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"Perì l'inganno estremo,

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"Perì l'inganno estremo,

Ch'eterno io mi credei"

Giacomo Leopardi

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Valerio fissò lo sguardo fuori dalla finestra.

La sera era calata da poco: in alto una falce di luna, in basso le luci circolari dei lampioni. I rumori della strada giungevano attutiti nella stanza, così che l'ambiente sembrava pervaso da una certa calma. Valerio notò allora un brandello di foglio abbandonato sulla scrivania e, vicino ad esso, una penna.

Si sedette, spostò alcuni libri e cominciò a scrivere:

"Ti avrei portato con me su quel colle in una giornata limpida: da lì, senza forzare lo sguardo, avresti visto protendersi tutta la pianura e forse, all'orizzonte, il mare. Ti avrei indicato il panorama e tu, magari, avresti sorriso, mentre il cielo senza nuvole si sarebbe riflesso nei tuoi occhi.

Oppure ti avrei portato nel parco di quella grande villa: avremmo corso sui viottoli smuovendo appena la ghiaia e ci saremmo poi fermati all'ombra di alberi frondosi; avremmo visto le vecchie statue punteggiate dal muschio, ascoltato il tenue gorgoglio delle fontane e tu ti saresti specchiata nell'acqua del laghetto, sorridendo alla tua immagine che d'un tratto sarebbe emersa; saremmo entrati da due punti diversi nel labirinto di siepi, sperando di giungere insieme al suo centro; avremmo osservato i fiori del prato ondeggiare sugli steli e poi, vicino alla statua di una ninfa, avremmo guardato il sole declinare lentamente, gettando una luce rossastra sull'antico edificio.

Già mi immaginavo tutto questo, già pensavo ad altri luoghi dove trascorrere insieme il tempo.

Ora so, però, che di sogni si trattava: più lucidi e definiti dei sogni notturni, ma pur sempre sogni: non ci sarà nessun colle da salire adagio e nessun giardino rigoglioso da ammirare.

Tu hai deciso diversamente. Quasi con fretta e senza lasciare possibilità di ripensamento. Così le illusioni si sono rivelate per ciò che erano: bolle di sapone piene di luce che quasi subito si dissolvono nell'aria. In quei giorni tutto pareva avvolto in un'atmosfera surreale: troppo bello e troppo insolito per essere vero. E, probabilmente, vero non era.

Non so con precisione come sia andata. La tua spiegazione è stata sommaria. Evidentemente, volevi tagliare presto i ponti con il passato. Un passato molto breve, ma non per questo facile da dimenticare..."

Ti avrei portato con me [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora