Naira

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Point of View's Naira

L'unica cosa a cui Naira aveva davvero pensato dopo essersi resa conto di aver perso la sua agenda fu: "Porca puttana, sono fottuta."

Mai stata una ragazza troppo fine, e suo padre gliel'aveva sempre rinfacciato.

Suo padre.

Un fantasma che avrebbe tormentato la giovane dai capelli blu per sempre.

Si rigirò il quadernetto nero tra le mani.

Aveva sempre sofferto di insonnia, non era una delle solite ragazze dormiglione, eppure nemmeno passava nottate su nottate a guardare serie tv o a leggere romanzi che le avrebbero fatto solo vomitare.

Guardava il soffitto, lo guardava come se fosse interessante, malgrado fosse solo bianco, lo guardava finché a tarda mattina il sonno non si impossessava di lei, e la sveglia suonava.

Ma quella notte nessun soffitto aspettava di essere guardato, c'era solo un diario che esigeva di essere letto.

Londra, 11 aprile 2014

Caro Jack, ho ucciso una persona, un'altra.

Non volevo farlo.

Si chiamava George, studiava giurisprudenza, aveva un futuro, non come me, non come te.

Non volevo vendergliela.

Gliel'avevo detto –Ti ammazzerà- ma lui mi ha risposto –Ne morirò, allora.-

E ne è morto.

A 18 anni le persone dovrebbero uscire con gli amici e fare docili cazzate.

Tu a 18 anni ci sei morto, e io anche.

Tu veramente, io metaforicamente, ma quanta differenza c'è?

Voglio andarmene ma dall'Inferno non si scappa senza morire prima una seconda volta, e tu lo sai bene, 'chè sei riuscito a trovare una scappatoia prima del tempo.

Quando sono nato, inevitabilmente sono morto, come te, e come tutti i ragazzi che conosco a conoscevi.

Destinati al destino dei nostri padri, delle nostre madri, dei nostri nonni e così via.

Chi nasce nell'Inferno, muore nell'Inferno.

E tu lo sai bene.

Vorrei solo che tu fossi qui,

Tuo Fratello.

A Naira la pelle rabbrividì.

Quell'Inferno con la "I" maiuscola lo conosceva bene anche lei.

Sfogliò la pagina.

E andò avanti.

Londra, 20 maggio 2014

Caro Jack, è morta Amanda.

Sono un po' più morto adesso.

Lei meritava di vivere. Lei non era come me, o te, o George, o Christopher, o tutte le persone che, inevitabilmente , ho ucciso.

Occhi verdi per sempre chiusi da palpebre pallide, labbra prima rosee ora screpolate, non potrà più inumidirsele come era solita fare, voce squillante ora per sempre chiusa.

Un basso appoggiato al muro che nessuno più sfiorerà, un teorema di matematico la cui dimostrazione rimarrà sempre a metà, un postulato che mai capirò ma che mi piaceva ascoltare mentre lei provava a spiegarmelo, inutilmente.

the notebook // luke hemmingsWhere stories live. Discover now