L'invito.

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-Pheobe... Pheobe...- un sussurro.

-Mmh...- rispondo io ancora nel dormiveglia.

-Sono già le nove Pheobe...-

Apro gli occhi e trovo mia mamma seduta di fianco a me intenta nel svegliarmi.

-Non vado a scuola oggi...- le spiego io, mentre sbadiglio ancora con gli occhi chiusi.

-Lo so, mi ha chiamato Nicole per avvisarmi... Steph ti aspetta alle dieci all'ospedale. Ha chiesto di portare qualcosa da fare perché si annoia davvero tanto laggiù .- mi risponde accarezzandomi i capelli.

-Okay.- le dico io, ancora addormentata.

-Hai sbattuto da qualche parte? – mi chiede toccandomi la punta del naso.

-No.- rispondo.

-Hai preso freddo?- mi domanda con il fare di una un po' troppo apprensiva (cosa che lei è).

-No. Non credo proprio.-

Mia mamma non sa che quando mi emoziono comincio a sanguinare dal naso. Per fortuna. Se no mi avrebbe tempestato di domande.

-Sbrigati che per andare all'ospedale ci vogliono venti minuti in macchina.- mi dice, uscendo dalla stanza e raccogliendo la carta della merendina.

-Si, lo so- rispondo io un po' seccata.

Mi alzo dal letto e prendo subito il telefono in mano.

Un messaggio da un numero sconosciuto.

"Ciao! Sono Mia, una tua compagna di classe. Non so se ricordi... Capelli rossi, davanti a te e a Sam...

Questo sabato si fa una festa a casa mia, tutti invitati. Ti dico a scuola a che ora si farà e l'indirizzo."

Non mi ricordo di lei. Forse perché ho guardato tutto il tempo il mio quaderno o Sam o la professoressa.

Ora che ci penso bene, non ricordo nemmeno un volto dei miei compagni.

Una festa... Sono solo andata a delle serate (non so se si possono definire feste) a casa dei miei amici alle medie. Ma nulla del genere. Dovrò convincere i miei genitori dato che già solo per uscire da sola con Stephanie ne fanno un dramma.

MI faccio una coda alta, dei leggins grigi ed una felpa verde, mi metto delle sneakers nere un po' rovinate sulla punta. Bevo una tazza di caffè e sono pronta per uscire.

-Sbrigati Pheobe, sei in ritardo! - mi urla mia sorella dal vialetto di casa.

Corro quasi inciampandomi tra i sassolini della via di fronte a casa e raggiungo la macchina di mia madre.

-Finalmente!- dicono in coro Bea e mamma.

Mi siedo davanti, e partiamo.

-Che ci fai qui?- chiedo a mia sorella guardandola attraverso lo specchietto retrovisore.

-Voglio salutare anche io Stephanie!- dice entusiasta.

-Va bene.- rispondo.

Giocherello un po' con le cuffiette che mi sono portata dietro per prendere coraggio e chiedere a mia madre per il permesso della festa.

-Mamma...- comincio. –potrei andare sabato sera ad una festa di classe?- chiedo tutto d'un fiato.

-Sai come la penso sulle feste... se non conosciamo i tuoi amici non ci puoi andare.- risponde con tono freddo.

-Ma mamma, neanche io li conosco tutti.- dico.

-Aspetta, ci sarà anche quel Sam?- mi chiede guardandomi per due secondi per poi continuare a guardare sulla strada.

Come faceva a conoscere Sam? E perché ha fatto questa domanda?

-Mmm... suppongo di sì... Ma tu come lo conosci?- chiedo un po' incuriosita.

-Me ne ha parlato papà. Me lo ha descritto come un bravo ragazzo e se ci fosse lui... potremo pensare di farti andare a questa festa.- mi risponde osservando il volante.

-Grazie mamma! - dico entusiasta.

In fondo è un occasione per conoscere anche qualcuno di nuovo, no?

E poi,  che può andare storto?


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