Capitolo 9

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Tornai a casa subito dopo, per lui ero felice, ma per quanto mi riguarda, ero a pezzi, come se con lui se ne fosse andata una parte di me.

Quando aprii la porta di casa, trovai mia sorella davanti a me, in una posa da serial killer con una faccia da far paura:
J:"MA DOVE CAZZO SEI STATA? MI HAI FATTA PREOCCUPARE"
Io con la voce spezzata dalle lacrime le dissi:
A:"La mamma di Morgan non sta bene, ha la leucemia".
J:"E allora?! Non è una valida giustificazione per non essere stata qui, stanotte."
A:"Lui è partito per Seattle, proprio un' ora fa. Stanotte l'ho aiutato a preparare le valigie. Mi sento come se un pezzo si fosse staccato da me."
Iniziai a singhiozzare, accovacciandomi sul pavimento con le mani sul viso, mia sorella mi raggiunse con un abbraccio di sicurezza.
Io non smettevo di piangere, stringendo sempre di più tra le braccia Jennifer, che mi sussurrò:
J:"Vedrai che tornerà"
A:"No, è meglio che resti con sua madre finché può"
Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano. Mi accompagnò in camera mia, quando presi coraggio e le feci una proposta:
A:"Jenny, stavo pensando, ora che ho quasi diciotto anni, potrei trasferirmi nell'altra casa che ci hanno lasciato i nostri genitori?"
J:"Sei sicura di riuscire a cavartela da sola? Anche in queste condizioni?"
Io annuii e lei mi sorrise, in senso di approvazione.

Dopo un paio d'ore, mi sfilò le coperte e mi disse quasi saltando che dovevo muovermi a prepararmi, perché saremmo andate a fare un po' di shopping e a vedere per un po' di mobili per la mia nuova casa.
Andammo in centro e comprai un paio di vans azzurre con bordi bianchi e un vestito verde scuro con uno scollo profondo a V. Ci recammo, con l'auto, al negozio di immobiliare, con parecchi soldi in tasca, e comprai la cucina, un tavolo, due poltroncine, un divano ad angolo, un mobile, una vetrinetta (questo per la cucina e il salone). Per la mia camera e il bagno presi un'enorme armadio ad angolo, un letto a due piazze, due comodini, uno specchio a figura intera, una cassettiera, una scrivania e una libreria, una vasca, un piatto-doccia, un lavandino, un water e un bidè con un altro specchio. C'era una stanza che avevo deciso di utilizzare come ripostiglio-lavanderia e ci misi un grande mobile con tutti gli accessori e i detersivi per le pulizie, una lavatrice e un'asciugatrice.
Essere indipendente mi rendeva soddisfatta, ma non felice.

Il giorno dopo mi recai da sola in un po' di negozi,prendendo tutto il necessario per riempire la mia nuova casa. Portai tutto quello che avevo acquistato dentro e lo sistemai per bene. TUTTO QUESTO NEL GIRO DI 5 GIORNI. WOW. Decisi di dare una pulita alla mia nuova abitazione.

Ad ormai tarda sera andai in camera e misi il telefono a caricare vicino a me e mandai la buona notte a mia sorella; vidi un messaggio da parte di Morgan, il che mi fece gelare il cuore e sorridere:

Da:"Watson♥♥"
'Hei... tornerò tra un paio di giorni"
Gli risposi,:
'Ti aspetto. Notte'
O meglio, qui era notte, lì era giorno.

La mattina dopo mi alzai dal letto e mandai il buongiorno a Jennifer, dopodiché andai in cucina e dalla dispensa tirai fuori una crostatina e la divorai in men che non si dica, salii in bagno e mi lavai e andai in camera tirando dall'armadio un paio di jeans grigi e una maglia nera a maniche corte monocolore con una collana lunga e le mie adorate converse bianche, preparai la borsa e uscii di casa, senza truccarmi.

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Finii la giornata noiosamente nonostante avessimo solo tre ore di lezione. Mi mancavano le sue risatine, dopotutto oggi erano tre settimane che uscivamo insieme. Andai a trovare Jennifer al lavoro e mi diede dei soldi, ricordandomi di non aver comprato il frigorifero e il congelatore, che comprai subito e feci installare da un tizio.
Decisi di chiamare Morgan, ma il telefono risultava spento... mi venne un'angoscia in corpo, e mi venne in mente il motivo del perché fosse partito...

My FutureWhere stories live. Discover now