QUATTRO

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Siamo qui da qualche ora ed io comincio ad aver caldo, mi manca l'aria.
Il ragazzo a terra ancora non si é mosso ed io sono preoccupata per la nostra fine. Chissá se é morto.
Oddio mio speriamo di no...
Mi sono rannicchiata in un angolo e se non é frutto della mia immaginazione intravedo una finestrella oscurata da qualcosa. Non capisco cosa.

Mi avvicino gattonando al corpo del ragazzo. Lo tocco e noto che non é freddo, tiro un sospiro di solievo.
Però devo ancora capire come uscire da qui.
Mi guardo intorno e presto molta attenzione alla porta.
«Oi...»
Mi giro di scatto e lo vedo finalmente sveglio. Mi avvicino lentamente e gli accarezzo la testa preoccupata.
«Hey...sta-stai bene?»
Lui apre ancora di piú gli occhi.
«Oh, ma allora non sei tanto Stronza, te ne frega qualcosa delle persone.»
Gli stringo i capelli e gli sbatto la testa sul pavimento, offesa dall'affermazione.
«Vedo che stai bene, dopotutto.»
Dico mentre lui si lamenta della botta data, premendo con le mani sulla nuca.

Prova ad alzarsi ma noto che non muove la gamba.
«Vuoi una...mano?»
Mi alzo e gli tendo la mano destra, lui sembra non accettare il mio aiuto ma poi si fa tirare su.

«Come usciamo?»
Lui mi guarda pensieroso per poi rispondermi che non lo sa.
Risposta scontata...ma non posso pretendere nulla da lui.
Mi guardo intorno.
É davvero buio, non riesco a vedere bene le cose che mi circondano. Non riesco a capire quanto sia grande la stanza o cosa ci sia all'interno.
«Non vedo niente»
«Usa la torcia del telefono»
Giusto!!! Accendo il cellulare e in seguito la torcia, vedo solo una montagna di scatoloni a pochi passi da me ma, purtroppo, il mio piccolo amico decide di abbandonarmi e si spegne.
«Accidenti!!!»
Sbatto il telefono sulla mano sperando che si riaccenda, come per magia.
Noto dal rumore che il ragazzo si avvicina a me e mi tocca la spalla.
«Okay, io non ho il telefono...»
Sto per urlare disperata quando mi viene in mente una cosa.

«Scusa, come ti chiami?»
Lui scoppia in una rigorosa risata è mi batte la mano sulla spalla più volte.
«Cioè, ora me lo chiedi?»
«Heam...si»
«Allora facciamo un patto, dopo che siamo usciti di qui ti offro una pizza e ti dico il mio nome.»
«...Okay...»
Sono ancora confusa, perché si é messo a ridere? É stupido?

Sento che sta frugando nello zaino e tira fuori non lo so. Vedo una luce.
Mi giro di scatto e vedo che sta fumando, ora riconosco i contorni. Si é acceso la sigaretta con un fiammifero.
Gli esce del sangue dalla testa, sta fumando e ha illuminato un po' di più la stanza.
Una piccola stanzetta lurida, al mio fianco si trova quella pila di scatoloni ma non vedo altro. Forse dietro gli scatoloni c'é una finestra. La sigaretta sta finendo.

«No!»
Lui ha un espressione preoccupata.
«Hai un altro fiammifero?»
«No, era l'ultimo»
Gli batto le mani sul petto, probabilmente gli faccio anche male.
«Hai un altra sigaretta?»
«Si»
Mette la mano nello zaino, lentamente.
«Veloce, sta finendo.»
Vedo che me la porge ed io mi attacco alla sua accendendola.
Tiro un altro sospiro di solievo.
«Tu fumi?»
Io lo guardo stranita.
«Tu avevi qualcosa con cui far luce?»
«Giusto...»
Faccio un piccolo tiro e mi avvicino agli scatoloni.
Decido di arrampicarmi.
«Dove vai? Sei pazza!»
«Si, sono una pazza affamata di pizza. Voglio uscire, non si respira qui dentro.»
Mi aggrappo agli scatoloni ma ad un certo punto cado e molti cartoni mi seguono.
«Aaah»

Mi alzo di scatto, ho la sigaretta in bocca ma questa si é spenta.
«Tu mi vuoi proprio uccidere oggi!»
Sento la voce del tizio e noto che gli sono caduta sopra.
«Oh...scusa»
Riesco a vederlo bene, quindi c'é davvero una finestra.
Ha gli occhi chiusi e le mani lungo i fianchi, solo ora noto la bocca carnosa socchiusa.
Resto qualche secondo a fissarlo, poi apre gli occhi.
Quel profondo nocciola é bellissimo.
«Cosa?»
Spalanco gli occhi e mi metto a ridere.
«Ce l'ho fatta!!»
«A fare cosa?»

Mi giro e...bingo.
C'é una finestra in alto, molto piccola devo dire. Da questa esce una luce rossastra, tramonto...oddio!!!
«Da quante ore siamo chiusi qui dentro?»
«Da un bel po' evidentemente»

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