Capitolo 12

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3 gennaio 1978

Per la prima volta in vita sua, Lily Evans non aveva nessuna intenzione di tornare a Hogwarts.
Il problema, ovviamente, non era il dover tornare a scuola. Il problema era trovarsi faccia a faccia con James Potter.
Quella mattina, Lily si era svegliata e, dopo essersi vestita e aver fatto colazione, aveva caricato le valige in macchina ed era andata alla stazione di King's Cross insieme ai suoi genitori. Per tutta la durata del viaggio, era rimasta in silenzio a fissare un punto imprecisato fuori dal finestrino, cercando di non pensare a cosa sarebbe successo quando avrebbe rivisto James.
Arrivata alla stazione, aveva salutato i suoi genitori e aveva raggiunto Marlene e Mary al binario 9 ¾. Non si vedevano da due giorni soltanto, ma Marlene non riuscì a trattenersi dall'abbracciarla.
"Hai parlato con Alice?" chiese, dopo essersi allontanata.
Lily annuì. "Le ho scritto una lettera dopo che siete andate via, la sera di Capodanno. Si è arrabbiata perché non le ho detto subito quello che era successo tra me e James."
"Come pensavo." disse Mary.
La sera di Capodanno, Mary aveva ripetuto più volte a Lily che avrebbe dovuto raccontare tutto ad Alice.
Alice era stata la prima vera amica di Lily (se si esclude Severus Piton). Si erano conosciute sulla barca che, il primo giorno del loro primo anno a Hogwarts, le aveva portate dalla stazione di Hogsmeade al castello. Da quel giorno, non si erano mai separate.
L'amicizia che le legava era più forte di qualsiasi altra cosa. Marlene, spesso, si sentiva un po' gelosa del rapporto che c'era tra Lily e Alice: lei non aveva mai avuto un'amica che potesse considerare parte di lei e, per quanto il suo rapporto con le sue compagne di stanza fosse forte, non sarebbe mai stato come quello tra Lily e Alice.
Mary, invece, non aveva mai dato troppo peso alle amicizie. Non aveva mai avuto un'amica del cuore o qualcuno che sapesse davvero ogni cosa di lei; sapeva che le sue compagne di stanza le sarebbero state accanto se ne avesse avuto bisogno e questo le bastava.
"Avete già visto i ragazzi?" chiese Lily, cercando di fingersi indifferente.
Marlene annuì. "Sono laggiù."
Lily sollevò lo sguardo verso il punto indicato da Marlene, giusto in tempo per vedere Sirius che si stava incamminando verso di loro.
Non era ancora pronta a vedere James e, anche se sapeva che non poteva più scappare, doveva fare il possibile per posticipare il loro incontro.
Sapeva che quel momento sarebbe arrivato e aveva sempre saputo che sarebbe stato difficile, ma in quel momento un vero e proprio senso di panico si stava impadronendo di lei.
"Vado a cercare uno scompartimento." disse, e senza lasciare il tempo alle amiche di rispondere salì sul treno.


Trovare uno scompartimento libero non era mai semplice, Lily ormai lo sapeva bene, ma quel giorno sembrava che fosse ancora più complicato del solito.
Aveva percorso quasi metà treno prima di trovare, finalmente, uno scompartimento vuoto, ma passò in secondo piano quando si accorse che James Potter stava camminando verso di lei.
James si immobilizzò appena vide la ragazza, indeciso se continuare a camminare o tornare indietro.
Sapeva che sarebbe stato difficile rivederla, ma non immaginava così tanto.
"Ciao." disse Lily, appena vide che James stava per andarsene. Non sapeva nemmeno cosa l'avesse spinta a parlare; sapeva solo che una parte di lei moriva dalla voglia di parlargli.
"Ciao." sussurrò lui.
"Stavo cercando uno scompartimento libero." disse Lily. Non capiva perché sentisse il bisogno di dire a James cosa stesse facendo. Forse era solo un modo per cercare di fare conversazione.
"Anch'io, ma sono tutti occupati da questo lato" rispose James, indicando un punto dietro di lui.
"Anche da questo lato"
"Prendilo tu. Io posso andare a sedermi con i ragazzi della squadra." disse James, accennando un sorriso. Poi oltrepassò Lily senza nemmeno guardarla in faccia.
Passò qualche secondo prima che Lily fosse in grado di parlare di nuovo e, quando lo fece, James si era già allontanato parecchio quindi dovette urlare per farsi sentire.
Il ragazzo, sentendosi chiamare, si voltò verso Lily domandandosi per quale motivo lei lo avesse fermato, ma non dovette aspettare molto per avere una risposta.
"Tra meno di sei mesi ce ne andremo da Hogwarts e saremo considerati a tutti gli effetti degli adulti." iniziò Lily.
James aggrottò le sopracciglia confuso, senza capire dove volesse arrivare con quel discorso, e Lily fu costretta a spiegarsi meglio. "Quello che intendo è che possiamo comportarci da adulti già da adesso e gestire la situazione con maturità."
"Stai proponendo di dividere lo scompartimento?"
"Se ti va." disse Lily stringendosi nelle spalle.
James rimase per un po' in silenzio, cercando di decidere come comportarsi. Lily gli mancava così tanto che avrebbe dato qualsiasi cosa per trascorrere del tempo con lei, ma sarebbe stato in grado di passare il viaggio seduto di fronte alla sua ex ragazza (della quale era ovviamente ancora innamorato) e comportarsi come se non fosse nulla di più che un'amica?
Avrebbe voluto mentire a se stesso e dirsi che sarebbe stato in grado di sopportare quella situazione, ma in fondo sapeva che non era così. Tuttavia, si ritrovò ad annuire e a seguire Lily all'interno dello scompartimento.


La presenza di Sirius, Remus, Marlene e Mary era stata decisamente utile per allentare la tensione.
Prima Sirius e Marlene avevano battibeccato un po' a proposito di un ragazzo di Corvonero che, a sentire Sirius, ci aveva provato con Marlene mentre, a sentire la ragazza, le aveva semplicemente chiesto come erano andate le vacanze invernali. La loro piccola discussione aveva scatenato l'ilarità di tutti i presenti, compresi James e Lily che, dopo un momento iniziale in fase rigido come un tronco d'albero, si erano sciolti e avevano partecipato attivamente alla conversazione cercando di dare un po' ragione a entrambi e sorridendo ogni volta che Marlene o Sirius dicevano qualcosa tipo: "Tanto sai che ho ragione io!"
Dopo un po', Sirius si era appisolato come al solito e Remus aveva chiesto a Lily un consiglio su un tema di Rune Antiche che il professore aveva lasciato da fare per le vacanze. I due avevano chiacchierato un po', sotto lo sguardo schifato di James, Mary e Marlene che proprio non capivano come si potesse già parlare di compiti se non erano ancora nemmeno arrivati a scuola. A quel punto, Remus si era scusato e Mary aveva preso in mano la conversazione parlando dei regali che aveva ricevuto a Natale. Il discorso, così, si era spostato su vestiti e rossetti e Remus, dopo aver lanciato un'occhiata a James, aveva preso un libro a caso dalla sua borsa a tracolla e aveva iniziato a leggere.
James aveva tenuto lo sguardo fissò sul paesaggio oltre il finestrino per un po', pensando a quanto fosse deprimente essere costretti a stare seduti di fronte a Lily senza poterla stringere a sé, come invece avrebbe voluto fare.
Con uno sbuffo piuttosto forte, James si alzò e camminò verso la porta dello scompartimento, urtando per sbaglio la gamba di Sirius e svegliandolo.
"Ramoso, dove vai?" chiese l'amico con la voce ancora impastata per il sonno.
Intanto, le ragazze e Remus avevano abbandonato le loro attività e stavano fissando James.
"Ho bisogno di sgranchirmi le gambe. Non ce la faccio più a stare seduto qui." disse James, prima di uscire.
Sirius fece per alzarsi e uscire dopo di lui, ma Lily lo fermò. "Vado io."
"Sei sicura?"
Lily annuì. "Credo che sia colpa mia se gli da così fastidio stare qui. Tocca a me risolvere la cosa."
Sirius fece una smorfia che Lily interpretò come un modo per dirle "Capisco e mi dispiace per quello che state passando" e la guardò uscire dallo scompartimento.
"Devo cercare una cassetta del pronto soccorso? Non sappiamo in che condizioni saranno dopo essersi affrontati" disse Mary.
Sirius la fissò per un attimo, poi spostò lo sguardo verso la porta dello scompartimento, quasi come se sperasse di vederli, e disse: "Non credo esistano cassette del pronto soccorso in grado di curare il cuore spezzato."


James appoggiò la fronte contro il vetro del finestrino e chiuse gli occhi. Stare accanto a Lily facendo finta che non fosse successo nulla si era rivelato più difficile del previsto.
Per un po', era riuscito ad ignorare il problema e aveva finto che andasse tutto bene. Per un po' aveva anche funzionato, ma poi era ritornato alla realtà e si era sentito come se un grosso peso gli stesse schiacciando lo stomaco. Sapeva di non poter restare un minuto di più in quel scompartimento senza impazzire, così si era alzato ed era uscito in corridoio.
Aveva camminato per un po' prima di fermarsi e appoggiarsi al finestrino, cercando di ritrovare un minimo di autocontrollo.
Ma quale autocontrollo? Quando c'era Lily di mezzo, James non era in grado di avere autocontrollo. Non lo era mai stato e i loro continui litigi in mezzo ai corridoi negli ultimi anni ne erano la prova.
"Stai bene?"
James aprì gli occhi di scatto sentendo la voce di Lily.
"Sì" rispose continuando a tenere la fronte premuta contro il vetro.
"Davvero? Sei scappato via all'improvviso."
James sospirò e si voltò verso Lily. Si prese qualche secondo per guardarla, per studiarla. Si stava torturando i capelli raccolti in una treccia, come se quel gesto servisse a diminuire l'ansia e il nervosismo che la attanagliavano.
"E la cosa ti sorprende, Lily?"
Lei rimase in silenzio, senza sapere come rispondere. Era ovvio che non era sorpresa.
"Lily, sono felice che tu riesca a comportarti da adulta e a gestire la situazione con maturità, ma io non ci riesco. Non ce la faccio, ok? Evidentemente non sono abbastanza maturo."
"James, smettila di fare così" disse Lily alzando gli occhi al cielo.
"Di fare cosa? Ti sto solo dicendo la verità! Io non riesco a starti vicino sapendo che ti ho persa. Ci ho provato e non ce l'ho fatta. Non c'è altro da dire."
"Oh santo cielo, James! Perché devi rendere tutto così difficile?" disse Lily. Stava perdendo la pazienza. Sapeva che non era semplice gestire la situazione, ma almeno lei ci stava provando. Perché non poteva farlo anche James?
"Perché ti amo, maledizione!"
Fu come se il tempo si fosse fermato.
James e Lily rimasero a fissarsi in silenzio per quella che sembrò un'eternità.
Nessuno dei due aveva mai detto quelle parole, anche se entrambi erano certi di essere innamorati. Non c'era mai stata l'occasione giusta e sembrava che avessero così tanto tempo davanti a loro che nessuno dei due si era preoccupato di far sapere i propri sentimenti all'altro.
Avevano continuato a ripetersi: "Abbiamo tempo, ci sarà l'occasione per dirlo"
E poi, all'improvviso, avevano esaurito il tempo prima di dirsi che si amavano e ora la cosa era uscita in quello che sembrava essere in assoluto il momento peggiore.
James aveva parlato senza pensare, più o meno come aveva sempre fatto quando si trattava di Lily. Quel ti amo era uscito dalle sue labbra prima che potesse fermarlo e ora Lily lo stava fissando a bocca aperta, indecisa su come comportarsi.
"James..."
"Credo che andrò a sedermi con i ragazzi della squadra. Ci vediamo più tardi" disse James, interrompendo qualsiasi cosa stesse per dire Lily e voltandosi per dirigersi allo scompartimento dei compagni di squadra.
Lily rimase a fissare il corridoio per un po', anche dopo che James era ormai scomparso.
