Scesi lentamente le scale e il mio stomaco, sentendo odore di cibo, iniziò a brontolare, affamato. Entrai in soggiorno, notando che stava cantando "every little thing is gonna be right" e mi venne da ridere, dato che sapevo già che nulla sarebbe andato bene.

Aprii la porta e lo vidi piegato su stesso, sul divano, mentre disegnava, ma, all'improvviso, smise di cantare e lentamente si voltò verso di me.

"Ti ho preparato la colazione. Spero ti piacciano le uova e il bacon." Disse, prima di continuare il suo lavoro.

"Grazie." Sibilai, sedendomi sulla stessa poltrona della sera precedente, per poi posare lo sguardo sul piatto pieno di cibo di fronte a me e, prendendolo con attenzione, iniziai a mangiare, affamata. Non volevo farlo arrabbiare, così accettai volentieri, pensando che preferisse tenermi in forma, perché il mio sangue avesse avuto un sapore migliore quando mi avrebbe ucciso.

"Sbrigati. Tra dieci minuti ti accompagno a casa." Sbottò.

"Così ora vuoi liberarti di me?" Chiesi, sarcastica, ricordandomi come fosse stato riluttante a lasciarmi andare la notte prima, eppure lui ridacchiò e posò il disegno di lato, avvicinandosi.

"Sei diventata una droga per me, quindi sono costretto a lasciarti andare, anche se ti terrei qui per il resto della vita, se potessi. Purtroppo, però, sei frustante." Mi sorrise.

"E tu sei irritante." Risposi, assottigliando gli occhi, ma lui si morse il labbro e mi osservò, penetrandomi con lo sguardo.

"Ancora di più quando ho sete." Mi sentii lo stomaco sottosopra, nauseata dalla sua voglia di sangue, anche se, in realtà, tutto in lui mi disgustava.

Dopo che ebbi finito di mangiare e preso i miei vestiti, Zayn mi trascinò verso l'ingresso, con un braccio intorno alla vita. Cercai di scappare, ma non mi allontanò, anzi, aumentò la presa.

"Posso camminare anche da sola!" Urlai, quando finalmente mi lasciò andare davanti alle scale di casa mia. Corsi velocemente, salendole due a due e afferrando il pomello, pronta a non vederlo mai più, ma, prima che potessi entrare, mi prese il polso e mi fece girare, facendomi appoggiare al suo petto e bloccandomi tra le braccia.

"Non mi saluti con un bacio?" Chiese, inumidendosi un po' le labbra. Il bisogno di urlargli in faccia cresceva di secondo in secondo, ma, per non farlo arrabbiare, decisi di non farlo. Scossi velocemente la testa, ma lui piegò la sua di lato e mi guardò con gli occhi da cucciolo.

"Non funziona, Zayn. Voglio che tu stia lontano dalla mia famiglia e dai miei amici." Risposi, tra i denti, ma lui sorrise, allontanandosi.

"Ma non lontano da te?"

"Ti ho già detto che di me puoi fare ciò che vuoi, ma non toccare gli altri." Chiarii, ma sussultai, quando vidi i suoi occhi scurirsi, trasformandosi in due profonde pozze nere, per poi sorridere e mostrarmi i canini.

"E ho intenzione di fare molte cose, sia con te che a te." Mi fece l'occhiolino e si girò, ma, prima che attraversasse la strada, aggiunse: "Ci vediamo presto."

Aprii la porta ed entrai, col cuore che batteva a mille. Ero finalmente a casa, sana e salva. Sin dall'ingresso, sentii i miei genitori chiacchierare, ma, non volendo che mi chiedessero qualcosa, salii subito in camera e mi chiusi dentro.

Posai i vestiti sul letto e mi stesi, lasciando che le lacrime scendessero e pensando alle cose orribili che avrebbe potuto fare a me, ma almeno non agli altri. Anche se, in realtà, aveva già ferito Kate, quelle famiglie e me e, ovviamente, non si faceva problemi a usare i suoi poteri con i miei genitori e la maggior parte delle persone a scuola, compresi i professori.

Incomprehensible [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora