Capitolo 2

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La situazione in villa divenne sempre più complicata.
Soprattutto per Harry che spesso si ritrovava a litigare con gli altri per i "turni" con Alison.
"Non è tanto normale che Ali non possa mettere il naso fuori dalla porta"
Gli suggeriva un Zayn compassionevole che osservava la ragazzina piuttosto angosciata.
"Sono solo altre cinque settimane e poi saremo di nuovo liberi. A proposito, stasera chi c'è?"
Tutti si guardarono aspettando che qualcun altro parlasse.
"Tutti abbiamo passato una giornata chiusi in casa tranne te, Harry"
Attaccò Louis, in tono secco.
Il riccio sbuffò, per poi osservare il suo bicchiere e bere gli ultimi tre sorsi di whisky.
"E va bene, vado a farmi una doccia"
Si sollevò barcollante dalla sedia, forse a causa dell'alcol e si diresse verso il piano superiore.
Alison sollevò il capo nella sua direzione, lasciò andare l'ipad sul divano e lo seguì a passi svelti.
Quando Harry la notò con la coda dell'occhio, non ne fu affatto sorpreso.
Da quando era arrivata lo pedinava ovunque si spostasse.
"Ragazzina, vado a farmi la doccia. Non puoi venire con me, ti pare?"
Quest'ultima, capendo la situazione, si diresse mogia mogia in cucina dove tutti sembravano intenti in un interessante aperitivo mattutino, con tanto di patatine.
Si avvicinò lentamente a Louis, tirandogli la manica della camicia per poi accarezzarsi il pancino.
"Hai fame?"
Le chiese il ragazzo con il suo immancabile sorriso.
Louis non ebbe bisogno di una risposta, lentamente si avviò verso il frigo estraendo una fettina di pizza. Dopo averla riscaldata la distese su un piatto per poi porgerla alla bambina.
Alison adorava la pizza, nonostante quella in particolare non avesse una bella faccia.
I quattro la osservarono addentare pezzo per pezzo, quasi incantati.
La sua bellezza era indiscutibile.
Liam parlò per primo versandosi altro whisky
"Alison, un uccellino mi ha detto che ti piace il gelato al cioccolato"
Questa annuì sorridendo per poi accarezzarsi la guancia con l'indice in segno di bontà.
"Bene! perché ne ho comprato un barattolo ma non sono sicuro di riuscire a finirlo da solo. Tuttavia.."
Zayn si schiarì la voce.
"Tuttavia non puoi rimandare il momento del bagno ancora una volta. Niente bagno, niente gelato"
Aggiunse il moro.
Un paio di giorni prima Niall le aveva preparato una vasca calda e fu l'unica volta in cui diede dimostrazione di possedere anche lei delle corde vocali.
Le urla riempirono l'intero piano tanto che Harry, ancora con i postumi della sera precedente, tentava invano di coprirsi le orecchie.

Ali osservò a turno Zyan e Liam, dopodiché spostò l'attenzione sugli altri due, magari in cerca d'aiuto.
Incrociò le braccia al petto, piuttosto offesa.
Ad interromperli fu proprio Harry, lavato e profumato, stringeva le chiavi dell'auto e un paio di occhiali da sole.
"Esco solo per dieci minuti, il tempo di.."
"Io me ne vado!" Urlò Louis dirigendosi verso la porta, non prima di aver afferrato il giubbotto.
A ruota lo seguirono gli altri,Niall per ultimo che regalò una pacca sulla spalla ad Harry.
"Scusa amico"

Dopo un'ora di estenuante ricerca, Harry si lasciò andare sul divano.
Non trovava le sue sigarette ma era più che convinto di averle lasciate sopra il letto la scorsa sera. Neanche una benedetta sigaretta in quella casa, assurdo se si vuole considerare una cosa: tutti lì fumavano e lasciavano in giro pacchetti a non finire.
Alison lo fissò con aria interrogativa.
"Ho perso le mie sigarette"
Affermò Harry, tristemente.
"Le avevo lasciare in camera e.. Aspetta, tu le hai viste?"
Aveva notato lo sguardo colpevole della bambina, che scosse lentamente il capo.
"Dimmi la verità"
Alison prese a grattarsi il capo, lo faceva anche lui quando era nervoso. Perché prendere le sue sigarette? Insomma, cosa se ne potrebbe mai fare una bambina di cinque anni.
Velocemente salì al piano di sopra, dirigendosi verso la valigia di Ali. Dopotutto era l'unico posto in cui avrebbe potuto nasconderle. Almeno cinque pacchetti di sigarette e varie sfuse erano nascoste sotto i suoi vestiti.
"ALISON"
Non dovette aspettare molto prima di vederla entrare.
Questa spalancò la bocca, corse verso di lui strappandogli il pacchetto da mano per poi gettarlo nuovamente nella valigia.
Ci si sedette sopra a gambe incrociate; no, non avrebbe assolutamente permesso che toccasse quelle sigarette. Nè lui, nè tutti gli altri.
Harry la fissò come se avesse a che fare con una pazza da manicomio. Lentamente si alzò da terra e le puntò un dito contro.
"Sentimi bene piccola peste, ti conviene alzarti e lasciarmi prendere le MIE sigarette altrimenti.. Altrimenti ti metterò in punizione."
Punizione? E cosa avrebbe potuto farle? Già era rinchiusa in casa come una reclusa.
"No"
La sentì pronunciare.
Aveva parlato! E la sua voce era la più tenera del mondo..
Ma rimaneva comunque una bambina disgraziata che non voleva assolutamente avere tra  i piedi.

Alison aveva il viso sporco di sugo di pizza, il suo svolazzante vestitino turchese era tutto stropicciato e macchiato qua e là di cioccolato.
"Bene"
La afferrò per un polso trascinandola verso il bagno e sollevandola appena la fece entrare nella vasca.
"Allora faremo il bagno!"
La spogliò di tutti i vestiti ed aprì l'acqua calda. Continuava a dimenarsi e lamentarsi peggio di un cane.
"E sta un po' ferma, accidenti!"
Harry afferrò la spugna e la passò lungo tutto il corpo della bambina che, chissà per quale motivo, tremava.
Subito dopo le fece due passate di shampoo e la tirò fuori, avvolgendola in una asciugamano.

Quelle azioni mostrarono un'altra caratteristica di Harry, la premura che solo un papà può avere verso la propria figlia, nonostante il riccio rimanesse comunque parecchio impacciato.

Harry avvertì questo suo cambiamento e ne fu quasi spaventato.
Le infilò un accappatoio a mo' di cucciolo di panda che le sfiorava le caviglie e la rendeva tanto tenera. Ripensò alla madre, domandandosi come avesse potuto fare una fine del genere con una figlia come Alison.
"Quindi, domani ritorni all'asilo giusto? Insomma è lunedì"
Alison gli si avvicinò lentamente, allungando la mano verso il suo viso e cominciando disegnare cerchietti sulla sua guancia. Il riccio rimase immobile, quasi paralizzato a dire il vero. Guardò per la prima volta sua figlia, non una bambina qualunque, ma SUA FIGLIA.
Le iridi verdi, i capelli bagnati, le guance rosee e l'angolo destro delle labbra all'insù.

Ad interrompere quel momento di dolcezza fu Paul, che possedeva le chiavi di casa e non aveva alcun problema nell'entrarci come se si trattasse di casa sua.
"Harry!"
Urlò dal piano inferiore.

Alison.Where stories live. Discover now