02. Non mi innamorerò mai di te.

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Torniamo in classe e abbiamo educazione fisica.
Entra il prof e si presenta.
Quant'è bellooo.

Entro negli spogliatoi con Ludovica e ci cambiamo.

Mi cambio e usciamo.
"Bene ragazzi, oggi ci sarà Mirko con noi!"
Perfetto.

Mi guarda con uno sguardo pervertito.

Di colpo Ludo mi da' una gomitata facendomi tornare alla realtà.
"E stai sempre tra le nuvolee, te lo faccio conoscere."
"No ma cosa."
"Sì."

E se ne va da Mirko.
Dopo torna con lui e chiedo al prof di andare in bagno.

Corro in bagno e ci rimango.
No ma che conoscere Mirko.

Mi sta antipatico.
Poi non mi piace nemmeno, anzi lo odio.

Mi arriva un messaggio, sblocco i telefono ed è lei.
"Su dai non fare la bambina e vieni."
"No, non lo voglio conoscere. Mi sta antipatico."
"Va bene, ma vieni."

Esco dal bagno e ritorno in palestra.
"Giorgia, stiamo facendo una specie di pallavolo a coppia, tu stai con Mirko."

No.

"Ma io volevo stare con Ludovica." Rispondo indicandola.
"Ma lei sta già con Giacomo."
Perfetto.

Vado da Mirko con la palla e iniziamo a giocare.
"A quanto pare siamo in 'squadra' insieme eh."
"Si ah-ah-ah."
"E dai so' che mi odi."
"A quanto pare lo hai capito."
"No, tu mi ami."
"No."
"Si. Ah e i sentimenti che provi per me sono ricambiati, ti odio anche io."
"Senti vuoi giocare o devo darti un calcio alle palle?"
Non risponde e facciamo 'pallavolo'.

"Com'è andata?" Mi domanda Ludo.
"Eh?"
"Con Mirko daii!"
"Abbiamo parlato e pensa che lo amo, quale problema gli afflige dio mio."
"Ma dai, ti piace."
"No cavolo, perché insistete?"
"Perché magari è vero."
"Ma no. Torniamo in classe che ci aspettano tre ore di lingue."
"Perché che c'è ora?"
"Inglese, francese e tedesco."
"Che palle."

Entriamo in classe e cominciamo le lunghe tre ore.

Finita la scuola torno a casa.

Quando attraverso la strada mi cade il cellulare e mi abbasso oer prenderlo.

*suono del clacson*
"Oh cazzo stai attenta che tra poco ti investivo con la mia macchinetta!"

Alzo la testa per vedere chi è ed è lui, Mirko.

Sempre davanti sta'.
"Ah piccolina ancora tu."
"Ah-ah-ah dio mio non ti sopporto proprio."
"Ma se mi ami."
"Ancora? Basta."
"E vabbè, ti accompagno a casa?"
"No grazie vado a piedi. Devo camminare molto."
"Hai perso il pullman?"
"Sì."
"Vieni che ti accompagno a casa."
"Grazie."

Gli spiego la strada e partiamo.

"Allora come ti chiami?"
"Giorgia."
"Uh uh giorgina."
"No anche tu, ti prego."
"Giorgina."
"Mirketto."
"No dai."

Parliamo per tutto il tragitto e scendo.

"Grazie Mirkè. Ci vediamo domani."
"Ciao Giorgì."

Vado a casa e mangio il pranzo.

"Giorgia, è arrivata questa stamattina per te. Da un certo Mirko."
"Va bene, grazie papi."

Mi dirigo in camera mia e scarto la busta.
'Sei una puttana, mi piaci.'
No vabbè AHAHAHAH.
Prima dice di odiarmi e poi mi invia questo.

*squillo del cellulare*
"Pronto?"
"Giorgina."
"Mirketto."
"Hai ricevuto la busta?"
"Si, e sei ridicolo."
"Grazie lo so."
"Ma dai."
"Vabbè volevo chiederti se volevi uscire con me domani pomeriggio."
"Va bene. Ciao."
"No dai parliamo."
"Okay."
"Sei fidanzata?"
"No."
"Bene."
"Perché?"
"No così."
Stiamo un'ora e mezza a parlare al telefono.
Dai è simpatico.
Non è così male come pensavo.

R(e)(si)s(ti)(amo). •MIRKO TROVATO•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora