IV

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Continuò:

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Continuò:

"...Ci sono domande che martellano le tempie. Mi ricorderai? In che andito della memoria terrai questi ricordi? Saranno ricordi o frammenti opalescenti, persi nel gran mare del pensiero? Interrogativi si palesano e fluttuano irrisolti. La risposta non sarà concessa. Interrogarsi è inutile. Lascio piuttosto libera l'immaginazione che apre spazi interminati.

Ti avrei portato in quella piazza dall'aspetto insolito. Al suo centro un canale racchiude una piccola isola. Oasi di pace, in mezzo alla vita che scorre tumultuosa. Lì il sole stilla fra le fronde degli alberi e abbaglia il prato, che risponde caricandosi d'un verde più intenso. Statue solitarie, vestigia di un passato eterno, cingono l'isola. Specchiano nel canale la loro figura calma e maestosa. L'acqua liberata da una fontana attenua con il suo suono ogni altro rumore. Non si sente il ronzio delle automobili che pure corrono poco lontano. Al più ascolti le strida di qualche rondine o la voce delicata di una ragazza che, distesa sull'erba, parla a un'amica. Non c'è un silenzio assoluto che spaventa. E' un silenzio etereo, che mirabilmente si armonizza con tali piccoli suoni.

C'è un volto che mi sembra essere ovunque. Appare su un muro bianco e spoglio. Emerge su una vetrata che gioca con il crepuscolo. Si rivela sul lucido metallo. Può essere che immaginare non serva a nulla. Ma continuerò a farlo. Per molto tempo. Se anche il corpo è fermo, lo spirito può trovarsi in cento luoghi diversi. L'ubiquità non appartiene solo agli dèi. E' anche del sognatore che si astrae per lunghi attimi dalla realtà. Certo, pochi lo sanno comprendere. Gesti e voci taglienti infrangono inesorabili i luccicanti idilli della mente. Per chiedere «Sei tra noi?». Non lo sono. Sono altrove. Attraverso mille visioni, che si scompongono come luce in un prisma di vetro. In mille sogni, che nascono senza dover chiudere gli occhi. Per tentare di ricomporre ciò che è stato spezzato. Lasciatemi lì, allora. Non chiedetemi di stare tra voi. In momenti come questi si sta bene solo con se stessi. Come ha scritto quel poeta:

Ci siamo troppo attardati nelle camere degli abissi

Con le fanciulle del mare incoronate d'alghe rosse e brune

Finché le voci umane ci svegliano, e anneghiamo..."


Ti avrei portato con me [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora