li avvolgeva, e che aveva preceduto l'arrivo dell'orco e dell'altra creatura.

Gli orchi non sono silenziosi, tutt'altro: con la loro mole, camminando schiacciano e spezzano qualsiasi cosa capiti sotto i loro piedi. Era impossibile quindi che cinquanta guerrieri addestrati, veterani, non si fossero accorti del suo arrivo. No, quella era sicuramente opera della Strega. Con la sua magia aveva portato l'orco da loro perché li trucidasse, e la creatura perché finisse i superstiti, probabilmente.

Forse non aveva considerato il loro valore, però.

O almeno così sperava Emma.

Un suono stridulo, simile ad un grido di donna, risuonò tra gli alberi neri. Emma strinse la presa sul pugnale, il vecchio e consunto legno scurito dall'uso a contatto con la pelle nuda della mano. I suoi guanti d'arme giacevano a terra, da qualche parte vicino all'abete sotto al quale appena qualche minuto prima stava dormendo. Fu proprio da dietro a quell'abete che l'ossuta figura nera comparve.

Gli occhi piccoli e scuri erano fissi su di lei, il viso privo di bocca, triangolare, oblungo e schiacciato si muoveva a piccoli scatti, come captando migliaia di suoni al secondo. Le braccia lunghe, esili ma nervose, erano abbandonate lungo i fianchi ossuti. Le ossa del bacino sporgevano aguzze dai fianchi, dando alla figura nuda un'apparenza di fragilità. Ma quella creatura non era fragile, anzi. Quella macchia scura che si era portata via Kurt, e probabilmente anche Phil, era tutto meno che indifesa. Emma aggiustò la presa sul pugnale, spostando il peso sulla punta del piede destro, i muscoli tesi e pronti a scattare.

"Principessa Emma."

La voce inaspettata la fece letteralmente sobbalzare. Veniva da dietro di lei. Ed era una voce di donna. Emma si spostò di lato lanciando un'occhiata veloce alle sue spalle, senza perdere di vista la creatura. I suoi uomini erano immobili, congelati dalla magia. Dietro di loro, la Strega sorrideva maligna.

Tutti amano ReginaМесто, где живут истории. Откройте их для себя