Un caso da risolvere.

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Il giorno dopo il sole splendeva piú del solito illuminando la stanza dei due ragazzini.
Conan si sveglió per primo e, con sua grande sorpresa, vide Ai appoggiata sul suo braccio immersa in un sonno profondo. Respirava lentamente.
'Perchè mi stai fissando?' Il bambino sussultó alle sue parole, le voleva dire che era estremamente carina ma non ci riuscì.
Conan: 'Eri appoggiata al mio braccio...' Ai realizzó solo in quel momento le sue parole. Si affrettó a spostare la testa ma Conan la fermó.
Conan: 'Non preoccuparti, rimani.' La ragazzina ubbidì alle sue parole come se fosse un ordine e non ne era affatto dispiaciuta.
Quel bel momento peró, come tutti gli altri del resto, finì e i due iniziarono a prepararsi. Una volta finito scesero nella sala ristorante per far colazione.
* * *
Kizuki: 'Conan ti siedi accanto a me?' Chiese la bambina intrepida di ricevere una risposta.
Conan: Mi dispiace ma oggi non voglio.' Non voleva lasciare Ai da sola come l'ultima volta e poi si doveva prendere cura di lei dopo tutto quello che era successo.
In lontananza videro i tre ragazzini che facevano parte della squadra dei giovani detective correre verso di loro.
'Altri scocciatori in vista.' Pensó Conan. Era egoista da parte sua pensare a queste cose ma non ne poteva fare a meno.
Mitsuhiko: 'Ai come ti senti?' Il ragazzino dalle lentiggini divenne rosso quando la ragazzina di avvicinó a lui e lo abbracció.
Ai: 'Sono contenta che ti preoccupi per me.' Conan, a quel gesto, perse le staffe e trascinó Ai con lui.
Conan: 'Ragazzi ora la portò a mangiare ma voi non venite, potrebbe contagiarvi!' Mentì il ragazzino.
Ai: 'Ma che ti prende?'
Conan: 'Potresti contagiarli, io agisco per il bene di tutti.' Ai non era convinta delle sue parole.
Ai: 'Sei geloso?' La bambina lo aveva preso alla sprovvista e la stretta si fece più dolorante. Il bambino non proferì parola durante il pranzo e ritornó in stanza con Ai.
* * *
La bambina si affacció alla finestra. Pioveva. Qualche volta passava un corvo, nero dalla testa ai piedi. Già, un corvo.
'Io sono sono un corvo e il mio colore è il nero, non merito di far soffrire le persone a cui voglio bene.' Pensava Ai.
Conan: 'Cosa vogliamo fare?' Il ragazzino la risveglió dai suoi pensieri.
Ai: 'Perchè non andiamo in palestra? Ci farà bene un pó di allenamento fisico.'
Il piccoletto accettó e si avviarono nell'edificio affianco alla scuola.
* * *
Conan: 'Che strada desolata, un ottimo nascondiglio per un malvivente.'
Ai: 'Pensi solo a questo?'
Conan, irritato dalle sue parole, la prese per mano facendola appoggiare al muro e la circondó con le sue braccia. Dopo un momento di esitazione disse: 'Ancora convinta della tua affermazione?'
Ai non aveva più fiato, i loro corpi erano talmente vicini che si poteva sentire il battito cardiaco della ragazzina aumentare sempre di più.
Il bambino dopo qualche minuto staccó le sue braccia dal muro facendola passare.
Conan: 'Dopo di lei Madame.' La ragazzina non sopportava il suo modo di fare sarcastico.
                            * * *
Arrivarono in palestra e si affrettarono ad entrare perchè venne di nuovo a piovere.
Ai, appena entrata, si paralizzó e tiró la maglietta di Conan in modo che si potesse girare.
Ai: 'Conan...' La sua voce tremava.
Conan: 'Cosa c'è?' Appena giró lo sguarsó rimase anch'esso pietrificato alla sua vista: c'era un uomo disteso a terra in una pozza di sangue.
Conan: 'Ai chiama immediatamente la polizia e fai bloccare le uscite principali e quelle di emergenza!' La ragazzina ubbidì.
