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La settimana di sciopero è finita e quindi mi tocca tornare a scuola.

Come vorrei che la vita fosse una vacanza, potrei svegliarmi quando mi pare e fare sempre ciò che voglio.

Prendo dei pantaloncini neri a vita alta e una magliettina striminzita del medesimo colore, acchiappo anche l'intimo e con poca voglia vado verso il bagno.

Mi lavo velocemente senza bagnare i capelli e una volta finiti indosso i miei indumenti con movimenti impacciati, la doccia non mi è stata d'aiuto nel svegliarmi.

Torno nella mia stanza, piastro i miei lunghi capelli castani e colorati di viola, Rosa nella parte sotto. Applico un po' di matita e mascara sui occhi e sono praticamente pronta.

Afferro il mio zaino da sopra il letto ancora tutto disfatto, non mi fa di metterlo apposto.

Non ho mai capito il senso di dover rifare il letto se poi la sera ci ritorni e lo disfi.

Scendo dalle scale con una lentezza assurda. Oggi proprio non riesco a svegliarmi, sto in coma. Una volta arrivata in fondo alla rampa di scale trovo ad accogliermi un sorriso meraviglioso, un sorriso che fa fare i salti mortali al mio zoo.

"Buongiorno" si avvicina lentamente a me e posa la sue morbide labbra sulle mie.

Lo spingo subito in dietro quando realizzo che siamo in soggiorno.

"Ma sei impazzito?" Cerco di dire a bassa voce. Non voglio che i suoi genitori sappiamo di noi.

"Tranquilla, papà è uscito per andare al lavoro e mamma è dovuta uscire prima perché doveva andare dal dentista" spiega tenendo il suo dolce e bellissimo sorriso stampato sulle labbra.

"Beh allora se la mettiamo così... Baciami ancora" faccio un sorriso malizioso e lui ubbidisce.

Il bacio diventa subito intenso e io mi sento in paradiso, se potessi resterei così per tutta la vita.

"Andiamo o arriveremo in ritardo" sussurro staccandomi con malavoglia dalla sue labbra.

Lui annuisce così usciamo di casa.
Chiudo la porta a chiave e mano nella mano andiamo verso la macchina nera di Cameron.

"Oggi parleremo con i nostri amici di quello che è successo in Svizzera?" Chiede tenendo lo sguardo sulla strada.

"Ma non lo sanno già?"

"Si, ma magari se ne parliamo bene riescono ha darci dei consigli perché io non sto ancora completamente in chiaro" dice con tono profondo.

"Si, possiamo discuterne e poi vedremo il da farsi"

Odio questa situazione, per un paio di giorni ero quasi riuscita ha non pensare ha questa storia che mi fa terribilmente male. Io ancora non riesco a crederci che hanno ucciso i miei veri genitori e che dal tredici giugno la mia vita diventerà in pericolo se loro saranno ancora a piede libero. Dovremmo denunciarli alla polizia, ma non è evidente, io me la faccio addosso ho paura di tutto quello che sta accadendo.

"Eccoci arrivati madame" la mia portiera si spalanca e Cameron mi porge la mano per uscire.

Mi ero persa un momento nei miei pensieri che nemmeno mi sono resa conto d'essere arrivata a scuola.

Accetto la mano di Cameron ed esco dalla macchina.

"Ho una domanda, ma se Clara e Yason andranno in prigione io come farò per la scuola l'hanno prossimo?"

"Non lo so, ci penseremo quando la faccenda dei miei genitori sarà sistemata"

La sua mano è salda alla mia e stiamo camminando in mezzo al cortile della gente con tutti gli occhi puntati addosso.

Remains to me || #wattys2017Where stories live. Discover now