Capitolo 11

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31 dicembre 1977

"Sei sicuro di non voler annullare la festa?"
"Sicurissimo. Non possiamo annullare tutto, mancano solo tre ore. Non preoccuparti, starò bene."
Ma Sirius sapeva che il fatto che James dicesse di stare bene non voleva dire che stesse bene veramente.
Quando l'aveva visto tornare a casa, la sera del 24 dicembre, aveva subito capito che c'era qualcosa che non andava. James era stato ospite a casa di Lily da quando erano arrivati da Hogwarts e, secondo i programmi, avrebbe dovuto rimanere lì fino alla mattina di Natale. Poi sarebbe tornato a casa per passare la giornata in famiglia e, il giorno successivo, Lily lo avrebbe raggiunto a casa Potter, dove sarebbe rimasta fino a Capodanno.
Qualcosa doveva essere andato storto se James aveva anticipato il suo rientro.
Sirius non aveva voluto fare domande e aveva aspettato che fosse James a raccontargli cos'era successo con Lily. Non aveva dovuto aspettare molto visto che nella notte James lo aveva svegliato chiedendogli di parlare.
Appena James aveva detto che lui e Lily avevano rotto, Sirius aveva proposto di annullare la festa che avevano organizzato per Capodanno ma James aveva rifiutato. La festa ci sarebbe stata, con o senza Lily.


Marlene non era sicura del perché avesse deciso di farsi convincere a partecipare alla festa di Capodanno di James. L'alternativa, in effetti, sarebbe stata rimanere a casa da sola, quindi forse per una sera poteva fare uno sforzo e mettere da parte i problemi che c'erano tra lei e Sirius. E poi, non era obbligata a passare la serata con lui. C'era Mary, ci sarebbe stata Lily e sicuramente alla festa avrebbe incontrato altra gente.
Quando lei e Mary suonarono il campanello (Mary aveva blaterato qualcosa sul fatto che sarebbe stato più comodo usare la metropolvere ma Marlene lo aveva ritenuto poco educato), Sirius Black andò ad aprire la porta in tutto il suo splendore.
"Buonasera, ragazze." disse spostandosi di lato per farle passare.
Mary si fiondò all'interno della villetta, mentre Marlene rimase ferma sulla porta con lo sguardo incatenato a quello di Sirius.
"Non mi aspettavo che saresti venuta." disse Sirius.
"In realtà, l'idea era quella. Ma poi ho pensato che non posso continuare a nascondermi da te. Sono passati due mesi e, in tutto questo tempo, non ho fatto altro che evitarti. È arrivato il momento di metterci una pietra sopra e andare avanti."
"Io non voglio andare avanti."
"Cosa?" chiese Marlene confusa.
Sirius sospirò passandosi una mano tra i capelli. "Siamo stati a letto insieme ed è stato tutto perfetto, poi tu hai detto quella cosa e io non sapevo come reagire e allora tu hai pensato che io mi stessi pentendo di quello che era successo. Beh, non è così. Non mi sono pentito nemmeno per un secondo, semplicemente mi hai colto di sorpresa e non sapevo come rispondere. Non so cosa provo per te, Marlene, ma so che mi piaci."
Marlene era rimasta in silenzio per tutto il tempo in cui lui aveva parlato, sentendosi come una spettatrice che guarda una scena di una commedia romantica. Quando Sirius aveva finito di parlare, era passato qualche secondo prima che lei fosse in grado di riprendere la parola.
"Stai cercando di dirmi che dovremmo fare un tentativo come... coppia?"
"Credo che saremmo un gran bella coppia. Tu che ne dici, McKinnon?" chiese Sirius sorridendo.
Marlene sorrise e si alzò sulle punte per baciarlo.
Aveva sognato quel momento tantissime volte, soprattutto dopo Halloween, ma la realtà superava senza dubbio la fantasia.
Entrarono in casa pochi minuti dopo. Marlene rimase sorpresa vedendo che in salotto c'era meno gente di quanto si aspettasse: Mary stava chiacchierando con Remus vicino al tavolo delle bevande; poco distante da loro, seduti sul divano, il portiere della squadra di Quidditch di Grifondoro, Jason Tamblin, stava intrattenendo due ragazze (Marlene ricordava di averle viste a lezione, ma non aveva idea di come si chiamassero) raccontando una storiella divertente che aveva per protagonista uno dei battitori della squadra (il quale stava fulminando Jason con lo sguardo); un gruppetto di ragazzi stavano decidendo che musica mettere per animare la serata mentre, di tanto in tanto, lanciavano occhiate preoccupate a James, che era seduto in un angolo accanto al camino.
"Dov'è Lily?" chiese Marlene guardandosi intorno.
Sirius la guardò sorpreso. "Non lo sai?"
"Cosa dovrei sapere?"
"James e Lily si sono lasciati."
Marlene lo fissò a bocca aperta per un po'. Aveva visto Lily e James poco più di una settimana prima e non sembrava che ci fossero problemi tra loro.
"Stai scherzando?"
Sirius scosse la testa. "James non mi ha detto i dettagli, ma pare che la cena con la sorella di Lily non sia andata bene. Lily non te ne ha parlato?"
"No, non ci siamo sentite in questi giorni. Sapevo che lei sarebbe stata con James quindi non le ho scritto, e pensavo che lei non mi avesse cercata perché ovviamente era impegnata. A quanto pare non era così." disse Marlene, realizzando solo in quel momento quanto dovesse sentirsi male Lily in quel momento.
"Vai da lei."
"Cosa?"
"Vai da lei. È la tua migliore amica e ha bisogno di te in questo momento."
Marlene lo guardò combattuta. "Ma è il nostro primo Capodanno insieme. Anzi, il nostro primo appuntamento se si esclude Halloween e..."
Sirius la interruppe con un bacio. Quando si separarono la guardò sorridendo e disse: "Non mettere mai le amicizie al secondo posto. Non per me, almeno. Non voglio che tu lo faccia perché io non so se sarei in grado di farlo, quindi non farlo nemmeno tu. Vai da Lily e stai con lei e, se avrai voglia di tornare più tardi, sarò qui ad aspettarti."
"Ci vediamo dopo, allora." disse Marlene, prima di dare un bacio a Sirius e uscire di casa trascinando con sé una Mary piuttosto contrariata.
Sirius la guardò uscire con il sorriso sulle labbra, promettendo a se stesso che avrebbe fatto qualsiasi cosa per rendere felice quella ragazza.


