Capitolo 8

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Mi svegliai verso tarda sera, accoccolata tra le sue braccia e con la testa poggiata sul suo petto. Era un dio. Aveva un viso indifeso, un po' di saliva all'angolo delle labbra, i capelli arruffati e la maglietta spiegazzata, ma era bellissimo. C'era la dolce atmosfera della notte ad incorniciare quel bellissimo quadro. Giocai un po' con i suoi morbidi capelli color carbone. E pensare che era lì, al mio fianco, solo per confortarmi dopo quel brutto litigio. Aprì gli occhi e, un po' spaesato, mi guardò e sorrise:
M:"Buona sera, piccola"
A:"Buona sera, Watson"
Sapevo che non sopportava essere chiamato per cognome, così iniziò a solleticarmi la pancia e i fianchi, io sbattevo i piedi sul materasso e ridevo, ridevo a crepapelle.

Con il fiato pesante, mi ritrovai sotto di lui, mi accarezzò la guancia e mi stampò un bacio sulle labbra. Quando decise di staccarsi, io non glielo permisi, baciandolo con foga. Ne avevo bisogno, di sentirmi al sicuro; quando ci staccammo, lui mi disse:"Posso farmi una doccia?"
A:"Certo, c'è un bagno qui in camera mia, se vuoi..."
M:"va benissimo" mi fece l'occhiolino. Rimasi stupefatta nel vederlo mentre si toglieva la maglietta: aveva un fisico celestiale... Si accorse del mio sguardo e mi fece una linguaccia.

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Quando uscii dal bagno, mi guardò sbalordito, perchè ero in shorts scosciati e giacca della tuta semi abbottonata e si vedeva il reggiseno. Si avvicinò sempre di più, con sguardo perverso, io mi allontanavo. Fortunatamente, le parole di mia sorella lo distolsero e scesi giù per bere un po' d'acqua

Tornata sù, lo trovai seduto con il viso coperto dalle mani, mentre il display del suo telefono raffigurava il contatto di sua madre. Corsi a confortarlo. Sentivo i suoi singhiozzi pesanti e la faccia gli era diventata rossa, le labbra rosse e gonfie.
A:"Ehy, va tutto bene, tranquillo"
Lo abbracciai forte, poggiando la sua testa sulla mia spalla.
A:"Cosa è successo?" Gli sussurrai dolcemente all' orecchio. Avevo paura della sua reazione, ma diede tutt'altra risposta:
M:" M-m-mi ha c-c-contattato m-mia mad-dre" mi porse il cellulare. Lessi un messaggio:

Da: 'Mamma'
"Ehi, piccolo. Scusami tanto se non ti ho chiamato per anni, la mamma non stava bene. Adesso hai 18 anni e sono fiera di te. La mamma dovrà andarsene molto presto, ed è per questo che vorrei tu passasti una giornata insieme a me e a tuo padre. Ti aspetto, quando vuoi tu, entro la settimana prossima a Seattle. Con amore. Mamma.''

Mi commossi a quelle parole, mi rattristai quando vidi le lacrime rigargli il viso. Gli presi le guance dalle mani, portando i suoi occhi sui miei, gli dissi:
A:"non è una cosa brutta, tua madre vuole vederti, dai, sorridi"
M:"Alison, non mi fa male questo, mi fa male il fatto che lei morirà da un momento all'altro. Non la vedo da anni ormai, ANNI. Io partirei anche adesso per vederla, m..."
A:"E allora? Alzati. Andiamo a prenderti la valigia."
Lo tirai dal braccio. Mi misi una camicia e un paio di jeans con le Adidas, lui mi guardò e sorrise, mi abbracciò forte e mi diede un bacio casto sulle labbra. Mi sussurrò un grazie con la sua voce roca e mi baciò il collo. Ce ne andammo da casa mia molto silenziosamente, senza svegliare mia sorella.

Corremmo fino a casa sua w lo aiutai a preparare le valigie. Rimasi a dormire da lui quella notte. La mattina dopo andammo all'aereoporto:
M:"Sono agitato. Cosa dirò a mia madre quando arriverò?"
A:"Calma e sangue freddo. Salutala?!" Ridemmo entrambi.

Dopo qualche ora arrivò il suo aereo. Quando stava per andarsene, di scatto si girò e corse verso di me e mi sussurrò all' orecchio 'Ti Amo". Lo guardai negli occhi e lo abbracciai, sussurrandogli "Io forse". Lui mi baciò, camminò verso il suo aereo e decollò.

Tornai a casa. Sentivo già la sua mancanza. Forse anch'io mi stavo innamorando di lui, forse anch'io, con lui, conobbi l'amore.

My FutureWhere stories live. Discover now