Dopo circa una decina di minuti arrivó l'ispettore Megure accompagnato da Shiratori, Takagi, Sato e, ovviamente, la scientifica per esaminare il corpo.
Ispettore Megure: 'Ma guarda chi c'è qui!' Si riferiva a Conan, era sempre il primo a trovarsi sulla scena del crimine.
'Ispettore la vittima si chiamava Oniko Rukito e aveva 39 anni, il suo mestiere era quello del vice-preside di una scuola elementare. Il suo decesso è avvenuto circa una quindicina di minuti fa, per eliminarlo hanno usato qualcosa di molto pesante visto che al primo colpo l'uomo è caduto a terra. Accanto al corpo abbiamo trovato un pezzetto d'oro plastificato e la parola 'KODO' scritta con il sangue. Nelle tasche aveva solo il cellulare che non conteneva nessuna chiamata ricevuta o effettuata.'
Ispettore Megure: 'Grazie Mille.'
Agente Takagi: 'Ispettore, ho trovato solo tre persone che per l'ora dell'accaduto non hanno un'alibi.
•Riuki Koshima, uomo di 43 anni che fa l'ingegnere.
•Seka Turea, donna di 35 anni che fa la maestra delle elementari.
•Sinui Fiuthea, uomo di 28 anni che fa il falegname.
Seguitemi per l'interrogatorio.'
Ai: 'Tu sai chi potrebbe essere stato Scinichi?'
Conan: 'Mi sono fatto già un'idea ma devo trovare le prove.'
Il detective rimpicciolito si mise all'opera per trovare le prove che gli servivano. Mentre passeggiava per i corridoi della palestra passó accanto a una vetrina piena di trofei e Conan ebbe un illuminazione. Il suo solito ghigno comparve sulle sue sottili labbra.
Si recó alla velocità della luce nella sala degli interrogatori dove c'era anche Ai, il bambino narcotizzó l'agente Takagi e utilizzó il papillon per camuffare la sua voce.
Ispettore Megure: 'Ti prego Takagi, non fare come Goro!'
Agente Takagi: 'Ispettore ho risolto il caso. La colpevole è lei signorina Seka!'
Tutti rimasero a bocca aperta.
Seka Turea: 'Perchè io? Sono innocente!'
Agente Takagi: 'Partiamo per gradi signorina. Come tutti noi ben sappiamo il messaggio scritto in punto di morte non è terminato ma io sono riuscito a completarlo. La parola che la vittima voleva scrivere era KODOMO, cioè bambini! Nè gli ingegneri e nè i falegnami hanno a che fare con i bambini, ma lei sì visto che è un'insegnante delle elementari!'
Seka Turea: 'E dove sarebbe la prova che mi incriminerebbe?'
Agente Takagi: 'È proprio dietro di lei signorina, il trofeo con cui ha colpito e ucciso il signor Oniko. Il pezzetto d'oro plastificato e la parte vuota sul trofeo combaciano perfettamente, se esaminiamo il sangue scopriamo che appartiene alla vittima e come ultima cosa la prova schiacciante che la dichiara colpevole. Le sue impronte digitali! Il vostro piano non è stato meditato fin dall'inizio ma è stato un gesto improvviso, realizzato al momento. Non ho ragione?'
Ci fu un attimo di silenzio nella stanza.
Seka Turea: 'Credevo che nessuno mi avrebbe scoperto invece ora eccomi qui, pronta ad essere giustiziata.'
Agente Takagi: 'Perchè lo ha fatto signorina?'
Seka Turea: 'Io avevo un figlio di nome Orobashi Turea e faceva parte della classe in cui insegnavo, anche se nella scuola nessuno sapeva che lui era il mio bambino tranne il preside e il vice.
Oniko sgridava sempre il mio figlioletto scoraggiandolo nello studio e lo faceva sentire sempre in colpa trattandolo male e offendendolo fino a quando, un giorno, Orobashi si suicidó. All'inizio non sapevo che era lui la causa per cui aveva deciso di farla finita ma un pomeriggio, mentre eravamo nell'aula professori, mi disse:

'Seka non ti demoralizzare per quello che è successo a tuo figlio, l'ho mandato in un posto più bello, insieme agli angeli. Se solo tu avessi accettato di diventare mia moglie tanti anni fa...'

