"Papà" gli urlò dalla soglia di casa, ma neppure Anne e Robin furono in grado di fermarlo.

-Un giorno dopo.
Quando Harry aprì gli occhi erano già le quattro di pomeriggio.
Come? Le quattro?
Provò a sollevarsi ma un qualcosa glielo impediva, dunque decise di sbirciare sotto le lenzuola. Una lunga e sottile gamba nuda era poggiata sul suo corpo, nudo.
Voltò capo ritrovandosi la ballerina della sera prima malamente addormentata sul cuscino accanto. La scostò con delicatezza e sollevò il capo.
Brutto errore, i postumi erano evidenti per cui decise saggiamente di correre in bagno e liberarsi dell'alcool in corpo.
Quando scese a fare colazione/pranzo, tutti gli altri erano già comodamente seduti sul divano a vedere un film.
"Harry, buongiorno"
Gli sorrise Zayn, piuttosto divertito.
"Che vuoi?"
"Ha chiamato tua madre" aggiunse Liam piuttosto duramente.
"Hai lasciato tua figlia con i tuoi che nemmeno conosce?"
Harry gettò con forza un bicchiere di vetro nel lavello.
"Mi hai rotto, Liam. Sono i miei genitori cazzo, non due barboni. E poi saranno anche affari miei su dove lascio mia figlia e soprattutto con chi, ti pare?"
"T-tua figlia?"
Chiese la bionda ossigenata del letto di Harry, già vestita e pronta alla fuga.
"Ho detto figlia? Cane, volevo dire il mio cane."
Se fosse stata un tantino più intelligente, probabilmente la ragazza avrebbe afferrato la deviazione. Per fortuna sorrise consenziente, prima di salutare con la mano e andar via.

"Tornando a noi, hai solo poco tempo per stare con lei. Potresti far sì che le rimanga un bel ricordo di te"
"Mi vedrà spesso in televisione Niall. E comunque devo andarla a prendere necessariamente perché oggi viene quella tipa dell'assistenza e.. Insomma, pulite questo schifo"
Senza aggiungere altro si diresse al piano superiore per poi gettarsi sotto la doccia.

Nel frattempo nella villetta di Anne e Robin vi era un'aria particolare. I due erano felici per l'arrivo di una bimba in casa loro. Desideravano tanto avere un figlio insieme, ma oramai era troppo tardi ed Anne aveva subito fin troppi interventi medici per tentare.
Allo stesso tempo entrambi sembravano nervosi ed amareggiati per Harry.

"È lui stesso un bambino Rob, come può prendersi cura di Alison? Quella bambina ha bisogno di qualcuno che le dedichi tante attenzioni e che la ami per davvero. Con costanza! Lui..lui non è pronto a fare il padre."
Sussurrò la donna. Non voleva svegliare Alison nella stanza accanto visto che ci aveva impiegato più di due ore per farle chiudere un po' gli occhi dopo pranzo.
La sera prima invece, non aveva chiuso occhio nemmeno per un momento visto che la bambina continuava a rigirarsi nel letto tra un incubo e un pianto.
"Anne, fidati di me per una volta. Anch'io da giovane avrei avuto la sua stessa ed identica reazione. A noi uomini e sopratt.."
"Robin, io credo che lui sapesse fin troppo bene di avere una figlia"
"Mmh?"
L'uomo aggrottò la fronte, lasciando parlare la moglie.
"Ti sembrerà assurdo ma cinque o sei anni fa cominciarono a girare diverse voci tra i fan, che furono naturalmente tutte smentite."
Sospirò lasciandosi andare sopra il divano i pelle, accanto a Robin.
"Speriamo, ad ogni modo, che non commetta un altro sbaglio."

Harry arrivò intorno alle sei e dopo aver sostato qualche secondo sullo zerbino, decise di entrare senza bussare.
"Mamma! Sono tornato!"
Urlò dal piano inferiore.
"Eccoti Harry"
Mai e poi mai si sarebbe aspettato una reazione del genere. Sua madre, dopo essersi sollevata dal divano, gli andò incontro a braccia aperte.
"Alison è fantastica e ti somiglia così tanto. Ha i tuoi stessi occhi, il nasino a bottone.."
Questo si schiarì la voce, ricambiando l'abbraccio per un po'.
" è una situazione difficile mamma, vorrei davvero che avesse una famiglia che la ami e che non le faccia mancare nulla. Il mio lavoro non mi permette di essere così presente"
Alison comparve in cima alle scale, probabilmente appena sveglia considerando gli occhi semiaperti e i capelli arruffati.
Alla vista di Harry, però, spalancò le palpebre e sorrise, cominciando a correre verso di lui.

Oh no, lui non lo meritava. Non meritava l'amore di Alison, non meritava il suo perdono per ciò che aveva fatto. Ma la spontaneità dei bambini cattura e cura anche i cuori più duri; ed effettivamente il cuore di Harry, in quel momento, perse qualche battito.

Si piegò sulle ginocchia e ricambio il sorriso.
"Alison.. Ti devo chiedere una cosa"
"Che cosa papà?"
Stava davvero cominciando ad aprirsi e questo rese il tutto più difficile. Ci aveva riflettuto molto durante il viaggio in auto ed era giunto ad una conclusione.
"Voglio che sia tu a scegliere con chi stare. Arriverà il momento in cui la tua mamma uscirà dalla clinica, ma fino ad allora puoi scegliere di vivere con me, con la nonna o con chiunque altro"
"Io voglio stare con te"
Ammise a voce rotta, ma prima che la situazione degenerasse il riccio riprese a parlare.
"Allora dobbiamo andare subito a casa nostra!"
Sorrise, un po' forzatamente, e le afferrò la mano.

Salutarono Anne e Robin con la promessa che sarebbero tornati da loro nei prossimi giorni, dopodiché salirono in auto.
"Com'è la tua mamma?"
Harry si schiarì la voce,continuando.
"Insomma.. Ehm, ti tratta bene?"
"Tanto tempo fa sì, era tanto buona e mi cucinava le frittelle e mi portava al parco"
Dove avesse rinchiuso quella parlantina era un mistero.
"E poi?"
"Poi mangiava tante caramelle e faceva cose brutte. Urlava e rompeva i piatti. E Tom.."
"Chi è Tom?"
"Guarda papà! Vedo tanti pony!"
Alison indicò l'animale parecchio distante, ma non si trattava affatto di mucche.
Come poteva confondere i cavalli con gli asini?
"Come sono i tuoi compagni di scuola?"
La bambina scrollò le spalle, arricciando le labbra prima di rispondere.
"Io non vado a scuola"

Da quella breve conversazione Harry capì che la situazione era ben più tragica di quanto pensasse.

Alison.Where stories live. Discover now