Ribelli?

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La strada era completamente deserta. Le poche persone che ancora abitavano in quella parte della città erano probabilmente chiuse in casa, o forse dovevano ancora finire il loro turno giornaliero di lavoro.

Marco continuava a guardarsi in giro, sbirciando dietro gli angoli prima di passare dal riparo sicuro di un edificio mezzo crollato all'altro. Sam gli stava attaccato, anche se non sapeva da chi dovessero nascondersi.

La città – o meglio, quel che ne restava – era un insieme di ruderi abbandonati; da anni le persone avevano abbandonato le proprie abitazioni in favore degli alloggi messi a disposizione dal Sistema.

Marco era uno dei pochi ostinati che non avevano voluto abbandonare il proprio futuro nelle mani del Sistema; in molti li chiamavano "invisibili", anche perché spesso non figuravano nemmeno nei database del Sistema stesso.

Le strade erano ormai invase dalla vegetazione, che aveva avvolto praticamente tutto: le fermate dell'autobus erano irriconoscibili sotto enormi rampicanti verdi, mentre perfino le automobili, ferme in sosta da anni interi, giacevano abbandonate ai bordi delle strade.

Marco si ricordava quando le automobili sfrecciavano ancora, mordendo l'asfalto spinte dai propri motori a combustione interna; o meglio, i suoi ricordi erano formati da i tanti video che era riuscito a vedere del mondo prima della fine, e prima che la censura violenta del Sistema prendesse il controllo delle rete internet e di tutto il resto.

Da quando avevano lasciato la strana abitazione di Marco, lui e Sam non avevano più scambiato una parola. Sam voleva solo tornare a casa, la madre si stava di certo iniziando a preoccupare.

Marco non degnava Sam nemmeno di uno sguardo, preso com'era ad assicurarsi di non incontrare nessuno lungo il tragitto.

Sam, dal canto suo, continuava a fissare l'uomo che aveva davanti. Solo ora si era accorto che vestiva in modo completamente differente dagli adulti che conosceva. Nessuna tuta grigia con lo stemma, e le scarpe presentavano uno strano simbolo sul lato.

Marco era alto quasi come suo padre, e suo padre era più alto di quasi tutti i suoi colleghi alla Serra. Suo padre era pelato, senza un filo di barba sul volto. Marco invece aveva dei corti capelli scuri, e una barbetta incolta che probabilmente non tagliava da qualche giorno.

Era così diverso da tutti gli adulti che aveva incontrato nella sua vita, ma se ne era accorto solo adesso. Altrimenti, di certo non lo avrebbe seguito.

Ora voleva solo tornare a casa.

Quando arrivarono sotto all'edificio dove viveva Sam, il ragazzino fece un cenno a Marco, che si fermò.

«Siamo arrivati.»

Marco si guardò intorno ancora una volta, poi si rivolse a Sam.

«Corri subito di sopra, i tuoi si staranno chiedendo che fine hai fatto.»

Sam si voltò, ed entrò nell'edificio.

Poi l'esplosione.

Marco si lanciò a terra, mentre la vampata di fuoco infrangeva le finestre del terzo piano. Fu investito da una pioggia di schegge, che lo ferirono leggermente in alcuni punti.

Si alzò di scatto.

«Sam!»

Il bambino non era nemmeno riuscito ad arrivare alla prima rampa di scale, ed era raggomitolato a terra vicino al muro dell'ingresso.

Marco entrò nell'edificio, avvicinandosi a Sam.

«Stai bene?»

Sam annuì con la testa, poi chiese.

«Cos'è stato?»

«Un'esplosione. Qual è il tuo appartamento?»

«Abitiamo al terzo piano, la seconda porta del corridoio sulla destra.»

Marco aveva capito. Non sapeva il motivo, ma l'appartamento in fiamme era quello di Sam.

«Aspettami qui, hai capito?»

Marco si lanciò di corsa su per le scale. Arrivato al terzo piano, individuò la porta dell'appartamento. Era quella dove si erano raggruppati gli abitanti di tutto il piano. Si voltarono a fissarlo, gli occhi spaventati e stanchi.

«Lei chi è?»

Marco non rispose, e si lanciò di corsa contro la porta chiusa. La sfondò con un colpo di spalla.

L'appartamento era invaso dalle fiamme.

Si aggirò per le stanze, finché non capì da dove era partito quell'inferno: il piccolo salotto. Li giacevano due corpi, un uomo e una donna.

Corse di nuovo fuori.

«Li hanno uccisi, qualcuno di voi sa il perché?» chiese aggressivamente ai presenti, sconvolti da quanto stava accadendo.

«Chi ha ucciso Ellie e John?» era solo una delle domande che cominciavano a salire tra gli spettatori.

Dall'ultima fila si fece avanti un piccolo uomo, sulla sessantina. Fissò negli occhi Marco.

«Non li hanno solo uccisi, per quello potevano presentarsi solo alcune guardie e farli sparire senza che nessuno se ne accorgesse. Hanno mandato un segnale.»

Marco capì di chi stava parlando l'uomo. Il Sistema. C'erano sempre loro dietro questo genere di cose.

Stava capitando sempre più spesso: il Sistema stava mettendo in atto una repressione sempre più dura contro gli osteggiatori, a volte inscenando vere e proprie esecuzioni di piazza, a monito di tutti coloro avessero voluto anche solo provare a ribellarsi.

I genitori di Sam potevano essere ribelli? Da quello che diceva il ragazzo si trattava di semplici abitanti, lavoratori della Serra. Doveva saperne di più, doveva parlare con il ragazzo, e portarlo via da lì prima che arrivasse qualche guardia.

«Sam...», e iniziò a correre giù per le scale.

Second EarthOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz