Parte 2

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L'indomani mi risvegliai in una stanza grigia e bianca, dalle bordature rilegate in mogano, il letto accanto alla finestra.
Volgendo lo sguardo verso l'esterno, notai immediatamente le imponenti siepi verdi e rosse, rigogliose e possenti.
Tentai di alzarmi, ma mi ritrovai una caviglia incatenata ai piedi del letto; panico.
Cominciai a tirare e gridare per la frustrazione, fino a quando non sentii la serratura scattare.
Mi voltai di scatto, come un leone quando ode la sua preda, e rimasi ad aspettare.
Dalla porta sbucò un ragazzo, Bruno, non molto alto, dalla corta barba sul mento e mandibola, e dal sorriso sgargiante.
- Cooper! - esclamò lui guardandomi. Lo riconobbi finalmente, appena pronunciò quel soprannome; in poche persone mi chiamavano così, era Richard. - Ti sei spaventata vero? -
Rimasi incredula.
Mi liberò immediatamente la caviglia, mentre soffocava la sua inconfondibile risata.
Lo guardai in cagnesco, fallendo; ero troppo contenta di vederlo
- Cosa ci fai qua? - chiesi
- Come scusa ? - mi domandò lui palesemente stupito. Io lo guardai ancora più confusa di quanto non fosse lui, così decise di rompere il silenzio - Dove altro potrei vivere scusa?-
VIVERE?
- Richie, dove mi trovo? -
Lui inarcò un sopracciglio, ed emanò una risata sarcastica.
- Hai forse fumato qualcosa nel sonno? Non puoi essere seria!-
Alzai una mano, come solito oramai del gruppo quando qualcuno era confuso.
- Questo però lo ricordi vero? - disse dandomi un buffetto sulla spalla - Sistemati, tra mezz'ora ti aspetto fuori -
Uscì dalla stanza e, dopo aver girato a lungo per quell'immensa casa, trovai il bagno, mi lavai e preparai, ed uscii.
Trovai Richard, seduto su un masso appena fuori dall'ingresso
- Sei stata veloce! Ora, dimmi. Davvero non ricordi nulla? - mi chiese poggiandomi una mano sulla spalla
- Non esattamente; io ricordo, ma un'altra versione dei fatti - risposi osservando il terreno fangoso. Mi ritrovai a giocherellare con un piccolo sassolino, mentre attendevo la risposta di Richie.
- Come? Che intendi? Non riesco a seguirti - rispose lui sorpreso.
- Da quel che so, io e te siamo ad almeno un'ora di distanza, e ci incontriamo una volta ogni tanto. Non viviamo insieme. -
- E gli altri del gruppo? - chiese lui
- Gli altri? - chiesi
- Gli altri! - Ribatté
- La stessa cosa; alcuni più distanti, ma comunque molto lontani - spiega li io
- Che incubo! - rispose lui ridendo - lascia che ti spieghi la realtà; ci siamo conosciuti su un gruppo di Facebook...-
- esattamente! - esclamai io
-... 6 anni fa...- terminò la frase
- okay, no - rissposi
- ... Per vari motivi; comunque, ci siamo subito trasferiti tutti insieme e, nulla. Viviamo insieme - concluse
- Woah - riuscii solo a commentare - è la prima volta che la realtà batte la fantasia! - esclamai estasiata
- strano ma vero! - mi rispose lui, ricambiando il sorriso - Vieni, ti porto da Eliza. Lei saprà cosa fare -
Chissà come mai, ma me l'aspettavo.
Eliza è sempre stata la più colta e intelligente del gruppo; non mi sorprese il fatto che la prima persona a cui Richard pensò di rivolgersi fosse lei.
Attraversammo un piccolo boschetto, maestoso e colmo di natura, fino ad arrivare ad una casa ancor più grande della precedente
- questa è la casa del ritrovo. In quella di prima, stiamo per dormire, leggere, trovare un po' di pace e serenità, insomma. In questa stiamo per parlare e svagarci; non ti dico che feste! - mi spiegò Richard
All'ingresso imponente della villa, trovammo Claire e Maggy, radiose e belle come nei miei più nitidi ricordi, che parlavano, in modo abbastanza agitato, con Gerard e Tony.
Io e Richie ci avvicinammo e chiedemmo informazioni
- Non lo so! - Esclamò Claire, ansiosa come al solito - Siamo andate a cercare Gerard, e l'abbiamo trovato in questo stato, stessa cosa per Tony; infatti erano insieme - disse indicandoli
- Esattamente...- chiesi io incuriosita - In che condizioni ? -
- praticamente - introdusse Maggy - ricordano un'altra versione della loro vita. Fortunatamente riconoscono noi, senza problemi, ma...-
- ...Ricordano una realtà dove siamo tutti distanti - terminai io sospirando.
Claire spalancò gli occhi, e mi guardò come se fossi un'aliena.
- Esatto! - esclamò Maggy - Come lo sai? -
- È successo anche a lei - spiegò Richard - Doveva svegliarsi allegra, o almeno un po' infastidita, per lo scherzo che le abbiamo fatto, invece si è svegliata terrorizzata, perché nemmeno sapeva dove fosse -
Notai le due ragazze sbiancare.
- Dai, almeno non sono l'unica - cercai di sdrammatizzare io
