Capitolo 57 "Pensiero di un giocatore e di un' allenatrice"

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L'elevato livello intellettuale richiesto dal gioco del calcio, in quanto azione di un gruppo finalizzata

a un obiettivo, si può verificare anche nel raffinato modo di applicare la tattica e la strategia: il

cosiddetto «bel gioco». La capacità di apprezzare la tattica e la strategia adottate è talmente

importante, al pari del piacere del gol, che viene comunemente ritenuto il criterio discriminante tra il

tifoso maturo che forma «il pubblico dal palato fine» e i tifosi beceri che urlano selvaggiamente e

vogliono solo la vittoria per la vittoria ottenuta con qualsiasi mezzo. Il football comunque è un gioco,

per così dire, dialettico, il cui caratteristiche diverse e perfino contraddittorie si risolvono nella felice

sintesi della partita. Infatti, uno dei massimi psicologi dello sport, è una attività che richiede

intelligenza, ma si gioca con i piedi, quindi chiama in causa due estremità del corpo antitetiche, non

solo fisicamente, ma anche simbolicamente.

Nel calcio sono in causa queste due polarità e c'è come

un tentativo di sottomissione reciproca di piedi e testa: il giocatore intelligente resta «un brocco»

se non sa trattare la palla con i piedi, ma un giocatore bravo con i piedi resta un mediocre se non

usa l'intelligenza. La seconda contrapposizione è data dal fatto che il calcio è un gioco sempre uguale e sempre diverso. E' sempre uguale nelle sue strutture, nelle sue regole, ma è sempre diverso nella dinamica

della partita. Offre la certezza delle norme, ma l'incertezza del risultato. E' semplice e complesso:

semplice perché basta fare un gol e farne uno più degli avversari, ma è complesso perché bisogna

concepire sistemi via via diversi a seconda degli ambienti, delle partite, delle situazioni.

Facile e comprensibile a tutti nelle sue finalità, ma complicato, perfino sofisticato, nelle sue realizzazioni

pratiche. Essendo dunque prevedibile, quindi rassicurante, e imprevedibile, quindi carico di suspense, il

calcio sollecita due esigenze psicologiche fondamentali: il bisogno di sicurezza, dato dalla costanza

delle regole, e il bisogno di cambiamento dato dall'evoluzione della partita.

Il suo fascino è simile a quello del romanzo giallo: il vincitore è lì presente, davanti agli occhi di tutti, ma non si sa chi sia fino al termine della partita, così come nel giallo l'assassino è lì, davanti a noi, confuso tra gli altri protagonisti, ma non sappiamo chi è fino al termine del libro. Infine, e questo è l'aspetto forse più rilevante, il calcio, in quanto sport competitivo, si serve dell'aggressività come strumento per combattere e vincere, quindi la utilizza e la scarica.

Ma allo stesso tempo esige che sia incanalata in forme ben precise e mediata dal pallone perché non può essere indirizzata sull'avversario e gli scontri diretti, i «takles», sono rigidamente sorvegliati e puniti. Il gioco del calcio quindi permette alle spinte aggressive di sfogarsi, ma nello stesso tempo provvede a contenerle attraverso un sistema codificato di regole realizzando così, nel suo piccole, la trasformazione di un impulso istintuale in un fatto sociale.

Ma se ho un allenatore o allenatrice in questo caso che non sa guidare la squadra allora finiamo nel fallimento.

Io do 50 alla mia allenatrice lei da 50 da ottenere 100.

L'allenatrice di CalcioWhere stories live. Discover now