Le aveva detto che la amava. E anche lei lo amava!
Ma l'amore che provava era abbastanza per mettere da parte le loro incomprensioni?


12 gennaio 1978

Lily si stropicciò gli occhi e sbuffò sonoramente. Quel maledetto tema di Trasfigurazione la stava facendo impazzire.
Stimava moltissimo la professoressa McGranitt, ma bisognava ammettere che per il giorno successivo aveva assegnato un compito ingestibile: dieci pagine sulla trasfigurazione umana. Dieci!
Come si fa a scrivere dieci pagine su una cosa del genere? Lily ne aveva scritte appena tre e aveva già esaurito le idee.
"Sei in crisi per Trasfigurazione?"
Lily spostò le mani dal viso e vide che, davanti a lei, Remus la guardava sorridendo.
"Sì. Credo che mi prenderò una pausa e continuerò più tardi. Di certo, in queste condizioni, non riuscirei a scrivere nulla di decente" disse Lily.
Remus abbozzò un sorriso e si sedette di fronte a lei.
La Sala Comune era vuota, fatta eccezione per un paio di ragazzi del secondo anno che stavano chiacchierando davanti al camino.
Lily appoggiò la testa sul tavolo ripensando a quando anche lei era stata una studentessa del secondo anno. Tutto sembrava più bello: meno compiti, più tempo libero, nessuna ansia all'idea di entrare a far parte del mondo reale, nessun problema con i ragazzi...
"Stai bene?" chiese Remus, interrompendo i suoi pensieri.
Lily sollevò la testa e annuì. "Sono solo un po' stanca. Sai, la scuola, gli esami..."
"...James" concluse Remus.
"James." concordò Lily facendo una smorfia.
"Non vi siete più parlati da quel giorno sul treno?"
Lily scosse la testa. Aveva provato a parlargli un paio di volte, usando delle scuse a dir poco ridicole, ma poi si era resa conto che lui non voleva parlare con lei e che, soprattutto, in realtà lei non sapeva cosa dirgli. James aveva addirittura chiesto un cambio di turno per le ronde, e così Lily si era ritrovata a perlustrare i corridoi insieme a Margaret.
"Mi ha detto che mi ama, l'ultima volta che abbiamo parlato" disse Lily, dopo un po'.
"Lo so"
"Non me lo aveva mai detto."
"So anche questo"
Lily annuì. Ovvio che lo sapeva. James raccontava qualsiasi cosa ai suoi amici.
"Posso chiederti una cosa?" chiese Remus.
"Certo"
"Sei sicura che non ci sia più speranza? Voglio dire, so perché vi siete lasciati, ovviamente James me lo ha detto, ma davvero non riesci a perdonarlo?"
Lily sospirò. "Non è solo per quello. Una parte di me sa che ormai il rapporto con mia sorella era diventato irrecuperabile, la colpa non è da attribuire totalmente a James."
"E allora qual è il problema?"
"Mi ha nascosto delle cose. Cose che so essere importarti e che avrei voluto che lui condividesse con me. Tempo fa abbiamo discusso a questo proposito e io gli ho detto che andava bene se lui non se la sentiva di raccontarmi delle cose, ma la verità è che non è così. Io gli ho sempre raccontato tutto e avrei voluto che anche lui si fosse sentito libero di fare la stessa cosa."
"Credo di aver capito di cosa parli, ma fidati se ti dico che James ti ha tenuto nascoste alcune cose solo per proteggerti" spiegò Remus.
"So proteggermi da sola."
"Lo so e lo sa anche lui, ma ti ama e il suo primo pensiero sarà sempre tenerti al sicuro. Anche a costo di doverti tenere nascoste delle cose."
Lily aprì la bocca come se volesse dire qualcosa, ma la richiuse immediatamente senza parlare.
"Che c'è?" chiese Remus.
"Niente."
"Sei sicura?"
Lily lo guardò incerta se dire che era a conoscenza (o meglio, sospettava) del suo segreto. Una parte di lei avrebbe voluto aprirsi con Remus e parlare tranquillamente come aveva sempre fatto, ma c'era un'altra parte di lei, quella più razionale, che preferiva stare zitta e aspettare che fosse Remus a parlarne, anche se questo significava mettere da parte i problemi che la assillavano.
