Dietro Gli Occhiali.

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Saltiamo giù dal treno, lasciandoci alle spalle Jack ed i suoi amici che ci salutano al finestrino.

-Allora tu devi fare tutto sto casino venire a scuola?- gli domando.

-Sì, ma quando prendo la bici ci metto di meno... Sai, i ritardi...- mi dice, in tono esperto.

Ma, ormai non lo sto più ascoltando. Non ci sono più, la mia mente non c'è più.

Ormai penso solo più alla misteriosa casa di Sam, alla sua famiglia, ai segreti che essa nasconde.

Avessi qualche anni di meno, penserei che la dimora fosse costruita di pan di zenzero, finestre di cioccolata e le tegole di Oreo. Ma chi voglio prendere in giro, lo penso ancora adesso.

-Pheobe... Lo sai che io capisco quando non mi stai più ascoltando,vero?- mi dice, fissando l'asfalto e accennando un sorriso lieve.

Come aveva fatto?

-Ho un sesto senso per queste cose. E' per questo che voglio studiare psicologia, voglio capire fino a dove la mente umana si può spingere.- dice. -Perciò stai attenta Pheobe.- ora sfoggia un sorriso enorme.

Sorrido, in modo troppo, troppo stupido.

Pensandoci bene, Sam era proprio così. Era misterioso, nascondeva la sua identità dietro gli occhiali; questa cosa mi faceva impazzire. Adoravo questo suo lato oscuro, ma allo stesso tempo era come uno rompicapo. Irraggiungibile. Almeno, per adesso era impossibile poterlo capire del tutto.

-Eccoci.- mi sussurra lui, improvvisamente, facendomi sussultare.

MI stava indicando un viale all'interno di un piccolo bosco che nascondeva chissà quali misteri.

Forse era vero: forse era proprio la casa di Hansel e Gretel.




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