capitolo 28

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È arrivato! Il gran giorno è arrivato! Oggi Giovanni farà di Ania una donna onesta, ma questo a lei non è il caso di riferirlo. Non sopporterebbe la cosa...
È mattina presto, ma lei ha già fatto il suo arrivo qui in hotel per la preparazione.
È nervosa, tremendamente nervosa e a me spetta il gravoso compito di gestire la sua agitazione per impedirle di farne una delle sue.
"Mary, io non ce la faccio! Ora tu vai da Giovanni e gli dici che stavo scherzando ok?" Mi dice Ania in preda al panico
"Ania non dire sciocchezze!"
"Hai ragione. Se ne farà una ragione prima se gli dici che sono morta. Io nel frattempo esco dalla finestra del bagno, mi calo lungo la grondaia e fuggo. Potrei aprire un bar su qualche spiaggia i jamaica che ne dici?

" "Tu resta ferma qui" dico alla mia amica, poi mi rivolgo alla estetista : "senta, le affido la sposa, non la perda di vista neanche un secondo! La riterrò personalmente responsabile!"
Esco per scendere un attimo al bar dell'hotel per prendere il nostro personale rimedio contro l'ansia. Torno in camera e dico ad Ania: "bevi!"
Lei butta giù senza fiatare il bicchierino di vodka e banana che le ho passato. Poi mi dice: "anche tu!"
"No ania, io non ne ho bisogno!" le rispondo sicura.
"Solo una parola: Ignazio"
"Dammi quella bottiglia, stronzetta!"

Dopo un paio di bicchierini siamo entrambe più rilassate. Ora posso affrontare la consegna di quello che ho preparato per lei.
"Ania, tieni questa è per te!" Le dico porgendole una scatolina.
Lei l'afferra con mano quasi tremante e la apre. Ne tira fuori una giarrettiera. Mi guarda con aria interrogativa. Non è la classica giarrettiera bianca da sposina canonica. Ho fatto condensare in questo oggetto "qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio, qualcosa di prestato". Il pizzo della giarrettiera è la parte nuova, le piccolissime roselline di nylon nere sono state ricavate dai collant che indossavo la sera che ci conoscemmo e di cui mai mi ero disfatta nonostante fossero rotti in più punti. Il ciondolino a firna di foglia di edera che mi regalò lei per un compleanno è il "qualcosa di prestato". L'edera si dice che "Dove si attacca muore" e così eravamo noi due.
Lei capisce all'istante il significato che ho voluto dare a quel misero pensiero e mi viene incontro per abbracciarmi commossa. Stiamo abbracciate l'una a l'altra per almeno 5 minuti poi lei mi dice: "ti voglio bene Mary. Ci siamo conosciute in circostanze strane. Ti confesso che i primi tempi ho anche pensato tu fossi un po' strana. Ma poi sei entrata nella mia vita e io ne sono sempre più felice!"
Io sono esterrefatta e le rispondo: "non me lo dici mai che mi vuoi bene! Sono sempre io a farlo!"
"Vero. Ma te lo dimostro. Ora basta, che se mi fai sciogliere il trucco sei una tappa morta!"
La preparazione della sposa continua e noi ogni tanto buttiamo giù una sorsatina di conforto per tirarci su. Eccola è pronta. Bellissima e radiosa.

Le sorrido e il cuore mi scoppia di felicità! Ora sono in macchina con Ania e lei mi ha appena chiesto una cosa che mi ha lasciato sconvolta:
"Vuoi che io ti accompagni all'altare? Ma sei sicura?" Le chiedo allibita
"Certo altrimenti non te lo avrei chiesto!"
"E tuo fratello come la prenderà?"
"Bene, glielo ho gia detto e lui era d'accordo. Anzi, se tu volessi dimostrarti riconoscente verso di lui..."
Io sospiro e le rispondo: "ne abbiamo già parlato diverse volte: tuo fratello è simpatico ed è anche un bel ragazzo. Ma finisce lì!"
"Sei l'unica testimone talmente stronza da contraddire una sposa nel suo grande giorno!"

L'autista ferma la macchina nel piazzale antistante l'ingresso della chiesa. Io aiuto Ania a scendere e le sistemo l'ampia gonna e il velo.

Incredibilmente, la persona più eccentrica e fuori dagli schemi che conosca, ha voluto ed organizzato il più classico dei matrimoni: abito lungo, ampio e bianco. Velo lunghissimo, capelli raccolti e fermati da perle, bouquet di rose. È incantevole. Le offro il braccio e appena le note della marcia nuziale ci giungono dall'interno della chiesa, muoviamo il primo passo insieme, guardandoci negli occhi e sorridendoci. Poi entrambe volgiamo lo sguardo davanti a noi. Giovanni sembra un fascio di nervi, ma è davvero elegante. Vedo il fratello di Ania che la guarda commosso. Riconosco i suoi parenti, i nostri amici. E Lui. Il respiro mi si mozza per un attimo ma poi mi viene quasi da ridere. Forse non avrei dovuto buttar giù tutto quell'alcool...

"Scommettiamo Che Mi Ami?"{IB}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora