Happy Birthday

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-Che dici di alzarci?- brontola il tappo.
Si tappo, spero non mi scappi mai di bocca, altrimenti il tappo lo divento io a suon di pugni!
-Ma anche no- borbotto ancora insonnolito. Possibile che anche la domenica si alzi presto?
-Solito moccioso nulla facente-
-Mi spieghi cosa dovrei fare di domenica mattina?- mi giro stizzito.
Mi guarda come al solito neutrale, poi si avvicina e mi stampa un bacio veloce -Ma non so, festeggiare-
Mi acciglio e lo guardo dubbioso -Cosa?-
-La nostra conferma come coppia?-
-E come vorresti festeggiare?-
Mi sembro uno stupido!
-A me piacerebbe una sessione di...- mi guarda -... Ma è meglio se usciamo- torna a guardare il soffitto.
-Voglio dormire- dichiaro confuso.
In risposta mi ritrovo sulle spalle del mio vicino, strappato al calore del mio prezioso letto ~rettifico, suo letto- in cammino verso il salotto.
Mi poggia sul divano e si siede su di me infilandomi una camicia non mia -Adesso noi usciamo e andiamo a prenderci un bel cappuccino...- spiega come se fossi un bambino di due anni, facendomi crucciare lo sguardo -... ci rilassiamo e poi ti porto a vedere una cosa-
-Sicuro di stare bene?.- Sto per scoppiare a ridere.
-Avanti moccioso- mi porge dei pantaloni neri e stretti.
Lo guardo incerto ma da lui come al solito non traspare assolutamente nulla, così decido di assecondarlo. Oramai cosa mi costa? Il mio sonno è stato interrotto!
Mi vesto velocemente e saluto il gattone che si è accoccolato felicemente sulle mie scarpe, lo accarezzo amorevolmente e quasi mi incanto.
-È un maschio?- chiedo sapendo di averlo dietro le spalle.
-Femmina-
-Ti va se ti chiamo Noir?- mi rivolgo alla gattona.
-Penso gli piaccia, ma perché Noir? È scontato!- nota le carezze improvvise del gatto e si cuccia al mio fianco.
-Volevo chiamarla Giada come la pietra verde, per i suoi occhi, ma odio il nome Giada, quindi Noir "Nero" è molto più bello. E se nero è scontato non immagino Gatto!- lo rimbrotto.
Ci alziamo entrambi e dirigiamo al bar senza proferire parola.
Inizia a passarsi le mani nei capelli più volte, tanto da attirare la mia attenzione -Sei nervoso?-
Non distacca gli occhi dalla strada e continua a camminare tranquillo ma la mano passa di nuovo ritmicamente nei capelli.
Non appena varco la porta un grande "Buon compleanno" mi perfora i timpani facendomi sobbalzare.
Sgrano gli occhi per la sorpresa... Ci sono tutti e con tutti intendo anche mio padre!
Cristo!
-Buon compleanno figliolo mio- mi abbraccia la mamma.
Corre anche Mikasa e Marco... ed Armin... E poi mi ritrovo sommerso da tutti i miei amici.
Dovrei essere felice ma mio padre al bancone e Levi alla porta ai due poli opposti del locale mi mettono una tensione che non mi permette di rilassarmi -G-grazie- balbetto a tutti un po' in imbarazzo.
-Avrei da dirvi una cosa visto che ci siamo- sussurro all'orecchio di mia madre. Arrossisco visibilmente quando mi guarda di sottecchi e accenna il suo solito sorriso da "Ho capito già tutto"
Le mamme sono sempre le mamme!
-Papà?- mi allontano dalla folla che si organizza tra le varie cibarie e puntandomi mentalmente di recuperare il povero vicino.
Mi guarda impassibile con le braccia incrociate al petto e mi sento tanto una di quelle figlie femmine che scelgono il fidanzato somigliante al proprio padre, perché ci faccio caso solo ora, mio padre e Levi si somigliano davvero molto -I-io dovrei... parlarti- sussurro sentendomi il suo sguardo glaciale contro.
-È il tuo compleanno, se devi dirmi qualcosa che sai mi darà fastidio evita di rovinarti la giornata... figliolo-
Mi sorprendo a quel nomignolo detto quasi dolcemente e non con la solita cattiveria tanto da farmi alzare lo sguardo nei suoi occhi e farmi venire le lacrime. È in momenti come questo che mi pento infinitamente di pensare male di lui, o di non avere più pazienza col suo modo di fare.
-Posso abbracciarti?- chiedo lievemente.
Tende le braccia verso di me sospirando e mi fiondo su di lui senza pensarci -Evita di piangere-
Sbuffo sonoramente per poi mordermi il labbro per evitare di mandarlo a quel paese. Riesce sempre a rovinare tutto!
E a farmi sorgere i migliori insulti che esistano.
-Avanti, mangiamo qualcosa- mi arruffa i capelli e si stacca da me con gentilezza. Resto ancora un po' voltato verso il bancone respirando profondamente... poi mi butto nella mischia.
Noto Levi in disparte seduto al tavolo che lavora e mi acciglio guardando Mikasa che nota la stessa cosa.
-Ehm... Non avevi detto di voler prendere un bel cappuccino?- sorrido con timidezza.
-Era solo un diversivo per portarti qui, mi ha chiesto Marco di portarti- non scolla gli occhi dalle carte.
-Quindi non mi devi nemmeno portare a vedere "una cosa"?- insisto.
Mi guarda di sottecchi -Nemmeno- e ritorna sulle carte.
Sbuffo e incrocio le braccia al petto.
Arriva un Marco tutto sorriso che strappa le carte da sotto gli occhi di Levi e le ripone in una cartelletta lasciando il proprietario di stucco -Ma che cazzo fai?-
-Guarda che è una festa di compleanno non uno studio privato e il festeggiato in questione è il tuo ragazzo!- lo rimbrotta.
Divento color porpora a quelle parole e inizio a spostare gli occhi prima su uno poi su un altro.
Mi guardano entrambi, Marco facendomi l'occhiolino e Levi indeciso... Un momento, indeciso?
Da quando in qua capisco i comportamenti di Levi?
-Penso di parlare anche a nome di mio figlio dicendoti che a noi farebbe piacere averti nella mischia più tosto che vederti lavorare mentre noi lo strapazziamo un po'- interviene mia madre sbucata dal nulla.
Ha il potere benefico e tranquillante pari a quelli di una fata.
-E aggiungerei se per te non è un problema di poter fingere di essere un collega di Eren, abbiamo un piccolo problema con mio marito e le cose usciranno a tempo debito- gli sorride.
Resto di stucco a quelle parole -Mamma ma...-
-Ne parlerai con tuo padre domenica prossima, oggi non transigo litigi con voi due-
-Sono d'accordo- si sfila gli occhiali e li ripone nella custioda, sorride a mia madre e si alza.
O mia madre è magica, o Levi recita bene. Ma come diavolo ha fatto a convincerlo così velocemente? E perché Levi non risponde acidamente come sempre?

Il mio primo amore Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum