-Differenze.

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Christine's P.O.V.

"Christine,"

Con un gemito tirato aprii gli occhi.

"Christine! Sto entrando, tra un secondo, ok?" Era mia mamma.

Sbadigliai nel cuscino, guardando verso la porta.

Ma non potevo. Perché un corpo era steso davanti a me, bloccando la mia vista. Jason.

Mia mamma non poteva vederlo! Non così. Avrebbero pensato che ero diventata una sgualdrina, che prende ragazzi a caso con loro a casa.

"Jason," sussurrai, posando una mano sulla sua guancia. Sembrava adorabile. Pacifico e innocente. Sbuffai. Che scherzo. Com'era possibile? Non lo so. Forse perché gli occhi rabbiosi erano chiusi, il suo respiro era calmo come il suo petto che si muoveva lentamente su e giù.

"Jason!" sibilai, come lui semplicemente continuò a dormire.

"Cosa?" mormorò con gli occhi chiusi, avvolgendo con un braccio il mio collo.

"Jason ti devi nascondere! Mia mamma sta arrivando!" urlai sussurrando.

I suoi occhi si spalancarono.

Entrambi saltammo dal letto.

Guardai disperatamente per la stanza. Provai a spingerlo nel mio armadio, ma era troppo grande.

"Qui!" dissi, puntando sotto il letto.

"Ma sono claustrofobico!" Jason piagnucolò come un bambino. Roteai gli occhi. Lui, un criminale? Mi prendi in giro.

Spingendolo sotto il letto, mi sdraiai di nuovo nel letto, agendo naturalmente.

Infilai una mano giù verso di lui, sperando che avrebbe potuto aiutare un po' la sua claustrofobia. Lui prese immediatamente la mia mano, così iniziai ad accarezzare il retro della sua mano con il pollice.

"Christine?" Mia mamma sussurrò, sporgendo la sua testa nella mia stanza.

"Ehm, ciao mamma," dissi tranquillamente.

"Perché non sei già in piedi? Non vai a scuola oggi?" Suonò preoccupata.

"No, credo di aver preso freddo," dissi fingendo un colpo di tosse.

"Oh, principessa," Mia mamma mormorò, baciandomi la guancia.

"Devo andare ora, rimettiti presto! Chiamami se c'è qualcosa che non va, okay?" Sorrise, ondeggiando leggermente verso di me.

"Lo farò," dissi fingendo un sorriso. Fu terribile mentire alla persona che rispetti di più al mondo.

Secondo dopo, sentii la porta chiudersi, e un sospiro di sollievo scappò dalle mie labbra.

Lasciai la mano di Jason, aspettandomi che uscisse fuori. Ma non lo fece. Solcai le sopracciglia.

"Puoi uscire ora," mormorai, roteando gli occhi. Niente.

"Jason," sospirai, chinandomi, guardando sotto il letto. Se ne era andato.

"Ma che," mormorai a me stessa.

"MUHAHA!" Jason urlò da dietro, avvolgendomi tra le sue braccia.

"ARGH!" Urlai scioccata, nascondendo la faccia nelle mie mani.

Jason iniziò a ridere istericamente, cadendo indietro sulla sua schiena.

"Jason testa di cazzo!" dissi, ma non potei fare a meno di ridacchiare.

Precious (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora