The Origin Of Love

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Avevano passato un'ora a stringersi e a coccolarsi. Ma ora Mika doveva ancora ricevere risposta sulla maggior parte delle domande anche se il più grande punto interrogativo era stato risolto.
"Quindi non parli più con Ale perché così pensi di proteggerlo da te stesso? Quindi non vuoi proteggere me"
Stavano sul divano, Fedez con la testa sulla spalla di Mika.
"Non ti farei mai del male e lo sai, solo è complicato. Tu sei diverso, te l'ho detto, sei migliore."
Mika piano piano stava unendo i puzzle di quel grande mistero che lo aveva accolto il giorno prima. Tutte queste cose successe in soli due giorni e soltanto per colpa di un ragazzo.
"Chi l'ha detto che sono migliore, perché dopo due giorni ti sei fidato così tanto di me?"
Questa era la domanda importante a cui voleva assolutamente una risposta. Era impossibile trovare qualcuno che dopo due giorni era disposto a raccontare il suo più grande segreto che potrebbe sconvolgere la tua vita.
"Hai mai sentito parlare di Imprinting?"
Domandò Fedez sollevandosi dalla spalla del riccio e girandosi verso di lui per guardarlo negli occhi.
"In Twilight ma non mi ricordo lo stesso" scherzò Mika ricordando però quel periodo della su vita dove amava Robert Pattinson tenendo un poster attaccato sopra il letto. Peccato che adesso davanti avesse un Taylor Lautner pieno di tatuaggi. Peccato fino ad un certo punto.
"Sai la parte peggiore di essere un lupo mannaro non sono i peli, il costante calore, il non essere normale, il fiuto, l'udito amplificato o la paura costante di perdere il controllo e uccidere qualcuno. La parte peggiore è ritrovarsi scimmiottati per colpa di un film come Twilight."
Si portò le mani tra i capelli esasperato.
"Vatti a cercare da solo la definizione di imprinting, altre domande belloccio?" Disse allungando la mano per prendere il pacchetto di sigarette abbandonato sul tavolino di caffè posto tra il divano e la televisione. Ora Mika aveva scoperto pure questo brutto vizio di Fedez.
"Di chi era il sangue quel giorno"
Mika fissò ogni suo gesto. Da quando prese la sigaretta dal pacchetto portandosela alle labbra a quando fece girare la rotella per far uscire la fiamma che accese il tabacco.
"Un semplice cervo, non chiedermi cos'è successo quella sera. Mi ricordo ben poco. Stavo rientrando da una festa e avevo deciso di prendere la strada più corta in mezzo al bosco quando qualcuno o qualcosa mi fece cadere e sono svenuto. Mi sono svegliato la mattina successiva sdraiato lì con un gran giramento di testa. L'accaduto che mi ha fatto capire che qualcosa non andava erano i troppi pochi secondi che ci ho messo per raggiungere casa di Alessandro. Di solito a piedi ci metto 10/15 minuti. Quella mattina penso non ne siano passati neanche 3. Arrivato lì non ho fiutato la sua presenza, e questo olfatto amplificato mi ha fatto accendere un'altra luce di allarme. Ero spaventato e avevo bisogno dell'unica persona che mi stava vicino quindi sono andato a scuola non rendendomi conto però di quanto conciato in quel modo potevo far paura. Ho fatto un casino."
Federico stava accucciato con le ginocchia rannicchiate al petto. Sembrava un semplice bambino triste a causa del lecca lecca caduto. Mika lo strinse a se accarezzandogli la schiena. Restarono così ancora per un po' quando un cellulare squillò.
Naturalmente non poteva essere quello di Fedez che neanche aveva un cellulare.
Il riccio lo estrasse dalla tasca e lo portò all'orecchio.
"Dimmi papà" rispose il figlio scocciato. Non aveva cinque anni, non c'era bisogno di chiamare ogni minuto. Se c'era qualcosa che gli serviva sarebbe stato il figlio a mettersi in contatto.

"Tutto bene? Dove sei?"

Era tentato di attaccargli in faccia ma si limitò a rispondergli in modo acido.

"Si, sono vivo. Sto da un amico"

Se voi foste figli maschi la parola amico non turberebbe per niente vostro padre. Se voi foste Michael Penniman, gay dichiarato, quel l'amico porterebbe vostro padre a a farvi altre centomila domande.

"Quanto amico? Dormi da lui? È abbastanza tardi per metterti alla guida. Okay ti vengo a prendere non voglio che tu dormi con un molto amico"

Esasperato il figlio rispose con uno scocciato "Non lo so ti faccio sapere" concludendo la chiamata. Il padre però non aveva tutti i torti. Ormai si era fatto tardi e Michael doveva prendere una decisione. Restare o chiamare il padre. La seconda opzione era esclusa.
"Puoi rimanere se vuoi, sennò ti porto a casa a piedi" Disse il più basso accanto a lui.
Ovviamente aveva sentito tutto, era inevitabile. Si alzò in piedi per raggiungere il telecomando. Spense la televisione e si rigirò verso il ragazzo per ottenere una risposta.
"Io ho paura del buio" ammise Mika ancora seduto sul divano. Aveva abbassato la testa per paura di vedere la reazione di Fedez. Fedez che scoppiò soltanto a ridere.
"Preferisco che tu resti, anche perché purtroppo dovrai dormire con me. Ho solo un letto matrimoniale in casa, sai non mi sarei mai aspettato ospiti."
La sera si sdraiarono l'uno stretto all'altro e nel silenzio più assoluto Mika riprese il discorso lasciato in sospeso.
"Dovresti far pace con Ale. Non devi per forza dirgli la verità ma...gli manchi fede."
Quest'ultimo non rispose ma Mika sapeva che quelle parole gli erano arrivate all'orecchio più forte che mai.
Il riccio decise di cambiare argomento.
"I tuoi genitori?" Domandò in un sussurro per paura di aver toccato un tasto dolente.
Ma sorprendentemente il moro rispose.
"Mio padre è morto e mia madre lavora in un'altra città. Mi viene a trovare ogni tanto per vedere se sono ancora vivo"

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