"Puoi dirmi dove stiamo andando?" chiese Mary, mentre seguiva Marlene.
"Da Lily. Lei e James si sono lasciati." spiegò Marlene, cercando le chiavi della macchina nella borsetta. Ancora non riusciva a credere che suo padre le avesse permesso di prendere in prestito la macchina volante, quella sera.
Marlene aveva guidato la macchina di suo padre solo un paio di volte e mai da sola. Ogni volta c'era sempre suo padre a fianco, pronto a salvare la situazione se Marlene avesse combinato qualche casino e fosse entrata nel panico.
Era rimasta sorpresa dall'improvvisa fiducia che le aveva dimostrato suo padre quando, quello stesso pomeriggio, era entrato in camera sua e le aveva lasciato le chiavi della macchina dicendole che poteva usarla per andare alla festa.
Non era stato semplice capire a cosa servissero tutti i comandi, ma Mary, che aveva guidato la macchina dei genitori più di una volta (quasi sempre di nascosto), era stata felice di aiutarla e in pochi minuti Marlene era stata in grado di guidare quella che lei chiamava l'aggeggio infernale.
Arrivare a casa di Lily era stato più semplice del previsto, probabilmente perché Mary si era offerta di guidare e Marlene aveva acconsentito. Erano atterrate in un parcheggio isolato e poi avevano deciso di proseguire a piedi fino a casa Evans.
"Sei sicura che voglia vederci? Non ci ha nemmeno scritto in questi giorni, probabilmente preferisce stare sola." disse Mary quando arrivarono di fronte alla villetta.
Marlene la prese per un braccio e la trascinò davanti alla porta. "Siamo le sue amiche. Abbiamo il dovere di tirarle su il morale."
Poi suonò il campanello e attese che la porta si aprisse.


