Capitolo 11.

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Prima di iniziare volevo chiedervi scusa per il tempo che ci ho impiegato ad aggiornare questa storia.
Avrei veramente voluto farlo prima, ma tra i vari impegni di cui la scuola è la protagonista non ho potuto.
Mi scuso con i miei più fedeli lettori (?), non mi resta che dirvi Buona lettura.

Canzone per il capitolo :
Life is Short - Butterfly boucher

Sin da bambina sono sempre stata una persona testarda.
Quel genere di bambina che se dice di voler fare una cosa  o desiderava una cosa, doveva assolutamente averla.
Non mi sono mai arresa, non mi sono mai arresa nemmeno nel periodo nel quale non c'era nessuno lì per me.

La mia amica, la mia famiglia, addirittura i professori mi hanno detto che sono "una roccia".

La ragazza dal carattere forte ma allo stesso tempo debole, in grado di lasciar aggrappare altre persone a sé, che permette alle altre persone di sfogarsi, di parlare perché lei sta zitta, anche se nel profondo il suo interno si sta frantumando, ma nessuno se ne potrà mai accorgere, e quando ciò accadrà sarà veramente troppo tardi.

Sto tenendo la mano alla mia Chris.
È sdraiata sulla barella con una mascherina per l'ossigeno.
Ha gli occhi chiusi.
La sua pelle è così fredda, d'altronde lei lo è sempre stata, ha sempre avuto la circolazione piuttosto lenta.

Nessuno potrà mai capire quanto mi costa starmene qui, senza dare di matto, senza perdere il controllo. Com'è  il mio solito.

Un paramedico è seduto di fronte a me.
Ogni tanto noto che mi guarda.
Mi guarda come se fossi una margherita in mezzo ad un campo di girasoli.
Peccato che a quella margherita sono stati strappati tutti i petali.

Il viaggio sembra durare un eternità.
Quando raggiungiamo l'ospedale la sirena cessa di suonare.
So che a Christina non sta andando poi così bene, insomma, chi vogliamo prendere in giro?
Non potevano certo tranquillizzarmi dicendo che sarebbe potuta morire da un momento all'altro.

Le sue condizioni quando l'ho vista sapevo benissimo che erano gravi, sembrava sotto effetto di droghe o psicofarmaci.

Dei medici aprono lo sportello dell'ambulanza fanno scendere prima me poi, trasferiscono la barella, e proseguiamo fino all' interno dell' ospedale.

Dicono che devono farle dei controlli e chiedono a me informazioni sui familiari.
Sto per dirgli del padre di Christina quando il medico mi ferma con un gesto della mano e mi spiega che del padre non c'è più traccia e potrebbe essere lui il sospettato dell'omicidio della madre e del tentato omicidio di Chris.

Il mio corpo oggi non vuole proprio reggere. Finisco per lasciarmi cadere di peso su una sedia in sala d'aspetto con le mani fra i capelli e gli occhi sbarrati per la confusione.

Come ha potuto fare una cosa del genere?
E soprattutto per quale motivo? Che cosa lo ha spinto a fare una cosa del genere?
Uccidere la moglie e la figlia per quale scopo?

In lontananza vedo due volti familiari avvicinarsi.
Che diavolo ci fa Zac qui?
E il secondo?
Aspetta : Mia madre.

Non muovo un muscolo quando entrambi sono davanti a me.
Mia madre guarda confusa Zac.
Lui la sta osservando. Avrà collegato sicuramente il fatto che sia mia madre. Tutti dicono che ci assomigliano anche se le uniche a non ammetterlo siamo proprio noi due.

Non sento ciò che stanno dicendo, non so chi dei due a un certo punto mi avvolge in un abbraccio perché le parole dell'unica lettera che Christina mi abbia scritto riaffiorano nella mia mente.
Non era la classica lettera con promesse o parole carine. Era una lettera che solo io e lei potevamo comprendere.
Diceva così :
Cara A.
Forse hai capito perché ti ho scritto "Cara A" a parte "Cara" che lo scrivo senza neanche pensarci,  anche perché sembra stupido ma vabbeh sai che alcune cose non hanno senso proprio come alcune persone.
In questa lettera non troverai quanto ci tengo a te perché mi sembra stupido quanto ci tengo a te, con te preferisco  "vivere" che stare qui a dedicarti parole già usate da umani perché mi sembra solo un' offesa e non è ciò che voglio fare.
Le parole non mi mancano...

I miei pensieri vengono interrotti dalla porta nella quale  è entrata la mia amica,  che si apre. Balzo in piedi con lo sguardo rivolto ad essa.
Rivela il volto triste di un infermiera con  quell' espressione che sembra dover portare brutte notizie.

Non sono pronta, non sono pronta per sentire la verità.
La mia vista inzia ad offuscarsi, sento le gambe cedere.
Ed ecco che i miei sensi se ne vanno a puttane, proprio come poco fa. Questa volta prima di svenire riconosco le braccia che mi sostengono.
È Zac. Il mio Zac.

As long as you love me. - Zac Efron [IN REVISIONE].Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora