UNO

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«Ti vuoi muovere?»
«Arrivo, prendi un calmante.»
Prendo le chiavi della macchina e quelle di casa, chiudo a chiave la porta e ruzzolo giù dalle scale per via dell'enorme valigione che mi stavo portando a presso.

«Smettila di fare la stupida e alzati!»
Alzo la testa verso Samantha e le faccio un piccolo sorriso.
«Grazie per l'aiuto, sei un' amica.»
«Sbrigati e sali in auto.»
Mi alzo velocemente e metto la valigia nel portabagagli, entro in auto e metto in moto. Mi arriva un messaggio e prima di partire accendo il telefono. Ignoro completamente il messaggio e guardo l'orario. Un rosso acceso si presenta sulle punte delle mie orecchie e la mia gola brucia di rabbia.
«Samantha...»
Giro lentamente la testa verso il posto del passeggero accanto a me.
«Che c'é ancora?»
«BRUTTA RINCOGLIONITA, MANCANO DUE ORE PER L'APPUNTAMENTO!»

La mia "amica" guarda il telefono che ho in mano e con fare imbarazzato mi chiede scusa.
«Beh, partiamo e...ti offro la colazione. Ci stai?»

Mi rassegno e parto, arriviamo davanti al bar, scendiamo ed entriamo.
Mentre la ragazza di colore con la quale litigo ogni cinque minuti su cinque ordina, io mi guardo intorno. É un bar terribile. Sembra l'alterego del mec Donald' s, tavolini in plastica con panche di legno e finestrini che mostrano il "paesaggio", niente meno che il parcheggio.
«Oi oi, prendo anche un pacchetto di sigarette!»
Samantha si gira verso di me con uno scatto, lo stesso fa la ragazza alla cassa..
«Ma tu non fumi, credo.»
«È quindi? Perché non provare?»
La guardo sarcastica.

«Okay, dammi delle camel gialle.»
Si gira verso la cassiera.
«Grazie!»
Le do un bacio sulla guancia e mi vado a sedere. In questo bar non c'é nessuno, é deprimente...
Mi giro verso un tavolino completamente all'ombra e mi ci siedo spensierata. Mi giro verso la finestra e noto accanto a me un ragazzo con felpa nera ed auricolari. Non lo avevo notato prima!!

Mi alzo di scatto ed indietreggio.
«Oddio scusa, non ti ho visto.»
«Bene continua a non considerarmi e vattene.»
Ha una voce roca ed io sarcasticamente indietreggio spingendo l'aria davanti a me con le mani.
«Calma ragazzi. Cammina, calmetta e calmuccia.»
Continua a canticchiare mentre mi avvicino a Samantha, seduta al bancone.

«Che bella cittá tutti sorridenti e felici!»
La guardo con una faccia da fessa.
«Hai detto tu "voglio andare via di qui, farmi una vita eccetera eccetera eccetera"»
Fa una voce acuta e mima con le mani la mia battuta.
«Mi dai le sigarette?»
«Tieni drogata.»
Mi pone il pacchetto ed io lo prendo, dopo guardo sul bancone e prendo da una pila un accendino.
«Signorina, lo deve pagare quello.»
La cameriera mi urla ed io ribatti con lo stesso tono.
«La mia amica é ricca, chieda a lei.»

Esco e tiró fuori una sigaretta, la accendo e comincio a tirare. Me lo immaginavo peggio, alla fine é una bella sensazione. Ti senti al massimo e ora capisco cosa si intende per lo "sballo".Mi guardo intorno e vedo quel ragazzo emo uscire dal bar. Cavolo se è depresso.
Si avvicina pian piano a me.
«Me ne dai una?»
Indica il pacchetto ed io abbasso la testa per poi alzata di scatto.
«No.»
«Vaffanculo!»
Ma che ca... Aspetta ho capito male.
«Cosa scusa?»
«Mi hai sentito deficiente.»
Okay ho capito bene.
Mi alzo di scatto facendo cadere pacchetto ed accendino e gli inveisco contro.
«Ripetilo!»
«VAFFANCULO!»
«E TU VAFFANCULO DUE VOLTE!!»
«VAFFANCULO TRE VOLTE DEFICIENTE!»
«LI MORTACCI TUA E DE CHI T'HA CREATO»

«STUPIDA RAGAZZINA CHE NON SEI ALTRO. CHE TI URLI IN MEZZO ALLA STRADA EH?! MANNAGGIA A ME CHE TI HO AIUTATA E CHE SO SEMPRE STATA CON TE, A CASA DOVEVI STARE. FACEVI MENO DANNO!»
Okay, si questa é la mia amica e...credo sia arrabbiata.
Io ed il depresso ci giriamo entrambi e la guardiamo sbalorditi. Ha in mano un caffè da portar via e le treccine le coprono un po' del volto.
«Ha cominciato lui/lei»
Diciamo noi contemporaneamente.

Questa é la mia situazione attuale, mi sto cagando sotto e nel frattempo le mie dita prendono fuoco.

«Oh cavolo»
Impreco buttando il mozzicone a terra. La faccia tesa di Samantha si rilassa e con la mano libera si massaggia la tempia.
«Cosa é successo durante la mia assenza?»
Chiede tenendo gli occhi chiusi.
Pian piano, a battuta alternata le spieghiamo cosa é successo.
«Taylor...sei sempre stata una emerita idiota e tu Michael, potevi evit-»
«TU LO CONOSCI??»

Lei fa nuovamente una faccia imbarazzata.
«Sai, é lui l'appuntamento...te lo dovevo dire prima credo.»
«Credo di sì.»
«Io me ne vado magari, continuate pure.»
Lo afferrò dalla manica della felpa e lo tiro.
«No, tu resti qua.»
Lo guardo con aria incattivita.
«Mi vorresti dire che io devo vivere con questo coso depresso?»
Mi giro verso Samantha.
«Si.»

Allora bella gente, okay. All'inizio non doveva essere COSÍ il primo capitolo però c'ho la memoria corta. Probabilmente pubblicheró ogni morte di papa...o magari no.
Certo, se ci sono tanti like e commenti questo potrebbe alimentare la mia fantasia e magari potrei pubblicare una fresca infornata di capitoli...[É una cosa impossibile]. Mettete i like se vi é piaciuta la storia, in caso contrario non fate niente
Comunque voglio fare in modo che sia una bella storia. Dato che mi annoio facilmente.
*Mi raccomando le stelline e le nuvolette*























































<<vi chiedo gentilmente di non rivolgere la testa verso il cielo dopo aver letto l'ultima frase.>>

Amantedellanutella
MartinaBattistelliona un utente

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