Da quel momento ho sempre pensato a molti modi per vendicarmi, mi aveva portato via l'unica cosa bella che mi rimaneva nella vita, ma le mie occasioni non si presentarono mai visto che Oniko partì per un viaggio prendendosi alcuni giorni di ferie.
Oggi, quando il mio senso di vendetta era ormai terminato, lo rividi e quando andai vicino per parlargli mi disse che non era affatto pentito di quello che aveva fatto a Orobashi quindi decisi di ucciderlo con quel trofeo. I suoi amichetti lo vinsero in suo onore ad una partita di calcio sponsorizzata da questa palestra e sopra la targhetta del trofeo c'è inciso il suo nome. Non sono affatto pentita del mio gesto, doveva pagare per quello che aveva fatto al mio angioletto.'
La polizia portó in centrale Seka per farla arrestare e io ed Ai uscimmo dalla palestra.

Ai: 'Un altro caso è stato brillantemente risolto dal giovane detective.' Un sorriso meraviglioso splendeva sul volto della bambina.
Conan: 'Non mi merito niente?'
Ai: 'Cosa vorresti?' Un tono malizioso c'era nelle parole della bambina.
Conan: 'A te l'onore di scegliere.'
La bambina di avvicinó a lui, si buttó fra le sue braccia regalandogli un appassionante bacio sulla guancia.
Conan divenne tutto rosso e la ragazzina scoppió in una fragorosa risata.
I due ritornarono all'hotel.
                              * * *
Ai: 'Conan sono davvero stanca.' La bambina di sedette al bordo del letto.
Conan: 'Il delitto avvenuto ha rovinato i piani di una giornata intera, è già sera.'
Ai: 'Non scendo per cenare, non ne ho voglia.'
Conan: 'Nemmeno io, se vuoi ti faccio compagnia.'
Ai: 'La stanza è anche tua, babbuino...'
La piccola rideva della battuta appena detta.
Conan: 'Oh, questa non te la perdono.'
Il ragazzino si fiondó su di lei e inizió a farle il solletico. Passarono svariati minuti e, solo dopo essersi stancati, si accorsero di essere in posizioni alquanto 'scomode' per dei ragazzini della loro età: Conan si trovava sopra di lei.
Conan: 'Come siamo finiti così?' Rise a crepapelle.
Ai: 'Vorresti stare così con la tua dolce Ran?' La ragazzina ribaltó la situazione: ora c'era lei sopra.
Conan: 'Lei è già occupata con il mio compagno di classe...'
Ai sapeva che in quel momento non avrebbe più dovuto dire una parola per non rovinare quel magnifico momento.
I loro occhi erano cosi profondi che il loro sguardo si perdeva in quello dell'altro. Il cuore di Ai batteva all'impazzata, erano così vicini che poteva addirittura contare ogni suo battito cardiaco per quanto veloce potesse battere.
Ai: 'Sì è fatto tardi, credo che dovremmo andare a dormire.'
Conan: 'Hai ragione. Buonanotte, Shiho.'
Ai: 'Buonanotte, Shin.'
E così si addormentarono pronti ad affrontare un'altra fantastica giornata.

AngoloAutrice•
Non per vantarmi ma credo di aver superato me stessa in questo capitolo.
Fatemi sapere cosa ne pensate in un commento.
Al prossimo capitolo!❤️

Detective Conan.✨(in pausa)On viuen les histories. Descobreix ara