Remus parve capire cosa passava per la testa dell'amica perché si passò una mano sugli occhi e sospirò pesantemente, quasi come se stesse cercando di riordinare le parole nella sua testa prima di fare un discorso.
Lily, nel frattempo, aveva posato lo sguardo sul tema di Trasfigurazione senza però guardarlo veramente, ancora indecisa su come comportarsi con Remus.
"Avrai notato che mi ammalo spesso" disse improvvisamente Remus.
Lily sollevò lo sguardo verso di lui e annuì. "È quasi impossibile non notarlo."
Remus si lasciò scappare uno sbuffo simile a una risata e disse: "Già. Ormai ci ho quasi fatto l'abitudine; è iniziato tutto quando ero molto piccolo. I ragazzi se ne sono accorti subito. Inizialmente mi prendevano un po' in giro perché mi ammalavo così spesso, poi hanno iniziato a rendersi conto che la cosa succedeva con una frequenza fin troppo regolare e hanno cominciato a prestare più attenzione."
"Prestare più attenzione a cosa?"
"A me. Osservavano cosa facevo, come mi comportavo, i giorni in cui mi ammalavo... Si sono accorti che, ogni volta che stavo male, sgattaiolavo fuori di nascosto e mi infilavo in un passaggio segreto sotto il Platano Picchiatore e, una sera, mi hanno seguito. La peggior decisione della loro vita." disse Remus, con un sorriso triste sul volto.
Lily rimase in silenzio attendendo che Remus continuasse. Non voleva forzare il suo racconto in nessun modo, voleva semplicemente ascoltare quello che lui aveva da dirle.
"Il passaggio sotto il Platano Picchiatore porta alla Stamberga Strillante. Silente ha fatto piantare il Platano proprio per costruire quel passaggio e darmi la possibilità di rifugiarmi in un posto in cui non avrei fatto del male a nessuno."
"Cos'è successo quando i ragazzi ti hanno seguito?" chiese Lily con un filo di voce.
"Eravamo al secondo anno. Ora che ci penso, erano stati strani tutto il giorno. Più di una volta li avevo beccati a parlottare tra loro, ma ogni volta che mi avvicinavo smettevano. Dopo la fine delle lezioni, sono andato alla Stamberga Strillante come al solito. Mi sono accorto della loro presenza solo verso sera, ma ormai era tardi. La trasformazione era iniziata." disse Remus abbassando lo sguardo, quasi come se si sentisse colpevole per qualcosa.
"Così hanno scoperto il tuo segreto."
"In realtà, lo sospettavano già. Quella è stata solo la conferma. Da quel momento, ho cercato di allontanarmi da loro, ma ovviamente non me l'hanno permesso. Anzi, hanno trovato una soluzione per starmi vicino senza correre troppi rischi."
"Cioè?"
"Beh, dovrebbe essere James a parlartene. Ora che io ti ho detto il resto, potrà farlo. Sempre ammesso che tu decida di dargli un'altra possibilità" disse Remus sorridendo.
Lily ricambiò il sorriso e disse: "Ci penserò."
Per quanto Lily fosse certa di quale fosse il segreto di Remus, sentirglielo confessare ad alta voce era stato toccante.
Aveva detto che era iniziato tutto quando era molto piccolo. Un destino simile è crudele per chiunque, ma per un bambino era qualcosa di terribile. Come aveva fatto a sopportare quella situazione?
Eppure, nonostante la sua condizione, Remus era una delle persone migliori che Lily avesse mai conosciuto.
"Remus?"
Il ragazzo, che si era alzato e si stava avviando verso il dormitorio, si voltò verso l'amica. Lei lo guardò e, abbozzando un sorriso, disse: "Grazie."
Non aveva bisogno di dire altro dopo il suo racconto, ma un ringraziamento era d'obbligo. Non perchè lui le avesse dato modo di sistemare le sue questioni in sospeso con James, ma per il semplice fatto che avesse deciso di aprirsi con lei.

12 Passi  (Jily)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora