Capitolo 11

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Non c'è cosa più bella di sentire Diego tra le mie braccia, di annusare il suo profumo e di sentire le sue labbra sul mio collo. Siamo arrivati da poco a casa sua e la prima tappa è stata il suo letto. Non eravamo molto stanchi, dato che abbiamo fatto l'amore ed ora siamo stretti in un abbraccio che difficilmente scioglieremo. Diego è crollato, mentre io lo guardo dormire, ed è la cosa più romantica di questo mondo.

A svegliarlo dal suo sonno profondo è lo squillo del cellulare. Allunga una mano sul comodino, ancora con gli occhi chiusi e mi sorride non appena si accorge che lo stavo fissando.

"Pronto!" risponde con la voce ancora assonnata dopo aver messo il vivavoce.

"Diego ma sei a casa?" chiede quella voce stridula che ho sentito infinite volte.

"Si, perché?" domanda Diego a sua volta.

"Se sei solo devo venire a chiederti un favore" ammette Vanessa dall'altro capo del telefono.

A quel punto decido di entrare in gioco e mettere alla prova sia lui che Vanessa, per vedere fin dove arriva la cattiveria e l'invidia di quella donna.

Faccio segno a Diego di farla venire e lui le comunica di essere solo a casa.

"Va bene ti raggiungo tra un po'".

Diego posa il cellulare sul comodino e mi prende tra le braccia, stringendomi quanto più forte possibile. Ammetto di non essermi mai sentita così felice e al sicuro, anche se so che tra un po' arriverà Vanessa, so benissimo che Diego ama me e che la respingerebbe a qualsiasi costo. Mi accarezza la schiena nuda e in quel momento sento che potrei lasciare la Terra da un momento all'altro: Diego è tutto ciò che ho sempre desiderato.

In quel preciso istante sentiamo suonare il campanello. Diego si riveste in fretta e furia, mentre io resto nella sua stanza, da dove spierò ogni mossa di Vanessa e interverrò se necessario. Mentre Diego è nell'altra stanza mi rivesto anche io e la sento entrare in casa.

DIEGO

Vanessa entra in casa e va a sedersi direttamente sul divano, come se stesse a casa sua e mi convinco ancora di più del fatto che non abbia il minimo dell'educazione.

"Vanessa cosa vuoi?" chiedo in tono arrabbiato.

"Ho bisogno di aiuto. Devo risolvere un problema. Siediti!" esclama con tono provocatorio.

In quel momento penso ad Aurora nella stanza accanto che sta ascoltando tutto e che potrebbe uscire da un momento all'altro e arrabbiarsi come non ha mai fatto in vita sua.

Mi siedo accanto a lei, abbastanza distante per non farle fare falsi pensieri.

"Dimmi tutto" ammetto.

"Ma secondo te, sono abbastanza provocante?" domanda gettandosi tra le mie braccia. Mi ritrovo disteso sul divano con lei a cavalcioni su di me.

Sento la porta della mia stanza aprirsi e Aurora uscire come una furia da lì dentro. La prende per il braccio e la fa scendere dal divano. A quel punto immagino il peggio, ma da grande donna qual è, Aurora la accompagna alla porta e prima di chiuderla le dice:

"Credo che tu per oggi sia stata abbastanza provocante. Non mettere più piede in questa casa".

Mi alzo dal divano e la raggiungo, cerco di baciarla, ma lei mi respinge e mi rendo conto di essermi comportato male. Avrei potuto liberarmi da solo di Vanessa, invece di far intervenire lei, ma in quel momento non sapevo cosa fare. Ho pensato a lei nell'altra stanza e mi sono sentito davvero male e senza forze.

"Scusami!" le dico raggiungendola nella mia stanza, dove la trovo a raccogliere le sue cose.

Non mi risponde e forse non si accorge nemmeno di me, ma mentre sta per andare via, la blocco per un braccio e la avvolgo tra le mie braccia, ma la rabbia che ha dentro in quel momento, ha il sopravvento e riesce a liberarsi di me. Mi lascia lì impalato e va via. 

Vivo per ballare (#wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora