Solo pioggia

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_Prigioniera delle menzogne_

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Le gocce di pioggia cadevano lente fuori dalla finestra producendo un ticchettio armonioso.
Cadevano lente come se non volessero disturbare...come se stessero chiedendo il permesso di bagnare quella terra ormai impura.

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Quelle gocce lente sembravano il riassunto della mia intera esistenza.

Leggiadre e lente affascinavano i poeti e i sognatori con la loro aura spettrale e ammaliante per poi annegarli nella loro stessa contemplazione.
La vita mi aveva affascinato per poi  soffocarmi e intrappolarmi ridendo beffarda del mio destino.

Infondo devo riconoscerle di essere stata astuta.

Ero la bambina più felice e normale del mondo.
Ero la principessina di casa, amata e coccolata da tutti.

Vivevo nello Yorkshire insieme alla mia famiglia. Avevo genitori amorevoli e presenti, un fratello e tantissime amiche. Avevo nove anni e il mondo intero ai miei piedi.

Ora invece a sei anni di distanza mi ritrovo chiusa in una stanza con solo un letto e una finestra a farmi da compagnia.
Patetico no?

Ogni due ore venivo scortata in bagno da uomini in nero e il cibo veniva posato ogni dodici ore sul davanzale della mia finestra da una donna con un camice grigio.

Nessuna parola alla prigioniera, non un libro o una svago.

Silenzio che porta alla pazzia.

Avevo provato a ribellarmi, a urlare o a scappare ma puntualmente venivo soppressa imbavagliata e drogata.

La speranza era l'ultima a morire e la mia era morta il giorno in cui mi strapparono via la purezza.

Non capivo e io odiavo non capire.
Perché io? Cosa c'e' di speciale in me?

Ormai non chiedevo più.
Lasciavo scorrere i giorni e i mesi in un continuo circolo lasciandoli scivolare via, aspettando il momento in cui l'oblio avrebbe rivendicato il suo possesso su di me.


Elena

Cefalù, 2008

Prigione degli innocenti 

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