The Boy Who Knew Too Much

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L'indomani Mika entrò a scuola 10 minuti in anticipo sapendo già dove dirigersi per la sua prima ora. Cercava Federico con lo sguardo senza successo. Forse era già in classe. Purtroppo o per fortuna, non avevano la stessa ora quella mattina.
Se il giorno prima tutti lo fissavano per l'avvicinamento a Federico, quella mattina tutti puntavano al suo polso fasciato. E si facevano tutti i cavoli loro tranne un ragazzo che lo bloccò lungo la via verso l'aula 303.
"È stato lui?" Gli domandò il ragazzo alto davanti a lui. Naturalmente non era più alto di Mika ma sicuramente era più alto di Federico. Aveva dei capelli color miele, occhi verde bosco e un leggero accenno di barba.
Il riccio non capì subito la domanda per questo "Scusami?" chiese in modo turbato. Cosa voleva dalla sua vita, neanche lo conosceva.
"Sai a cosa mi riferisco, il polso, è stato Fedez a fratturarlo?"
E questa domanda si che lo lasciò davvero di stucco. Non capiva di cosa stava parlando, e poi chi era Fedez? Forse era questo il soprannome tanto misterioso di Federico. Che cosa turbava tanto quella gente da non avvicinarsi al tatuato per nessuna ragione.
"Perché tutti lo evitate?"
Mika rispose alla domanda posta dal ragazzo davanti a lui con un'altra domanda. Come può Federico avergli fratturato il polso se neanche si era mosso. Questa situazione stava diventando davvero inquietante e lui doveva sapere di più. Ormai ci era finito dentro.
"Lui non te l'ha detto" era più confuso di Mika in quel momento.
"Dimmelo tu" lo incitò il più alto.
"Federico era il mio migliore amico, abbiamo legato il giorno dopo il suo trasferimento dentro questa scuola."

Ah lui è quello che ha stalkerato per del cibo, pensò Mika.

"Dopo un mese si è presentato a scuola pieno di sangue non suo. La sua maglietta bianca era tinta di rosso, non me la scorderò mai. A scuola naturalmente si è iniziato a puntare il dito chiamandolo assassino. Dopo che la polizia l'ha trattenuto per alcuni giorni si è ripresentato a scuola e subito sono andato a chiedergli spiegazioni. Mi ha urlato di stargli lontano, che non mi voleva più tra i piedi. Nessuno da quel giorno si è più avvicinato, chi per paura chi, come me, costretti da una tacita preghiera fatta da Federico. Non è tutto: alcuni raccontano che i suoi occhi si tingono di rosso quando si arrabbia. Tu sei il primo che si è avvicinato a lui da quando è diventato così strano"
Mika era paralizzato, non riusciva a muovere un passo. Possibile che quello sconosciuto gli avesse detto la verità? L'unico modo era chiedere conferma a Federico ma se fosse veramente pericoloso?
La campanella suonò e interruppe per un secondo i suoi pensieri.
"Devo andare, mi chiamo Alessandro. Qualsiasi cosa ti serva mi trovi in giro." Disse prima di correre per quel corridoio che piano piano si svuotava.
Mika si incamminò verso il cortile. Aveva bisogno di pensare all'aria aperta, sarebbe entrato alla seconda ora.
E così fece, appena suonò la seconda campanella entrò nella fatidica aula di matematica posizionandosi allo stesso posto del giorno prima. Federico era già lì intento a fissare una rondine che volava fuori dalla finestra.
"Ale ti ha detto tutto vero?"
Questa volta si accorse della presenza di Mika prima che il classico rumore di una sedia spostata si espanse tra loro.
"Te l'ha detto lui? Pensavo non vi parlaste, Fedez" disse Mika marcando sul soprannome del moro che ora conosceva anche lui. Il riccio lo sentì ridacchiare.
"Infatti non mi parla, vi ho sentito" finalmente Federico si decise a guardare Michael.
"Non c'eri in quel corridoio, ne sono più che sicuro."
"Te l'ha detto Alessandro, sono strano."

