Nel mio piccolo

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Era passato un anno dal loro primo incontro.
Mika aveva presentato il ragazzo al padre che lo aveva squadrato da cima a fondo prima di approvare questa pseudo unione.
Padre che era stato promosso a sceriffo avvisando il figlio che la permanenza in quel posto sarebbe durata molto più del previsto.
Mika in tutta risposta aveva chiamato entusiasta Fedez al suo nuovo cellulare regalatogli dal riccio e dal padre.
Fedez aveva passato questo periodo ad aiutare i suoi beta con il controllo dei loro poteri. Soprattutto durante la luna piena. Gli incidenti c'erano stati ma niente di così grave che un paio di catene e una gabbia non potessero risolvere.
A parte quella storia con Alessandro non avevano avuto più problemi.
Questo non si era fatto più vedere, era sparito nel nulla quel giorno e ci era rimasto. Certo la paura che di un suo ritorno c'era sempre, ma ora non erano soli.
Avevano passato un estate tranquilla composta da molti lamenti di Mika a causa di un Fedez molto caldo. Certe notti andava a dormire sul divano. Si era ripromesso di partire in Alaska l'estate prossima se voleva passarla con Fedez.
Arrivato l'inverno il tatuato voleva lasciare la scuola ma dopo una sfuriata del fidanzato dove spiegava che era da pazzi lasciare all'ultimo anno, si convinse a proseguire.

Ed ecco qua, un lunedì mattina dove Fedez fu costretto ad alzarsi.
La sveglia, o meglio Mika che lo scuoteva, gli fece aprire gli occhi ad un orario mortale.
Il riccio aveva dormito da lui ed ora si stava dirigendo in bagno per la sua doccia mattutina.

"Cinque minuti e ti raggiungo" mormorò il tatuato con la faccia tra i due cuscini per coprire gli occhi dalla luce del sole che aveva avvolto la stanza.
A quella frase in fondo non ci credeva nessuno, eppure al pensiero del ragazzo nudo sotto la doccia, Fedez scattò in piedi subito togliendosi nella strada verso il bagno l'unico capo con cui dormiva: le mutande.
Aprì la porta della doccia e sbucò con la testa in quella nube di vapore.
"C'è posto per me?" Domandò con gli occhi pieni di speranza.
"No! Se entri arriviamo in ritardo, lo so" disse il riccio dandogli le spalle.
Fedez fissò l'acqua che scivolava sulla sua schiena fino ad accarezzargli quel culo così tondo e perfetto.

Lui era disposto a fare tardi per quel corpo.

Perciò senza dare ascolto a Mika, si buttò sotto il getto d'acqua calda bloccando l'altro addosso alle mattonelle gelide.
"Ti prego Fede non possiamo arrivare tardi pure oggi" lo supplicò il più alto mentre il più basso aveva iniziato a lasciargli una scia di baci sul collo.
"Andrò a parlare io con i professori, ora stai zitto"
E Mika come poteva resistergli? Era praticamente impossibile. Dopo un anno era come creta nelle sue mani quando il tatuato iniziava a baciarlo e a toccarlo. Per questo quella mattina entrarono in seconda ora, mano nella mano, posizionandosi al loro solito posto che non era cambiato.

La mattina successiva Mika si alzò dal suo letto e diede inizio alla sua solita routine mattutina. Doccia, specchio, capelli e infine colazione.
Scese le scale aspettando il solito odore di French Toast che la mattina riempiva il salone e la cucina. Il padre infatti prima di uscire da casa insieme a lui, preparava la colazione ad entrambi. Prima ci pensava sua madre, è una delle poche tradizioni che avevano e che il padre ha voluto mantenere. Quella mattina però non sentì nessun profumo di cibo.
"Papà?" Chiamò mentre attraversava il salone. Mika non ottenne risposta e si diresse verso la cucina trovando un biglietto appeso al frigo e il tavolo della cucina vuota.
Staccò lo scotch che reggeva il biglietto facendo attenzione a non strapparlo.

Scusami Michael sono dovuto scappare a lavoro, c'è stata un'emergenza. Chiamami appena esci da scuola. Ti ho lasciato dei soldi sul mobile all'ingresso per fare colazione.
I love you
-Daddy

Se il tocco francese del padre si notava in cucina, quello inglese spiccava nello scrivere e nel parlare.
Mika non si curò del messaggio, avrebbe chiesto la sera quando il padre sarebbe rientrato.
Prese i soldi e mandò un messaggio al ragazzo.

Riesci a stare alla caffetteria sotto casa mia tra cinque minuti? Facciamo una veloce colazione insieme. Non voglio arrivare tardi anche oggi
Xx

La risposta arrivò subito.

Che domande fai? Considerami già arrivato.

Bloccò il telefono e uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle.



HOLA \o/
Okay eccomi tornata yeee
Vi avevo promesso di tornare quando la storia sarebbe stata quasi finita e invece ho scritto solo tre capitoli e non sto neanche a metà storia!! Da una parte è una cosa positiva perché la vedo lunga prima della fine, dall'altra vi toccherà aspettare :( non molto lo giuro cerco di sbrigarmi.
Ho postato il primo capitolo perché veramente era passato troppo tempo dall'avviso e non andava bene.
Torniamo al capitolo che racconta in generale cos'è successo e da iniziò ad una nuova storia! Eh sì perché il padre di Mika sarà più presente ora. Ci saranno anche altri nuovi personaggi :)
Fatemi sapere cosa ne pensate commentando o lasciano un like.
All the love
Coffy xx

P.s. Prima usavo gli album di Mika come titoli, ora ho scelto qualcos'altro

No place in heavenWhere stories live. Discover now