Cambiamo il Finale.

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-E poi mamma? Come va a finire?- mi chiede la piccola Lily.

-Va a finire che con noi ha di nuovo parlato, ed abbiamo chiarito.- mi interrompono Steph e Bea, entrando nella camera di Lily.

-Sì, andò a finire così.- affermo io, prendendola in braccio.

-E adesso che ne dici di andare da papà? Arrivo subito.- le dico, stampandole un bacio sul naso.

-Subito subito?- mi chiede lei.

-Subitissimo, tu va.- dico, facendole cenno di correre.

-Tutto bene?- mi chiede Steph, preoccupata nel vedermi sbiancata.

-Sì, sembra tu stia male, vuoi che ce ne andiamo?- mi domanda Bea.

-No, stavo pensando... a quanto sono passati in fretta questi dieci anni.- abbasso gli occhi.

-Sì, hai ragione, sono cambiate talmente tante cose...- dice Bea.

-Dio faccio tardi per la serata con Justin!- squittisce mia sorella, afferrando al volo la borsa e salutandoci con un gesto veloce per poi precipitarsi giù dalle scale.

-Io, io vado da Jack. – sussurra Steph.

Sì, ora sta con Jack. No, non era gay.

Penso e ripenso a questi anni, al fatto che ora non sono più una teenager, sono un'adulta di 24 anni. Una mamma. Una moglie. Com'è possibile che tutto ciò sia capitato così in fretta?

Avevo perso i contatti con Sam, lo vedevo solo ai cenoni di Natale o al Giorno del Ringraziamento.

Il mio matrimonio con Ben, nonostante la disapprovazione dei miei genitori a 19 anni.

Lily, che nacque quando avevo 20 anni.

La nostra prima casa, come famiglia.

In camera da letto, abbiamo la stessa finestra che avevo da ragazza, che da' anch'essa sul bosco.

Fuori nevica, è il giorno di Natale e il cenone è (per la prima volta in assoluto) a casa nostra, e solo Ben e Lily ne sono felici.

Sotto tutti mi aspettano per cenare, ma dopo aver rivissuto tutto quel periodo così fottutamente incasinato, la mia mente si è fermata a quei giorni. Irremovibile.

E sì, dopo quella famosa visita è stato confermato il mio deficit d'attenzione. Ho ancora qualche ricaduta pure adesso, ma non ci faccio tanto caso.

È meglio scendere, non voglio far credere che io stia male o cose simili.

Mentre scendo le scale, sento almeno una ventina di persone che schiamazza e urla, e, così, l'ansia mi pervade da testa a piedi.

Appena varco l'ultimo gradino, mi salutano all'unisono tutti, dirigendosi verso di me, cercando di abbracciarmi.

Vedo seduti Sam e Austin, il suo nuovo compagno che mi salutano con un sorriso. Solo Austin si alza per salutarmi e ringraziarmi e blablabla.

L'altro si limita a fissarmi, mettendomi veramente a disagio.

Mia madre e mio padre parlano con degli zii in salone, e vedo Ben che si avvicina con un bicchiere di vino in mano.

-Tesoro, tutto bene?- mi domanda lui.

-Sì, ero solo...- cerco di dire.

-Okay, bene. Adesso per favore porta i salatini che sono sul tavolo ed offrili agli ospiti.- mi dice, indicandomi la camicetta che indosso. –E abbottonala un po' Pheobe.-

Si allontana ed io mi dirigo in cucina, per poi sedermi al tavolo, a strafogarmi di pizzette.

Lily parla con Rose, una delle gemelle di Steph e Jack.

-Sai, per Natale mi hanno comprato questa coroncina rosa e anche queste scarpe con i brillantini.-

-A me invece hanno dato questa collanina blu.- dice Rose con orgoglio.

Io guardo tutto e tutti con sguardo assente.

-Ehy, tutto okay?-

Mi volto. È Sam.

-Sì, sì. Sono solo... stanca.- dico, mordendomi il labbro.

-Stai mentendo.- mi dice, con aria maliziosa.

-Oh, giusto, sei lo psicologo della situazione vero?- dico, un po' troppo arrogante.

-No, non solo.- sorride. – Uno, ti sei morsa il labbro, ciò significa che stai dicendo cazzate. Due, Lily mi ha raccontato tutta la storia che le hai spifferato, della nostra adolescenza.-

Sono spiazzata, come ho potuto dire tutti gli insulti dedicati a Sam, a una bimba di quattro anni, palesemente inaffidabile?

-Dio, scusami...- cerco di trovare una scusa, ma nulla.

-Non ti devi scusare, piuttosto... Ti va di uscire di qui?- mi domanda, prendendomi il braccio.

-Non dovrei ma...- mi sembra di tornare indietro nel tempo.

-Aspetta, sarà tutto come una volta?- domando.

-Più o meno...- mi risponde, prendendomi per mano. – stavolta cambiamo il finale.-

-In che senso?- sorrido.

-Nel senso che sta volta non ti lascio scappare.- sussurra, portandomi via.



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