Sogni e chiamate notturne

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Personaggi: Mika
Coppia: Nessuna, accenni Mikandy
Prompt:1, 2, 3...FlashFic!
Parole-chiave: Bulli/Insonnia/Cicatrice
(Consiglio di leggere ascoltando, se ne avete la possibilità, il notturno n*9 di Chopin, mi ha ispirato quello, lo trovo particolarmente interessante. Allego il link che ho passato ore ad ascoltare: https://youtu.be/uELhJmYq2i0 )

Si girava e rigirava nel letto, senza riuscire a trovare una posizione comoda. Continuava a pensare all'incubo appena terminato. Cercava disperatamente di seguire i consigli di Andy, davvero, ma semplicemente non riusciva a dimenticare il suo passato e quello che gli aveva lasciato. Si passò una mano sotto la testa, girando il cuscino, sdraiandosi supino. Melachi, sentendo tutto quel rumore insolito, si affacciò nella stanza, per poi salire sul letto ed iniziare a leccare il volto del riccio tentando di farlo sorridere.
-Mel, scusa ma non è il momento, torna a dormire. - sussurrò, per non interrompere quel silenzio notturno che adorava.
Lei in risposta, gli mise le zampe sul petto, guardandolo con aria di rimprovero.
-Smetti di fissarmi così, sembri mia madre. E lo sai che ci provo, ma non riesco a lasciarmi...quello- deglutì. -Alle spalle. Mi piacerebbe, ma non ce la faccio. -
Spesso parlava con Andy in quel modo, ma al momento erano leggermente lontani, uno in Italia e l'altro in America per una presentazione. Quindi la scelta ricadeva sulla cagnolina.
-Ci sono alcune cicatrici che non si sbiadiscono mai. E queste...queste continuerò a portarle per sempre.-
Ripensò a quel sogno che lo aveva scombussolato così tanto. Non era il peggiore che aveva avuto, ma c'erano alcuni piccoli dettagli che lo avevano terrorizzato.
Si trovava nel cortile della scuola, mentre camminava con la testa bassa, cercando di passare inosservato.
-Ehi, frocetto!- esclamò una voce. Sospirò. Nemmeno quel giorno avrebbe scampato l'umiliazione pubblica.
"Anche oggi, botte. Anche oggi, inventarsi una scusa a casa." Pensava.
I ragazzi che lo buttarono a terra erano senza volto, facce anonime, potevano essere chiunque. Eppure, tutti avevano gli stessi occhi, azzurri come il cielo d'estate, occhi che conosceva, sinonimo di sicurezza e di amore per il riccio. Ed ora erano lì, che lo picchiavano e insultavano. Era stato quello che lo aveva spaventato di più. Si fidava di Andy, gli avrebbe affidato la sua stessa vita senza esitare, ma era rimasto comunque toccato.
-Ok, da lui è ancora presto, lo chiamo.-
Prese il cellulare e digitò velocemente il numero, sentendo il telefono squillare dall'altra parte.
-Mika! Perché mi chiami a quest'ora? Da te saranno tipo le quattro di mattina!- la voce profonda del suo fidanzato rispose sorpresa. Non era mai un buon segno quando chiamava a quelle ore improbabili, l'ultima volta sua sorella era caduta da una finestra.
-Ehi, ciao...- salutò debolmente l'altro.
-Ciao... che succede? -
-Oh, niente, solo uno stupido sogno, nulla di che.-
-Mika...-
-Ok, ok. Ho sognato la scuola. I ragazzi che mi picchiavano. Avevano...avevano tutti i tuoi occhi, era orribile. - detestava piangere, aveva versato fin troppe lacrime da ragazzo e non aveva intenzione di usarne altre. Passarono un paio d'ore a parlare, mentre il biondo tentava di consolare Mika. Alla fine lo salutò, augurandogli buona notte (o giorno) e dicendogli:
-Alcune cicatrici non andranno mai via del tutto, lo sai. Ma penso anche che fanno parte di te e di quello che sei, non devi rinnegare o dimenticare la tua storia, quella ti rende speciale. Non dimenticarlo mai. Ti amo, capito? Ricordatelo.-
-Ti amo anch'io, grazie.-

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⏰ Last updated: Feb 16, 2016 ⏰

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