Cap 34 (Ross's POV)

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Canzone consigliata per il capitolo: Cast Away ,5 Seconds Of Summer

Riker era sopra di lei, la teneva per i polsi, non capivo quali fossero le sue intenzioni.
Lo buttai a terra, ma non lo colpì, gli chiesi solo il motivo del suo gesto.

"Per quale cazzo di motivo ero sopra ad Emma e le tenevi i polsi?" Strinsi i denti, mentre Emma si alzava dal letto e mi si avvicinava, cercando di star comunque a distanza di sicurezza.
Alzai Riker e lo portai con la schiena contro il muro.
"Rispondi stronzo!" Non ho mai sopportato mio fratello in tutti questi anni. La sua superficialità, il suo crederai superiore, il vantarsi e l'essere gay. Mi hanno sempre portato a detestarlo, nella mia incasinata famiglia, di sicuro il peggiore ero io, ma nulla poteva superare l'essere di mio fratello Riker.

"Vuoi davvero saperlo, eh?" Gli feci dare una botta contro il muro in segno di risposta.
"Ha rovinato la mia felicità, ha rovinato il mio amore, ha rovinato il suo stesso sangue, l'ha portato a tutto tranne che a me." Mi disse con gli occhi ,quasi insanguinati, nei miei.

"Puttana" si rivolse alla dolce ragazza dietro di me.
Persi il controllo lo scaraventai ancora a terra e questa volta i pugni, furono gli unici a farsi sentire.

"Ross, fermati, ti prego" mi si avvicinava Emma, ma non la ascoltavo continuavo a dare incessanti pugni contro quel volto malfattore, che ormai stava affogando in fiumi di sangue.

Mi prese per un braccio, fui costretto a lasciare quell'ebete per non far del male al mio angelo.

"Cosa intendi, Riker?" Le disse tremando Emma."cosa intendi parlando di mio fratello..." Continuò la mora.

"Tuo fratello mi ha lasciato due settimane fa, bon mi ha più rivolto la parola, con la semplice scusa 'mia sorella mi vede come un mostro, devo cambiare per lei' dopo queste parole, alle quali non potevo credere, sapevo che non lo avrei più riavuto indietro,so quanto tiene a te,purtroppo, ha perso tanto, per stare dietro ad una mocciosa" mi trattenni da tirargli un altro pugno per quelle ultime parole. Non capivo come il fratello di Emma potesse stare con lui.

Emma sussultò alle mie spalle.
"Ora dov'è?" Gli chiese.
"È al California Hospital medical Center , è ricoverato per autolesioni, e ingerimento di pillole." La fuardò con disgusto "tutta colpa tua."

La vidi fuggire. Sapevo dove voleva andare.

"Va via di qui e non farti più vedere" dissi a Riker spintonandolo fuori.

Una volta in auto non potevo non notare la paura e l'ansia negli occhi di Emma. Che cercava di tranquillizzarsi guardando il piccolo Zac, dormire nei sedili posteriori.
Il semaforo.
Le presi la mano e la baciai.
Mi guardava negli occhi.
"Ti amo anche io" mi disse di getto.
"Come anche io?" Le dissi.
"So che pensi di dirmelo, e so che hai paura di dirmelo dato che questa mattina non ti ho risposto"

Era esattamente quello che pensavo. Non posso credere quanto possa capirmi questa ragazza.
Ci baciammo, ancora sotto ogni sguardo e rumore che co circondava nell'immenso traffico di Los Angeles.

Ripartimmo al verde, e in 5 minuti ci trovammo nell'ospedale.
Emma scese subito dall'auto correndo.
Mi affrettai a prendere Zac e caricarmelo in spalla tenendogli la testa con la mano e corsi dietro la ragazza ormai in lacrime.

"Jeff Smith, in che stanza si trova?" Chiese Emma ad un'infermiera.

Controllò un foglio e subito ci disse.
"154, secondo piano"
Emma corse subito via, e io cercai di ignorare le parole dell'infermiera, che non mi davano per nulla la speranza.

"Oh povera ragazza, non sa cosa le aspetta, mi dispiace" 

Il bambino che tenevo i braccio stropiccio gli occhi e si risvegliò.
"Dove siamo?" Mi chiese.
"Da nessuna parte, chiudi gli occhietti e torna a dormire"
"Okay papà" gli diedi un veloce bacio sulla guancia e continuai a correre.

Entrai nella stanza.

Emma, sdraiata accanto al fratello in una pozza di lacrime, da parte di entrambi.

"Non lasciarmi, ti prego" Emma parlò fra le lacrime.
"Te la caverai anche senza di me, come hai sempre fatto" Jeff gli diede un tenero bacio sulla fronte.
Si strinsero ancora di più.
"Non posso perdere anche te" gli pianse ancora sul petto, coperto dal quella specie di camice bianco.
"Non mi perderai" gli rispose il sangue del suo sangue.

Uscì dalla stanza, decisi di lasciargli quegli ultimi minuti per stare insieme. Mi sedetti poco distante dalla 154, mi tolsi la giacca e ci avvolsi Zac.
Un bip assordante riempì la sala. Capivo che in quel momento la vita di Emma non sarebbe più stata la stessa.

***
Quella stessa notte si venne a sapere del decesso di Francesca, la sua migliore amica, quella ragazza piena di sogni e speranze per il futuro, la cui vita era stata strappata come per gioco. Inoltre l'ennesima entrata in coma di Jacob Stellan il suo amico di infanzia, che forse non ce l'avrebbe fatta, causa del trauma cranico e ai troppi interventi a cui era stato sottoposto.

E sempre quella stessa notte si spense una grande luce. La grande luce che emanava la piccola Emma Smith, nonché la mia luce, la mia grande luce di salvezza, quella notte furono molte le cose che perdemmo, la fiducia nei confronti delle persone, l'amore fraterno e l'amicizia di 3 fantastici ragazzi, e io,persi il mio amore, l'unico amore che ormai mi restava.

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Spero che il capitolo vi sia piaciuto,per me ultimamente significa molto scrivere questa storia, non so, ma in qualche modo c'è anche qualcosa di mio, non materialmente, ma metaforicamente.

Grazie ancora per le quasi 6mila visualizzazione e per i commenti.

Continuo a 10 stelline e 8 commenti.

Teacher /R.LDove le storie prendono vita. Scoprilo ora