32. Piscina

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Punto di vista di Harry.

"Tutto bene?".

Non appena parlai la ragazza al mio fianco alzò gli occhi su di me ed io sentii quasi una stretta al petto notando che sul suo volto non c'era più alcuna traccia del luminoso sorriso che le aveva adornato il volto fino ad alcuni minuti prima. Il suo sguardo vagò fino ad incontrare il mio e, sebbene all'apparenza potesse sembrare tutto okay, qualcosa nel retro della mia testa mi suggeriva che non era così. Il suo corpo improvvisamente più rigido e il suo viso quasi teso mi davano la conferma dei miei timori, i quali erano nati nel momento esatto in cui il suo telefono aveva cominciato a squillare. C'era qualcosa nell'aria intorno a lei che mi spingeva a ricercare una risposta nei suoi occhi chiari ancora prima di trovarla nella sua voce, eppure sentivo che qualcosa in lei non me lo avrebbe davvero permesso.

"Si, tutto okay" rispose con un sorriso, il quale però non era neanche lontanamente paragonabile a tutti gli altri che le avevo visto addosso più volte. Io la guardai per un secondo forse di troppo, infatti non appena annuii debolmente vidi le sue sopracciglia sollevarsi, senza però che aggiungesse dell'altro.

Cercai di nascondere quella punta di delusione nata in me in seguito al suo silenzio e, con un sospiro, appoggiai la mano sulla sua gamba lasciata scoperta dai jeans corti che indossava, stringendo poi la pelle calda tra le mie dita. A quel contatto Kim quasi sobbalzò, probabilmente per colpa degli anelli freddi in contrasto con il calore del suo corpo, e di fronte a questa sua reazione non riuscii a reprimere un lieve sorriso che in automatico curvò le mie labbra. Lei appoggiò la sua mano sopra la mia e intrecciò le nostre dita, le quali si incastrarono perfettamente tra di loro come se fossero state fatte apposta stringersi. Adoravo il modo in cui i nostri corpi reagivano l'un l'altro, quasi come se una invisibile ma forte connessione fosse in grado di parlare al nostro posto in una maniera che noi stessi non eravamo realmente in grado di comprendere. Con la coda dell'occhio vidi un dolce sorriso prendere forma sulle sue labbra e, nonostante la mia mente rimase incollata a quel suo sguardo improvvisamente quasi timoroso e vuoto, mi sforzai di lasciare che la sua sola presenza migliorasse le mie giornate come solo lei sapeva fare.

"Che vi va di fare prima della partenza?" chiesi Liam quando optammo per sistemarci sul divano. Kim era seduta al mio fianco e la sua schiena era adagiata contro il petto, mentre le mie mani si trovano intrecciate sul suo stomaco ancora prima che potessi davvero accorgermene.

"Piscina?" propose Niall stiracchiandosi alla nostra destra.

"Per me va bene" ammise Louis, il quale in questi giorni non aveva fatto altro che lamentarsi del fatto che ci eravamo sempre andati quando lui era impegnato ad incidere qualcosa nel tour bus.

"Ti va?" chiesi in un sussurro a Kim accarezzandole il fianco al di sotto della maglia che portava. La bionda si voltò quanto bastava per incrociare il mio sguardo e non appena la vidi annuire entusiasta, sorrisi e strinsi la presa sulla sua pelle, facendola ridacchiare.

Trovandoci tutti d'accordo, ci demmo appuntamento nel pianerottolo davanti all'ascensore tra un'ora, così da avere tempo per rilassarci un po' e sistemarci. Ci misi più del dovuto a convincere Kim a spostare definitivamente tutte le sue cose dalla sua camera, che fino a quel momento era rimasta un semplice deposito per le sue valigie, alla mia, però alla fine facendo leva sul fatto che quella sera saremmo dovuti partire e che quindi sarebbe stato più comodo in quel modo ci riuscii. Mi guardò male quando, con un sorriso soddisfatto, trascinai il suo bagaglio a mano fino alla mia suite, non riuscendo però a rimanere serio quando la vidi alzare gli occhi con fare teatrale.

Quel breve arco di tempo lo passammo in tranquillità: io mi distesi sul letto con l'intendo di recuperare un po' di energie, mentre Kim si posizionò in orizzontale con la testa sul mio stomaco e le gambe piegate per appoggiarci sopra un libro da leggere. Chiudendo gli occhi mi ritrovai ad accarezzarle i capelli soffici, mentre l'unico rumore presente nella stanza era generato dallo sfogliare delle pagine alle quali bionda prestava un'estrema attenzione. Sebbene il mio intento iniziale fu quello di riposare, passai tutta l'ora ad osservala indisturbato mentre faceva scorrere gli occhi da una facciata all'altra, oppure quando corrugava leggermente le labbra nei momenti in cui la storia si faceva più interessante. Non avrei mai pensato che ammirare qualcuno immerso nella lettura di un libro fosse così bello, ma nonostante questo la pace che fu in grado di trasmettermi fu talmente tanta che avrei potuto farci l'abitudine. Adoravo quasi analizzare tutti questi piccoli particolari di lei ai quali probabilmente altri non avrebbero neanche mai fatto caso, per il semplice fatto che una parte di me si sentiva quasi spinta a memorizzarli per racchiuderli in quel posto del mio cuore che ormai portava le sue iniziali.

Lost In Your Eyes ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora