Capitolo 3

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4 ottobre 1977

Settembre era passato velocemente, portando via con sé quel poco di aria tiepida che era rimasta dall'estate.
Era stato un mese tranquillo, nonostante i professori cercassero già di spronare gli studenti del quinto e del settimo anno a impegnarsi in vista degli esami.
Le ronde notturne erano state meno terribili di quanto Lily si aspettasse e, mettendo da parte i pregiudizi, aveva cercato di conoscere meglio James.
In quelle settimane aveva saputo che James aveva un bel rapporto con i suoi genitori ma che a volte tendevano a essere troppo protettivi nei suoi confronti; aveva scoperto che durante l'estate Sirius Black era diventato a tutti gli effetti (o quasi) un membro della famiglia Potter dopo che si era trasferito da loro (James non si era dilungato sui motivi del trasferimento, ma Lily aveva capito che c'entrava il pessimo rapporto che Sirius aveva con la sua famiglia); aveva imparato a leggere le espressioni sul suo viso e a capire quando diceva una cosa seriamente o quando stava scherzando e aveva iniziato ad accettare che James Potter non fosse poi così male come aveva sempre creduto.
Anche James aveva sfruttato le ronde per saperne di più su Lily. Aveva iniziato chiedendole cose banali, come il suo colore preferito o l'ultimo libro che aveva letto, e poi era passato a chiedere cose più serie. Aveva scoperto che Lily aveva sempre avuto un rapporto di amore-odio con la sua compagna di stanza Mary, mentre le altre due compagne di stanza, Alice e Marlene, erano le sue migliori amiche. Quando James aveva chiesto cosa fosse successo tra lei e Mary, Lily si era stretta nelle spalle e aveva detto: "Siamo troppo diverse per andare d'accordo."
"Anche noi siamo diversi, ma ultimamente andiamo d'accordo." aveva replicato James sorridendo.
Lily aveva sorriso senza aggiungere altro.
Avevano parlato di tantissime cose, facendo attenzione a non sfiorare mai argomenti che entrambi sapevano sarebbero stati difficili da gestire, come il rapporto tra Lily e Severus Piton. James, ovviamente, moriva dalla voglia di farle domande su di lui e soprattutto sul perché lei fosse stata sua amica per così tanto tempo, ma non voleva rischiare di incrinare il rapporto con Lily proprio quando sembrava che stessero diventando amici.
La sera del 4 ottobre, nonostante fosse un martedì e la ronda toccasse ai Prefetti di Corvonero e Serpeverde, James aveva dato appuntamento a Lily nell'aula dei Prefetti al terzo piano.
"C'è qualcosa che non va? Ti prego, non dirmi che quelli che sono di turno stasera stanno male e dobbiamo sostituirli!" aveva detto Lily, quando James l'aveva fermata dopo la lezione di Storia della Magia per chiederle di vedersi in quell'aula dopo cena.
"No, stanno tutti bene, ma Juliet Sykes ha richiesto una riunione dei Caposcuola e dei Prefetti."
E così, qualche ora dopo Lily fece il suo ingresso nell'aula insieme a James, curiosa di sapere per quale motivo uno dei Prefetti di Corvonero avesse indetto una riunione improvvisa.
Quando entrarono, Cornelia e Lucas stavano chiacchierando con Juliet e Brian (l'altro Prefetto di Corvonero), mentre i Prefetti di Serpeverde (Denise Percival e Thomas Bullstrode) se ne stavano in disparte. Margaret Bishop e Colin Brett (i Prefetti di Grifondoro) arrivarono pochi minuti dopo.
"Bene, ora che ci siamo tutti possiamo iniziare" disse Juliet attirando l'attenzione.
Denise si appoggiò a un banco svogliatamente e disse: "Possiamo fare in fretta? Ci sono troppi Grifondoro in questa stanza, mi manca l'aria."
Lily, Margaret e Colin ignorarono la battuta di Denise, mentre James sembrava sul punto di lanciarle uno schiantesimo. Appena Lily se ne accorse, gli strinse il braccio all'altezza del gomito per richiamare la sua attenzione. James si voltò verso di lei e tutta la sua rabbia svanì nel momento in cui si rese conto che Lily gli stava sorridendo solo per cercare di tenerlo calmo. Ma come poteva essere calmo se sentiva la pelle bruciare, proprio nel punto in cui Lily l'aveva toccato? Quella ragazza lo avrebbe mandato al manicomio.
Juliet lanciò un'occhiata di ammonimento a Denise e continuò a parlare. "Come tutti sapete, fra poche settimane sarà Halloween. Ho pensato che sarebbe carino organizzare una festa oltre al solito banchetto. Nulla di troppo eccessivo, anzi pensavo a qualcosa di ristretto, magari limitando la partecipazione agli studenti più grandi. Dal quinto anno in su, per intenderci. Ne ho parlato con il professor Silente e mi ha detto che ci autorizzerà a farla, a patto che venga organizzata interamente da noi. Che ne pensate?"
"Perché no? Io sono d'accordo." disse Cornelia sorridendo.
Juliet sorrise vittoriosa. "Grazie, Nell. Lucas?"
Il Prefetto di Tassorosso annuì sorridendo vigorosamente e guardando verso Cornelia.
Lily si prese un momento per osservare il modo in cui Lucas guardava Cornelia: era come se in quella stanza non ci fosse nessun altro, a parte lei.
Aveva sempre detto di non volere un ragazzo, ma la verità era che non aveva mai trovato nessuno che la guardasse così. Forse se qualcuno avesse iniziato a farla sentire amata con uno sguardo del genere, avrebbe cambiato idea.
Involontariamente, si voltò verso James e notò che lui la stava fissando. Per un attimo, le sembrò di vedere negli occhi di James lo stesso sguardo che Lucas aveva rivolto a Cornelia. Ma fu solo un attimo.
"Che ne pensi?" le chiese James.
"Come?"
"Della festa. Juliet sta aspettando una nostra risposta."
Lily scosse la testa, come se servisse a farle riordinare le idee. "Certo, la festa. Potrebbe essere una buona idea, a patto che non ci sia nulla di illegale!"
"Quanto sei noiosa, Evans!" si lasciò sfuggire Denise. Lily stava per risponderle, ma l'ombra di un sorriso sulla labbra di Denise Percival la fece desistere.
Era evidente che l'idea della festa di Halloween aveva messo d'accordo tutti, senza distinzione di Casa. La festa ci sarebbe stata e, a sentire Juliet Sykes, sarebbe stata la festa più bella della storia di Hogwarts.


"Ma davvero Silente vi ha dato il permesso di organizzare una festa di Halloween?" chiese Mary.
Lily, Alice, Marlene e Mary erano sedute in Sala Comune insieme ai Malandrini. Da quando il rapporto tra Lily e James era migliorato, capitava spesso che si ritrovassero a chiacchierare davanti al camino o che si sedessero vicini a tavola e, nonostante sia le ragazze che i Malandrini fossero stupiti per quell'improvviso cambiamento, nessuno di loro aveva detto nulla. Si godevano la tranquillità e basta.
Quella sera, dopo la riunione con i Prefetti, James e Lily erano tornati in Sala Comune e avevano trovato i propri amici riuniti davanti al camino. Così, come se non ci fosse nulla di più normale, si erano uniti anche loro.
Le ragazze erano sedute sul divano, Sirius e Remus se ne stavano sul tappeto a giocare a scacchi magici e, poco più distante, Peter si era sdraiato a terra armato di piuma e pergamena per finire il tema di Pozioni. Lily si lasciò cadere poco elegantemente sull'unica poltrona vuota e James si sedette sul bracciolo di quella stessa poltrona, senza nemmeno chiedere a Lily se le desse fastidio. Lei, d'altro canto, non sembrava nemmeno averci fatto caso.
Avevano raccontato brevemente cosa si erano detti nella riunione e, alla parola festa, tutti i presenti avevano lasciato perdere le loro occupazioni e avevano rivolto l'attenzione a James e Lily.
"Questo è quello che ha detto Juliet Sykes." disse Lily per rispondere alla domanda di Mary.
"E allora, se l'ha detto Juliet, fidiamoci di lei. Vi siete già divisi i compiti?" chiese Sirius.
James annuì. "Tassorosso si occupa delle decorazioni, Corvonero penserà al cibo, i Prefetti di Grifondoro penseranno alle bevande e Serpeverde si occuperà della musica."
"Devo fare un discorsetto a Margaret e Colin" disse Sirius sorridendo.
"Non ti azzardare!" esclamò Lily puntandogli contro l'indice. "Io e James siamo stati incaricati di supervisionare i preparativi e la festa. Se vedo anche solo una goccia di una qualsiasi bevanda alcolica, te ne pentirai amaramente."
"Nemmeno un pochino di Whisky Incendiario?"
Lily si limitò a lanciargli un'occhiataccia.
La parte difficile dell'essere un supervisore non sarebbe stata controllare che i preparativi filassero lisci. No, il vero problema sarebbe stato assicurarsi che i Malandrini si comportassero bene.

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