Holleveeg

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Anne era appena arrivata alla Finnmarken. L'imponenza della vecchia nave, datata 1954, non lasciava presupporre che qualcuno avesse osato violarla. In prossimità dell'ingresso principale, sulla fiancata dell'imbarcazione, trovò la collega Lotte insieme ad alcuni pezzi grossi della Compagnia. Per fortuna sembrava non ci fossero giornalisti. Le facce di tutti erano cupe e non lasciavano presagire nulla di buono. Si stupì di quella folla, evidentemente c'era un collegamento informativo diretto e continuo tra le forze dell'ordine e la proprietà. Purtroppo era presente anche il Chief Executive in persona: Harold Holleveeg, un uomo piuttosto pieno di sè e poco conciliante. Si avvicinò alle due donne a passi spediti: "La ritengo responsabile per quello che è successo, signorina Arnesen" fece in tono cagnesco a Lotte, "Ogni anno, spendiamo palate di corone per perfezionare la preparazione dei nostri vigilantes e poi ci facciamo fregare come pivelli da un ladruncolo sprovveduto, è inaudito!" continuò nella sua melina, dando un calcio ad una pietra marina con le sue scarpe tirate a lucido. "Signora Mittevaag!" si rivolse ad Anne, "Domattina alle ore 9,00 nel mio ufficio ci riuniremo con gli altri rappresentanti della Compagnia. Decideremo il da farsi sia riguardo le azioni da mettere in atto per il ritrovamento della refurtiva che per l'eventuale ammenda a Lotte e alle guardie turniste", "Naturalmente", continuò, "Verrà pure lei, signora Arnesen...Dovrà esporci nel dettaglio come sono andate le cose, benchè i filmati parlino fin troppo chiaro!...". Detto questo, senza nemmeno attendere la risposta delle donne, se ne andò sbuffando e imprecando verso la sua lussuosa Porsche Cayenne, parcheggiata poco più in là. 

Quando il grande capo sparì dalla vista di tutti, i vari funzionari fecero capannello intorno a Lotte. Ci fu chi profferì parole di conforto, ma anche persone che misero in dubbio la sua professionalità. Di fronte ai tentativi di denigrazione e alla frustrazione conseguente dell'amica, la signora Mittevaag mise in campo tutto il suo carisma, affermando che la ragazza, nei suoi anni di servizio, aveva svolto i propri compiti sempre con la massima serietà. 

In quanto responsabile della vigilanza aveva avuto nella fattispecie le sue colpe, ma sarebbe stato il Consiglio di Amministrazione a decidere, dopo averne sentito la testimonianza. "E' facile giudicare se non si è direttamente coinvolti nella situazione!" continuò Anne, che concluse: "Siamo una squadra, è in questi momenti che dobbiamo rimanere uniti, facendo ciascuno la sua parte"... A quelle parole il capannello di persone, chi bofonchiando, chi apprezzando il gesto, si allontanò. Prima di andar via Lotte mise una mano sul braccio dell'amica: "Grazie..." le disse timidamente.


Bjarne Molder si trovava per caso, la sera del furto alla imponente nave museo, nei pressi del porto. La moglie l'aveva cacciato di casa per l'ennesima volta dopo essere rientrato ubriaco fradicio e senza più uno straccio di quattrini in tasca. La sua vista non poteva essere acuta per via dell'oscurità e delle alticcie condizioni, ma poteva giurare su quanto più caro che un uomo vestito di nero era sceso a cavalcioni sulla sabbia e si era allontanato con un grosso e pesante sacco. Il mattino dopo, sul posto di lavoro, sfogliando un giornale aveva subito ricollegato la notizia a quanto aveva osservato. Era incerto se parlarne o meno coi colleghi della centrale termica. Era il caso di impicciarsi in faccende non sue? Doveva comportarsi come un onesto cittadino e agire per il bene della collettività, così facendo magari mettendo in salvo altre vite umane, o conveniva lasciar perdere?

Provò ad accennare qualcosa a Ingemar, il suo amico più fidato tra quei compagni di bevute. Questi, da uomo retto qual era, lo aveva subito invitato a mettersi in contatto con la Polizia. Tornato a casa, dopo essersi per l'ennesima volta riappacificato con Else, promettendole un weekend romantico ad Oslo, e passata una notte pressochè insonne per i pensieri, tra mille titubanze decise che avrebbe seguito il consiglio del collega di lavoro.

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