"Tesoro, ci sono visite."
Lily riemerse da sotto le coperte e lanciò un'occhiataccia a sua madre, che se ne stava sulla porta.
"Non voglio vedere nessuno." rispose dopo un po'.
"Eh no, cara mia!" esclamò Mary entrando in camera di Lily, sotto lo sguardo divertito della signora Evans e quello preoccupato di Marlene. "Io sono venuta qui per te. Me ne sono andata da un festa in cui c'era vischio appeso ovunque, e l'ho fatto per te! Capisci? Vischio! E ce n'era davvero ovunque! Questo significa che Remus avrebbe potuto baciarmi questa sera, ma io me ne sono andata per stare con te!"
Lily e Marlene fissarono l'amica con gli occhi sgranati. Aveva davvero appena parlato di Remus?
"Beh, io vi lascio chiacchierare. Se avete bisogno sono in cucina. Oh, e sarebbe davvero carino se a mezzanotte scendeste per fare un brindisi con noi." disse la signora Evans.
"Grazie, signora Evans." disse cordialmente Marlene, prima di chiudere la porta.
Lily stava ancora fissando Mary sconvolta. "Ti sei accorta di quello che hai appena detto?"
"Che ho detto di strano?"
"Remus? Davvero? È lui il misterioso ragazzo per cui hai una cotta?" chiese Marlene.
"Sì, è lui. E, prima che possiate dire qualsiasi altra cosa, non ve ne ho parlato perché sapevo che avreste fatto quelle facce! Comunque, siamo qui per parlare di Lily." disse Mary, riportando il discorso sul vero motivo per cui erano lì.
"È stato James a dirvelo?" chiese Lily.
Marlene si sedette sul bordo del letto e disse: "Me l'ha detto Sirius."
"Da quando tu e Sirius vi parlate?" chiese Lily.
"Da questa sera. Abbiamo chiarito i nostri problemi e credo che stiamo insieme. Ma non parliamo di me!"
Mary si appoggiò alla scrivania vicino alla finestra e prese la parola. "Il punto è, Lily, che abbiamo saputo che tu e James vi siete lasciati. Prima cosa: che diavolo è successo? Sembravate così felici! Seconda cosa: ma perché non ce l'hai detto?"
"Terza cosa?"
"Non c'è una terza cosa, Lily."
"Davvero? Di solito ce ne sono sempre tre."
"Non sviare il discorso." disse Marlene, iniziando a spazientirsi.
Lily sospirò e si prese la testa tra le mani. "La cena con mia sorella non è andata bene. James ha iniziato a parlare di scope da corsa e di quanto fosse ricca la sua famiglia, vantandosi del fatto che dopo la fine della scuola avrebbe anche potuto decidere di non lavorare. Mia sorella e mio cognato se ne sono andati dal ristorante infuriati."
"Ed è davvero un motivo valido per lasciarvi?" chiese Mary.
Marlene la lanciò un'occhiataccia e Mary aggiunse: "Che c'è? È vero! James ha fatto una cazzata, su questo non c'è dubbio, ma non è la prima che fa e di sicuro non sarà l'ultima. Lo conosciamo, sappiamo com'è fatto."
"Era la mia ultima occasione di riappacificarmi con Petunia e lui ha mandato tutto a rotoli. Io ci tengo davvero a lui e il periodo in cui siamo stati insieme è stato il migliore da... non so nemmeno da quanto tempo! Ed è proprio per questo che lasciarci era la decisione migliore. Se fossimo rimasti insieme non avrei fatto altro che incolparlo per quello che è successo e avrei iniziato ad odiarlo." spiegò Lily.
"Ok, penso ancora che tu stia esagerando, ma se la pensi così forse è giusto che restiate separati almeno per un po'" disse Mary.
"Per un po'? Non è un pausa di riflessione e non sto nemmeno prendendo in considerazione l'idea di tornare con lui."
"Non è così semplice stare lontani da qualcuno che si ama" disse Mary.
"Io non ho mai detto di amarlo!"
"Già, ma è così. Si vede. E Mary ha ragione, non sarà facile." disse Marlene.
Lily si passò una mano sugli occhi. Sapeva che Mary aveva ragione, sapeva che non sarebbe stato facile stare lontano da James.
Da quando lei e James si erano lasciati, non aveva pensato ad altro. Continuava a chiedersi cosa avrebbe fatto quando lo avrebbe rivisto, come avrebbe gestito la situazione. Sempre ammesso che avesse deciso di affrontarla la situazione.
James era stato il suo primo vero ragazzo. Prima di lui c'era stato solo Jack McKenzie, un Corvonero del suo stesso anno cui era uscita un paio di volte e a cui aveva dato il suo primo bacio, ma la loro relazione (sempre che potesse essere definita tale) era sfumata dopo nemmeno una settimana. Con James, invece, era tutto diverso.
Il loro rapporto era stato un continuo tira e molla, fin dal primo momento in cui si erano visti sul treno, quel 1 settembre 1971. Si erano sempre attirati l'uno all'altra come due calamite, anche se fino a pochi mesi prima Lily lo aveva negato. La verità era che, nonostante il suo carattere impossibile, James Potter aveva sempre avuto qualcosa capace di attirare l'attenzione di Lily Evans. Per anni, Lily aveva pensato che fosse semplicemente il suo comportamento da pallone gonfiato ad attirare la sua attenzione, e di certo non in senso buono, ma a pensarci bene forse sotto quella corazza da ragazzo arrogante c'era sempre stato qualcos'altro.
Quando, due mesi prima avevano deciso di stare insieme, Lily si era resa conto che tutte le cose che le piacevano di James erano sempre state lì, davanti ai suoi occhi. Lei era solo stata accecata dalle cose che non sopportava di lui, come il giocare con il boccino o il passarsi continuamente la mano tra i capelli. Ok, forse doveva ammettere che l'ultima cosa la odiava solo perché lo rendeva terribilmente sexy.
Il punto era che le cose che amava (sì, amava, perché ciò che provava era senza dubbio classificabile come amore) di James, come il suo sorriso o il modo in cui la guardava quando credeva che lei non lo vedesse, erano sempre state sotto il suo naso e lei non se n'era mai accorta. E ora, che finalmente aveva aperto gli occhi, si era fatta scivolare tutto tra le dita come se fosse acqua e tutto ciò che le era rimasto era il dolore per una relazione finita.
Mary aveva ragione: il ritorno a Hogwarts sarebbe stato terribile e più difficile del previsto.