Mika dopo quella lezione iniziò a farsi mille domande su Federico o Fedez. Non aveva capito nulla di tutta quella storia e di certo non voleva tornare a casa finché il moro non avesse risposto almeno a un paio di domande. Gli doveva delle spiegazioni, insomma lui aveva iniziato questa specie di amicizia offrendo aiuto ad un ragazzo perso e affamato.
E con quel l'idea che Mika si ritrovò fuori all'entrata di scuola al freddo con giubbotto, sciarpa, guanti e cappello.
Quando il tatuato varcò il cancello con soltanto una maglietta a maniche corte e Mika aggiunse un'altra domanda alla sua lunghissima lista.
"Mika? Che ci fai qui?"
Fedez andò in contro a Mika che stava tremando dal freddo. In un gesto più dettato dal cuore che dalla sua testa, il tatuato portò le mani sulle guance ghiacciate del riccio per riscaldarlo.
"Sei bollente ma com'è possibile?" Chiese Mika usando le mani del più basso come stufa. Le strinse alle sue e le trascinò per tutta la sua faccia che piano piano riprendeva un colore umano. I denti smisero di battere e Federico ritirò le mani.
"Entriamo in macchina e ti spiegherò tutto" come suo solito iniziò a camminare lasciando Mika alle sue spalle.
"Odio quando mi lasci dietro, aspettami!!" disse velocizzando il passo per raggiungerlo.
"Scusa, non sono più abituato a camminare con qualcuno"
Entrarono nella macchina di Mika che mise in moto e accese l'aria calda.
"Andiamo a casa mia" disse Fedez mettendosi la cintura.
"Tu non ti fidi di me ma io dovrei fidarmi di te?" Chiese Mika che non aveva nessuna intenzione di mettere piede sull'acceleratore.
"Ti sto portando a casa mia, mi sto fidando anche troppo"
Così Mika con un flebile "okay" si era deciso a mettere in moto e a seguire le indicazioni del suo nuovo navigatore: Fedez.
Stavano percorrendo una piccola stradina in mezzo alla foresta. Grazie a Fedez Mika stava esplorando nuove parti del paesino anche se quelle più oscure non gli piacevano per niente.
"Non è che mi vuoi molestare? L'unica cosa che mi fa stare più sicuro è la tua eterosessualità" ridacchiò tenendo tutte e due le mani sul volante facendo attenzione a non uscire fuori strada.
"La mia bisessualità è uno dei fattori che mi rende strano"
"Cazzo allora potresti molestarmi sul serio!"
E finalmente scoppiarono a ridere insieme. Non dimenticando il grande elefante rosa che aleggiava fra loro, ma alleggerendolo.
"No, ma se dopo che ti ho raccontato la mia storia vorrai ancora frequentarmi potremmo uscire insieme." Mika staccò un attimo lo sguardo dalla strada per guardare il ragazzo che occupava il posto accanto al suo. E gli sorrise. E Federico ricambiò il suo sorriso.
"Certamente" annui il riccio riportando lo sguardo davanti a se per evitare eventuali incidenti dovuti al sorriso del tatuato che dio era bellissimo.
In quei due giorni Fedez era molto cambiato nei confronti di Mika. Era passato dall'ignorarlo in classe a scherzarci dentro una macchina. Aveva detto che non gli avrebbe mai raccontato la sua storia e adesso poteva essere uno dei primi a cui lo diceva. Ma perché tutta questa fiducia in così poco tempo? Che cosa aveva il riccio in più degli altri o semplicemente in più di Alessandro?
"Che c'è?" Domandò Federico riferendosi alla faccia corrucciata che aveva sfoggiato Mika.
"Non mi dire che leggi anche nel pensiero!" Esclamò il riccio esasperato.
"No no, quello no. Ho semplicemente notato che hai corrucciato la fronte come se stessi pensando a qualcosa troppo forte" Disse semplicemente Fedez bloccando Mika e invitandolo a parcheggiare. Mika si trovò davanti una villa con un giardino ben curato e una ringhiera a fare da cornice.
Non male per un serial killer stupratore, pensò.
Scesero dalla macchina e il tatuato fece strada nella sua "modesta" casa a due piani.
Aprì la porta e lo invitò dentro.
"Vivi da solo?" Chiese Mika sorpreso di non vedere nessuno in casa.
"Si, e tu non mi hai ancora risposto" lo incitò Fedez a rispondere alla domanda che aveva fatto prima in macchina.
"Stavo pensando cosa ho di speciale, perché ti fidi più di me che di Alessandro"
Il più basso andò in cucina e Michael lo seguì, dietro di lui come la sua ombra.
"Vuoi qualcosa?" Raggiunse il frigo e si versò un succo di arancia dentro un bicchiere.
"Risposte" Mika sapeva che non era quella la risposta che Fedez si aspettava ma era quello che più di tutti voleva il riccio.
"Sono un lupo mannaro" confessò il tatuato tutto di un colpo voltandosi per guardare la reazione di Michael.
"Allora è vero"
"Che vuol dire allora è vero?" Domandò confuso dalla risposta dell'altro. Di tutte le risposte che aveva immaginato questa non rientrava nel l'elenco.
"Scusami ma ho fatto qualche ricerca: occhi rossi e muscoli in grado di spezzarti un polso. O eri un lupo o un vampiro ma alla luce del sole ti ho visto pure troppe volte perciò ho optato per la seconda anche se non ci credevo insomma è invero simile" e con questo il riccio lascio Fedez veramente attonito. In questi due giorni Mika era riuscito a capire cos'era.
"Io- non sei spaventato da me?" Domandò senza parole. Non sapeva cosa dirgli insomma non se l'aspettava.
"Sono confuso e c'è una parte di me che si rifiuta ancora di credere alle leggende ma no, non ho paura. Sai ho pensato che se ancora sono vivo dopo due giorni con te non ho motivo di avere paura" dichiarò il più alto.
E Federico fece qualcosa che gli mancava da molto tempo. Abbracciò una persona. Abbracciò Mika che ricambiò l'abbraccio immediatamente. A causa della loro visibile differenza di altezza il riccio fu costretto ad abbassarsi e successivamente a fare forza per sollevarlo da terra. Federico si lasciò avvolgere da quel calore umano che da troppo tempo gli era stato negato.
"Grazie di esserti fidato" Disse in un sussurro quasi impercettibile ma che arrivò forte all'orecchie di Fedez. 
"Mi sono fidato troppo a lungo di persone sbagliate. So che tu sei diverso."
E Mika si domandò fino allo sfinimento chi fossero queste persone sbagliate.

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HOLA \o/
Come avete notato sto aggiornando abbastanza velocemente perché ho già i capitoli pronti. Penso che aggiornerò un giorno sì e uno no così ho un pochino più di tempo per scrivere la fine.
Su questo questo capitolo non ho niente da dire a parte la comparsa di un nuovo personaggio: Welcome Alessandro.
Fatemi sapere se vi è piaciuto lasciando un commento o mettendo like!
Alla prossima <3

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