- Stavamo pensando di andare da Eliza, sicuramente saprà cosa fare - informò Richard
- Ottima Idea! - esclamò Tony
Entrammo e, appena sulla soglia, trovammo Rachel, Benjamin, Ian, Nick e Michelle, immersi in un'accesa conversazione.
- Vi dico di sì! - Urlò Benjamin, la barba folta e nera corvina come i capelli che gli cadevano dietro le orecchie.
- No! - dissero all'unisono Nick e Michelle
- Ragazzi, ascoltateci. Vi prego - Supplicò la dolce Rachel. Quella sua bassa statura ed il suo bellissimo e tenero viso, rendevano tutto ciò che dicesse, dolce.
- Ascoltateci voi, invece! - Disse Ian con tono fermo ed accusatorio, serrando la pronunciata mandibola.
- Che sta succedendo? - chiese sconvolto Richie
- Niente che vi riguardi - Rispose bruscamente Benjamin - Ripassate più tardi! -
- Non ti premettere ... - mi scaldai io
- COOP! - mi interruppe Maggy, poggiandomi una mano sulla spalla
- Fantastico - continuai io sarcasticamente - Anche qua sei insopportabile. Almeno qualcosa nei miei ricordi non è cambiato - punzecchiai
- Cosa intendi dire ? - mi chiese Michelle speranzosa
- penso che vi sia toccata la nostra stessa sorte - dissi indicando me, Gerard e Tony
- I vostri ricordi non sono esattamente come la realtà in cui vi siete svegliati stamattina, vero? - domandai
- Esatto...- rispose Nick sbalordito
- Benvenuti nel club - dissi ironicamente, tendendo una mano.
- Ragazzi - chiami una dolce voce femminile;
ELIZA.
- come mai tutte queste urla? - domandò gentilmente. Alzai lo sguardo e la vidi bella come sempre, i lunghi capelli ramati le ricadevano sulle spalle.
Si trovava al piano di sopra, su un pianerottolo, affacciata ad una ringhiera , con l'intento di osservarci - Salite ed andiamo nel salotto; ne parleremo lì- esortò lei
Superai tutti e corsi per le scale, il più velocemente possibile, fino al raggiungere Eliza, e la cinsi in un abbraccio.
Esso fu così vero, sincero e colmo di affetto, che mi sentii subito a casa.
Cercai di farle sentire quanto ci tenessi a lei e quanto mi fosse mancata, sebbene lei non lo potesse sapere perché appartenevamo a due realtà ben distinte. Eliza però fece un gesto che mi lascio basita all'istante, ma allo stesso tempo felice: Ricambiò. Non solo l'abbraccio, bensì le emozioni!  
Lei non era di questo posto, lei era Eliza, la mia Eliza.
- Anche tu... - le sussurrai io - Per fortuna non ho perso te. -
Lei mi guardò, stupita, ma sollevata - Per fortuna ricordi! - mi esclamò con voce delicata
Io sorrisi e la strinsi ancora a me - Nina? - osai domandarle, timorosa della risposta
Lei si limitò a scuotere la testa ed abbassare gli occhi - Ah. - risposi io
- Mi dispiace, Cooper. - mi rassicurò lei
- No, tranquilla - Dissi guardandola - Ho perso due delle mie tre persone preferite, ma almeno ho te. -
Mi sorrise, ed io mi sciolsi. Amavo il suo sorriso, mi dava sicurezza e serenità.
- Le due grandi amicone permettono? - rovinò tutto Benjamin.
Dio, che odio.
- Scusate - dissi io, grattandomi la testa.
- Vi faccio strada - Esclamò Eliza. Ci scortò in un vasto salotto, il cui colore predominante era il mogano antico, dall'aria accogliente e indistruttibile - Non posso esservi molto d'aiuto, ragazzi. - annunciò - So già di che si tratta e non so cosa fare - Notai lo sconforto negli occhi di tutti gli altri - Anche perché ne sono affetta anche io - confessò
Panico generale.
- Come facciamo adesso? - domandò disperata Rachel
- Senza Eliza siamo perduti - si lamentò Benjamin
- Conviviamoci - consigliò Eliza - Qualcosa ci verrà in mente. Che ne dite di farci fare un piccolo giro turistico e farci salutare gli altri? Per quanto ne sappiamo, è da molto che non li vediamo. -
Dopo questa magnifica proposta, tutti accettarono e si rasserenarono un po', ma restarono delusi, e ci incamminammo.
Eliza lasciò scorrere la gente e si avvicinò a me, prendendomi la mano.
Mi mancava un'amica come lei.
Strinsi la sua mano intensamente, senza farle del male, fino a quando non sentii un pezzo di carta incastrarsi tra i nostri palmi
- Ragazzi - richiamò l'attenzione lei
- Cooper mi ha chiesto se l 'aspettiamo fuori mentre va in bagno -
Cosa c'era scritto di tanto importante da non poter aspettare di essere letto ?
- Si, due minuti massimo - ressi il gioco io, serrando la mano in modo da non farmi sfuggire l'informazione.
Mi fiondai in bagno, mentre gli altri sgomberarono la casa, e, una volta chiusa la porta a chiave, aprii la mano e lessi il biglietto:

"Alle 11pm al masso appena fuori dalla casa della pace. Qualcosa non va, e mi fido solo di te.
Ti voglio bene
Eliza "

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