~parte 5~

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Quel mondo, pur meraviglioso, aveva un che di sinistro.

Oltre le montagne verdi e sullo sfondo del cielo di un azzurro potente, Eluana poteva vedere una piccola riga scura all'orizzonte.

Guardarla la metteva a disagio, quella sottile linea cupa e nera avanzava sempre di più, avvicinandosi al suo corpo etereo e trasparente.

Fatta ormai di aria, non poteva impedirsi di fare quello che voleva. Volava senza una meta e i suoi movimenti incostanti la facevano volteggiare dapprima dolcemente, poi all'improvviso trascinandola e scuotendola come una piccola foglia di un albero durante una tempesta.

Veniva sconquassata brutalmente e attirata sempre di più dalla bocca nera e ingorda della strana figura che appariva all'orizzonte.

Era in balia della forza della natura e lei, inerme, non poteva fare niente. Non riusciva nemmeno a comprendere quello strano fastidio che sentiva provenire dall'alto, un fastidio che piano piano si stava trasformando in un qualcosa che forse lei aveva già conosciuto quando possedeva un corpo.

Non sapeva definirlo, ma c'era qualcosa che intralciava il suo volo, qualcosa che la stava trattenendo e frenando.

Con il braccio sinistro allungato nel vuoto, Alex stava tenendo Eluana per i capelli, mentre con la mano destra si afferrava disperatamente al bordo del muretto.

Aveva agito d'istinto. Non appena aveva visto Eluana salire sul cornicione, con tutta la forza dei suoi vent'anni Alex era corso all'impazzata verso di lei. Aveva corso per salvarla, per tutte le adolescenti che decidevano stupidamente di farla finita, per la disperazione e la cieca volontà di spezzare un destino già segnato. Aveva corso a perdifiato verso quell'anima fragile e marchiata da chissà quale pazzo dolore.

Aveva visto compiersi davanti ai suoi occhi quel gesto insulso che, come tale, doveva essere fermato a ogni costo.

Come in una moviola, Alex era scattato in avanti e aveva allungato il braccio come meglio poteva. Nel farlo aveva perso il walkie talkie, che nel trambusto era scivolato a terra e si era frantumato ai piedi del palo della luce.

Nello slancio finale, mentre ormai Eluana si era lanciata nel vuoto, con la mano sinistra spalancata Alex ne aveva sfiorato la chioma e le sue dita forti si erano chiuse prontamente attorno a un folto ciuffo di capelli che volteggiava all'insù.

Eluana aveva sbattuto violentemente la testa sul bordo del parapetto perdendo i sensi e ora Alex si trovava affacciato sul vuoto, in una posizione alquanto difficile e pericolosa.

«Mio Dio, qualcuno mi aiuti! Aiuto! Aiuto!»

Fradicio, bagnato fino alle ossa, con i capelli appiccicati sulla faccia e il battito cardiaco alle stelle, Alex cominciò a piangere e a urlare.

La pioggia aumentò, ma lui, seppure stremato e sconvolto, non cedeva.

«Non ce la faccio più. Forza Alex, dai, resisti!»

Le parole uscivano dalla sua bocca spontaneamente, come per darsi coraggio.

Si sentiva obbligato a salvare quella giovane vita e nulla al mondo lo avrebbe fatto desistere. Avrebbe cambiato il destino di quella ragazzina e non sarebbe morto anche lui. Avrebbe portato in salvo tutti e due ma la fatica cominciava a tormentarlo, le braccia intorpidite si stavano ghiacciando e non avrebbe potuto durare ancora a lungo in quella scomoda posizione.

Nel frattempo una piccola folla di curiosi, sentendo le urla disperate della giovane guardia, si era accalcata sulla strada e sul marciapiede.

Incuranti della pioggia che scendeva ormai torrenziale, stavano lì ognuno col proprio ombrello a guardare terrorizzati l'evolversi degli eventi.

Non mancavano i commenti delle persone che guardavano morbosamente la scena terrificante, consce di essere testimoni di un fatto assurdo che si stava consumando proprio davanti ai loro occhi.

Qualcuno prontamente prese il cellulare e chiamò i soccorsi, chi i vigili del fuoco, chi la polizia, ma ci fu anche qualcuno che brutalmente cominciò noncurante a filmare la macabra scena della ragazzina inerme, a penzoloni nel vuoto e probabilmente svenuta, tenuta per i capelli da una guardia a venti metri dal suolo.

I cameraman improvvisati si facevano largo tra la piccola folla imprecando di tanto in tanto perché spintonati e tallonati da altre persone che, altrettanto curiose, cercavano uno spazio in prima fila per assistere a quello spettacolo atroce e crudele che non lasciava speranze ai due protagonisti.

La pattuglia della polizia arrivò a sirene spiegate, così come le ambulanze e i vigili del fuoco, che intervennero per primi, facendo sgombrare in tutta fretta la strada, transennandola e posteggiando l'autopompa in prossimità del muro perimetrale del centro commerciale. Azionarono l'autoscala, che poteva arrivare fino a cinquanta metri d'altezza, e in pochi secondi un pompiere si avviò verso l'alto per recuperare Eluana, tenuta in vita grazie alla forza della disperazione di un ragazzo di soli vent'anni.

Prigioniera Dei Sogni Where stories live. Discover now