'Cause I am barely breathing and I can't find the air
I don't know who I'm kidding imaging you care
And I could stand here waiting, a fool for another day
But I don't suppose it's worth the price, worth the price
The price that I would play
(Barely breathing - Dunkan Sheik)



1 gennaio 1978

Quando James si svegliò, il primo giorno del nuovo anno, si rese conto di non ricordare minimamente come avesse fatto ad arrivare dal salotto alla sua camera.
Si guardò intorno spaesato, cercando di ricordare cosa fosse successo la sera precedente, ma tutto ciò che ricordava era di essere rimasto per parecchio tempo seduto accanto al camino.
Bel modo di finire l'anno, eh!
Sirius entrò in camera con due tazze di caffè in mano. Posò la sua sul suo comodino e si avvicinò a letto di James porgendogli l'altra tazza.
"Buongiorno, bell'addormentato."
James prese la tazza e si stropicciò gli occhi con l'altra mano. "Che ore sono?"
"Quasi mezzogiorno. I tuoi torneranno tra poco, ti conviene alzarti."
James si portò una mano sulla fronte, ricordandosi solo in quel momento che i suoi genitori erano andati a trascorrere la sera di Capodanno con degli amici e che avevano chiesto ai ragazzi di tenere la casa in modo perlomeno dignitoso.
"So già cosa stai pensando e non ti devi preoccupare: ho messo tutto a posto." disse Sirius, notando la faccia preoccupata dell'amico.
"Grazie. Ma che diavolo è successo ieri sera? L'ultima cosa che ricordo è di essermi seduto in salotto."
"Caro Ramoso, è un bene che non ricordi cos'è successo. Fidati di me!"
"Ho fatto qualcosa di stupido?" chiese James preoccupato.
"Dipende. Ubriacarsi e piangere perché la Evans ti ha mollato è una cosa stupida secondo te?"
James posò la tazza sul comodino e si prese la testa tra le mani. "Non ci credo che mi sono messo a piangere."
"Se non ci credi, ci sono delle foto che lo confermano."
"Cosa?"
"Non preoccuparti, le ho appena distrutte." disse Remus, entrando in camera.
"Sei rimasto a dormire qui?" chiese James, tirando un sospiro di sollievo. Almeno le prove del suo crollo nervoso erano sparite.
"Non me la sono sentita di lasciarti solo. Eri in uno stato pietoso, scusa se te lo dico."
"Ok, sentite, parliamo di cose serie" disse Sirius attirando l'attenzione degli altri due. James e Remus lo guardarono aspettando che continuasse a parlare.
"Non c'è proprio nessuna possibilità che la Evans decida di perdonarti? Perché io non ho nessuna intenzione di vederti di nuovo ridotto come ieri sera!"
"Che tatto, Felpato." commentò Remus.
"No, Remus. Sirius ha ragione. Lily mi ha lasciato e piangermi addosso, letteralmente, non serve a nulla. Farei qualsiasi cosa per tornare con lei, ma non voglio tornare a essere il ragazzino che la seguiva nei corridoi implorandola di concedergli un appuntamento. Ho fatto uno sbaglio e lei ha ragione ad essere infuriata con me, ma non era necessario buttare via tutto quello che avevamo costruito e se lei ha deciso di arrendersi forse non le importa poi così tanto. Quindi basta. Io sarò sempre innamorato di lei ma non intendo strisciare ai suoi piedi. Se vuole aggiustare le cose, sa dove trovarmi." disse James.
In realtà, non credeva a una sola parola di ciò che aveva appena detto. Se avesse fatto di testa sua avrebbe fatto in modo di convincere Lily a tornare con lui. L'avrebbe supplicata se fosse stato necessario. Avrebbe strisciato ai suoi piedi se fosse stato sicuro che sarebbe servito a qualcosa, al contrario di quanto aveva detto.
Spostò lo sguardò sul comodino. Accanto alla tazza di caffè, ormai freddo, c'era una fotografia. Era una fotografia babbana, di quelle che non si muovono, in cui si vedevano Lily e James che facevano un pupazzo di neve nel giardino degli Evans. La madre di Lily era uscita in giardino senza farsi vedere e aveva immortalato il momento con la macchina fotografica polaroid che il marito le aveva regalato al compleanno.
Sembrava passata una vita da quel momento, ma in realtà erano passati pochi giorni. Avrebbe dato qualsiasi cosa per avere con sé una giratempo che lo facesse tornare a quel giorno.
"Hai pensato a come gestire la situazione quando torneremo a scuola?" chiese Remus.
"Certo che ci ho pensato, ma credo che fino a quando non me la troverò davanti non saprò come reagirò. So solo che sarà difficile stare lì a guardarla senza potermi avvicinare come vorrei."
Sirius gli diede una pacca sulla spalla, cercando di incoraggiarlo. "Passerà, Ramoso. Passerà."
Ma per quanto stesse male, James non era sicuro di volere che passasse perché se avesse smesso di soffrire per Lily avrebbe significato che la porta della loro relazione era stata chiusa per sempre e James non voleva nemmeno prendere in considerazione un'eventualità simile.

12 Passi  (Jily)Where stories live. Discover now