"Solo perché sono il tuo nemico?" mi chiede tirandosi in piedi e avvicinandosi a me. "Ancora con gli stereotipi?". Penso che stia per attraversare il confine, ma poi si ferma. 

"Guarda che sei stato tu a dire che noi siamo i tuoi nemici".

"Ma non ho detto che tu sei mia nemica".

Io sbuffo. Che significa? È un controsenso.

"Stai solo cercando di confondermi. Vuoi ingannarmi per riuscire a sconfiggere il mio regno" dico e lui sorride.

"Ma se ti ho detto che non mi importa del potere".

"Tu menti".

Lui scrolla le spalle. "Pensala come vuoi, Helen".

"Ti riporterò la giacca, va bene?".

Lui annuisce e io vado via. Devo andare a cambiarmi e in tutto quello, nessuno mi avrebbe dovuto notare. Spero vivamente di farcela. Dopotutto è ancora presto.

-

"Dove è finito il tuo cappotto?" mi chiede Louis e io mi domando quando mi abbia visto uscire con il cappotto. 

"Non indossavo nessun cappotto".

"Sono sicuro di sì".

Scrollo le spalle. "Ti sbagli".

"Dove sei stato sta notte?" è il turno di Harry.

"In giro" rispondo vago, mentre mi tolgo la felpa. 

"Sai che il tuo corpo diventa sempre più attraente con il passare del tempo?" dice Louis, osservandomi.

"E allora? Sapevo di essere figo" rispondo, prendendo dal mio armadio una felpa pulita e mettendomela addosso.

"Almeno avremo un re piacevole per gli occhi" continua Louis e io sollevo gli occhi al cielo. Tanto sono di spalle e non mi vedono. 

E poi Harry colpisce Louis e il ragazzo dagli occhi azzurri si lamenta.

Approfitto del loro piccolo battibecco per andare verso la porta e fare per uscire. Ma la lite si ferma improvvisamente e i loro occhi si piantano su di me.

"Dove vai?" mi chiede Harry e io mi volto a guardarli.

"Andiamo ragazzi, cos'è oggi? Un interrogatorio? Devo fare delle cose. Voi fate che vi pare".

"Veniamo con te". Louis fa per alzarsi, ma io lo fermo. 

"No. Restate qui. Devo fare delle cose da solo".

"Ma tu non ci lasci mai in disparte" si lagna Harry, mettendo su il broncio.

"C'è sempre una prima volta, ragazzi". Loro non dicono nulla e io faccio per andare via. "Non fate le porcate sul mio letto, grazie" dico, prima di uscire definitivamente.

"Che umore strano che ha oggi" sento dire da Louis, nonostante sono già alla fine del corridoio. L'udito sviluppato e i suoi vantaggi. 

E Louis ha ragione. Ho un umore così strano. Sono arrabbiato, confuso, mi sento così sbagliato. Perché la sera prima ho accarezzato un lupo come se fosse la cosa più normale sulla terra.

E avevo provato una strana attrazione. Io non devo provare attrazione per lei. Non per la lupa.

Vado nel bosco. Rivoglio indietro il mio cappotto. Arrivo davanti al piccolo lago che lei si sofferma sempre a guardare. C'è un enorme quercia che separa il confine. Quell'albero mi ha sempre affascinato perché sta per metà nel nostro territorio e per metà nel loro.

Mi siedo per terra e sospiro. Mi lascio cadere con la schiena sull'erba e senza rendermene conto mi addormento.

Vengo svegliato non so dopo quanto tempo, dal mio cappotto finito direttamente sul mio viso. L'odore di lupo mi riempie il naso e io mi sollevo di colpo, allontanando il cappotto da me.

"Non sono riuscita a lavartelo, mi dispiace. Se ne sarebbero accorti". La sua voce è più dolce del solito. Sembra quasi che gli dispiaccia davvero.

"Non preoccuparti" dico, passandomi una mano tra i capelli e poi sugli occhi. "Che fai ferma lì?" le chiedo, guardandola.

"Ti osservo".

Io sorrido divertito. "E che ci trovi in me? Sono bello?".

Lei sospira. "Io non riesco a capirti, dannazione. Tu sei così strano".

"Strano?" ripeto, non riuscendo a trattenere una risata.

"E se volessi sapere di più su di te?" chiede e io ovviamente non mi fido.

"Perché dovrei farlo? Io mi fido di me stesso, ma non di te. Proprio come fai tu nei miei confronti".

"Guarda che anche a me non piace la mia vita. Sai quanto è faticoso essere un'erede donna?" sbotta e io la osservo in silenzio. "Devo sudare per avere il trono e non so neanche se lo voglio. Se ne vale la pena".

"Sembrano quasi le mie parole. Non è che stai cercando di farmi cadere nella tua trappola?" chiedo seriamente sospettoso.

"No. Mi hai solo influenzata".

Il sorriso che mi spunta sul viso è impagabile. "Davvero?". Lei annuisce soltanto. "In ogni caso continuo a non fidarmi" termino, mentre il mio sorriso scompare.

"Ieri notte però lo hai fatto".

Il mio stomaco si chiude, ripensando al nostro incontro durante la sua trasformazione.

"Tu ti sei lasciata accarezzare" ribatto e lei scrolla le spalle. 

"Forse mi sono fidata anche io".

"O forse sapevi che comunque avresti potuto attaccarmi se avessi fatto una mossa falsa" dico ancora poco convinto. Quella ragazza è intelligente, lo so. Potrebbe benissimo star facendo un gioco pericoloso per me.

"Andiamo, non vuoi sapere anche tu qualcosa su di noi?" cerca di convincermi ancora e io la guarda per qualche attimo in silenzio.

"Mi piace molto questo angolo del bosco" affermo alla fine e lei sembra confusa. Ma poi capisce.

E' un'offerta di pace quella. Tregua momentanea. Un accenno, sebben poco convinto, di fiducia.

Mi sorride. "Anche a me".

Ed entrambi sappiamo che sarà lì che ci incontreremo la prossima volta. E forse anche quella dopo ancora.


Repulsione Attrattiva ◎Niall Horan◎Where stories live. Discover now