IX

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A quel punto, Valerio non poté fare a meno di guardarsi intorno. Eccola, la sua stanza. I libri la invadevano. Gli scaffali traboccavano e li contenevano a stento. Alcuni erano disposti ordinatamente. Altri invece erano impilati l'uno sull'altro, a formare torri traballanti e polverose. Qualche volume giaceva sul pavimento. Dalle copertine sporgevano fogli coperti con l'inchiostro di mille annotazioni.

In mezzo a tale quantità di carta stampata, c'era lui stesso. Da quelle pagine aveva tratto per anni la sua linfa vitale. Se ne era abbeverato. Come acqua zampillante da una fonte incontaminata. Raramente aveva desiderato altro. Certamente non poteva sperare di guadagnare fascino, con un carattere forgiato in quel modo. E nemmeno, probabilmente, di ottenere l'affetto di qualcuno. Per quello erano necessarie altre doti che non presumeva di possedere. Si trovava a suo agio più fra i libri che fra le persone. Non ne faceva mistero. E questo era singolare: soprattutto alla sua età.

In quella biblioteca, però, a fatica si sarebbe trovato qualcosa di vagamente sentimentale. Testi di storia, filosofia. Con copertine dall'aspetto austero e dalla tonalità fredda. Nulla di rosa, né di rosso. Forse era lì che doveva fare ritorno. Ai suoi maestri. Coloro che gli avevano insegnato a rimanere saldo di fronte ad ogni calamità della vita. A non lasciarsi turbare, imparando la forza metallica della rinuncia. A resistere come gli scogli che il mare flagella dall'alba del mondo. Per trovare un oceano di quiete anche nella peggiore burrasca. Sulla scrivania stava un tomo voluminoso, sepolto da altri libri. Non lo apriva da troppo tempo. Lo fece invece in quel momento. Il solo fruscio delle pagine infondeva tranquillità. Un mozzicone di matita, inserito come segnalibro, attirò la sua attenzione su una certa pagina. Lesse:

Se vedi un uomo impavido di fronte ai pericoli, libero dalle passioni, felice fra le avversità, sereno in mezzo alle tempeste, che guarda gli uomini dall'alto e gli dèi da pari a pari, non sarai preso da un senso di venerazione per lui? Una forza divina vi è discesa: una potenza celeste vivifica la sua anima eccellente, che considera tutte le cose al di sotto di sé e passa oltre, che ride di tutto ciò che noi temiamo e bramiamo...

Richiuse il libro all'istante. Ne uscì un rumore secco, che contrastava nettamente con il fruscio di prima. Valerio si chiese chi fosse lui veramente. Non gli pareva di saperlo. Un saggio? Un sognatore smarrito in visioni dolci e nebulose? Un poeta? Tutti questi. O forse, nessuno di essi. Magari era solo un giullare. Con indosso un vestito a bande colorate. Con un ridicolo copricapo tintinnante di campanelli. Scosse la testa, per allontanare quelle elucubrazioni velate d'insensatezza.

Ammassò allora tutti i fogli sui quali aveva scritto. Prese con sé questi e la penna. Spense la luce, sentendosi ristorare dall'oscurità. Poi, mise in tasca accendino e sigarette. Si diresse a tentoni verso la porta di casa. Senza premurarsi di chiuderla, uscì nella notte solitaria.

Ti avrei portato con me [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora