Sam

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Il rumore delle pale dell'elicottero rimbombava nell'aria sopra di loro, alzando un sacco di polvere.

A quelli a bordo poco importava, impegnati alla ricerca della migliore angolatura con la telecamera.

La gente in fila si riparò con quel che poteva, chi con le mani, chi con la manica del maglione; nessuno osò abbandonare il suo posto in coda.

Sam vedeva finalmente la porta. Poteva distinguerne il cartello appeso dall'interno che comunicava gli orari di apertura, e la guardia armata a difesa del prezioso contenuto dell'edificio.

Energia.

Le chiamavano stazioni di ricarica ed erano uno dei punti più caldi della città. La maggior parte delle persone in fila era cresciuta dando l'energia per scontata; accendevano qualunque cosa inserendo la spina nella presa della corrente sul muro di casa e l'energia arrivava, come per magia.

Ora però l'energia era diventata preziosa, e l'unico modo per accaparrarsi la propria quota giornaliera era andare in una stazione di ricarica. Per quello erano zone calde, perché spesso la gente le sceglieva come punto di sfogo, e le risse erano all'ordine del giorno.

Era per quello che il Sistema aveva dotato ogni stazione di ricarica di un gruppo di guardie armate.

Sam odiava il Sistema.

Guardò il simbolo con il globo in cui era inscritta una S inciso sulla sua batteria. Anche quella era stata un'idea del sistema: una batteria universale, che era possibile ricaricare alle stazioni di ricarica e che permetteva di far funzionare quasi tutti gli strumenti, o di caricare quelli che avevano una batteria propria.

"Peccato che non ne tenga un cavolo di energia, quest'affare". Ed era vero, visto che la ricarica giornaliera bastava a malapena per un'ora di TV, o per scaldare tre pasti precotti.

Anche i pasti erano forniti dal Sistema. La terra era diventata inospitale, contraria all'essere umano che per troppo tempo l'aveva maltrattata, come se fosse di sua proprietà. Non era più possibile coltivare nulla.

Il Sistema aveva però trovato una soluzione anche a quel problema: erano sorte le Serre, enormi strutture installate vicino alle principali città, dove era possibile produrre del cibo più o meno sano.

Alle Serre lavorava il padre di Sam; prima della fine, suo padre era stato un avvocato, con un dignitoso stipendio e una bella casa. Ma la fine aveva colpito tutti, anche se suo padre continuava a cercare il lato positivo delle cose: dopotutto, con il suo lavoro alla Serra, poteva portare a casa i pasti per lui, la moglie e Sam ogni giorno.

Un privilegio non da poco di quei tempi.

Sam non era ancora abbastanza grande per iniziare a contribuire. Lo chiamavano così il lavoro, quelli del Sistema. Sarebbe andato a finire in una Serra, come suo padre, per il resto dei suoi miserabili anni in quella miserabile terra, ormai svuotata dagli sfarzi di un tempo, ringraziando il cielo se alla sera andava a letto con qualcosa nello stomaco.

Ancora poche persone e sarebbe toccato a lui.

«Per oggi abbiamo esaurito le riserve, siete pregati di abbandonare la fila e recarvi ad un'altra stazione di ricarica.».

"Cazzo!", tutta quella fila per nulla, e la stazione più vicina era a diversi chilometri da li.

«Fateci entrare!», le prime urla di lamentele iniziarono a partire dal fondo della fila, seguite da diverse imprecazioni contro il Sistema.

Partirono anche alcune pietre verso la porta di vetro, che non riuscirono a raggiungerla.

Le guardie cominciarono ad intimare alla gente di disperdersi, di tornare a casa. Dalla loro, i fucili automatici che tenevano a tracolla sembravano di solito essere molto convincenti.

Quella volta, però, sembrava che nemmeno i fucili sarebbero riusciti a calmare le acque. La folla continuava a rumoreggiare, l'attenzione spostata verso quelle guardie che erano la faccia del Sistema sulla Terra.

Era come se tutta la stanchezza, il malcontento, la rabbia e la fame avessero avuto la meglio sull'istinto di sopravvivenza, spingendo la gente alla ribellione, ad abbandonare la possibilità di un pasto quasi sicuro e di tornare a casa tutti interi.

Era già successo in molte altre città, e le conseguenze erano state dure. Il Sistema non permetteva a quelle rivolte di esistere, semplicemente.

Il malcontento delle persone in fila con Sam, quella volta, cominciò a sgorgare come il fiume che si è scavato un buco nell'argine; inizia piano, timidamente, un rigagnolo di terra bagnata che inizia a disegnarsi. Poi prende forza, fino a spaccare l'argine e travolgere tutto.

Così dalle urla e le pietre la folla prese forza, e caricò il cordone di sicurezza.

Sam si lanciò per terra poco prima che iniziarono i primi spari.

Cercava di strisciare, stando basso; lo aveva visto in un vecchio libro a casa del padre: facevano così i soldati del passato, quando combattevano la guerra.

Per miracolo, o forse perché non era ancora giunta la sua ora, Sam raggiunse quello che restava di una terrazza di uno degli appartamenti dell'edificio vicino, crollata sul marciapiede ormai da tempo, e si rintanò dietro quella solida protezione di cemento armato.

Chiuse gli occhi, come se le palpebre serrate potessero trascinarlo viada quel posto, e proteggerlo dal piombo dei proiettili.    

Second EarthWhere stories live. Discover now