"La gente mormora cose su di voi che sconvolgerebbero la Chiesa e il nostro stesso Dio".

Un brivido mi attraversò la schiena, irrigidendomi i muscoli del torace. Respirare stava cominciando a richiedere uno sforzo che non ero in grado di compiere. Il terrore mi strisciava sotto pelle, come una serpe in cerca del punto più adatto in cui affondare i denti e succhiare via la mia anima.

"C'è chi giura di avervi vista entrare per errore nelle celle degli infetti di pertosse". Mi scrutò a fondo negli occhi prima di continuare. "Eppure voi non manifestate alcuna traccia della malattia, sebbene siate stata a contatto con i malati".

"Io...".

"Ma c'è altro", mi interruppe educata.

Annuii con un breve cenno del capo. Stavo cominciando a sentire un ronzio nelle orecchie, come se un intero scame di mosche stesse danzando contro il timpano. Una miriade di puntini neri apparivano e scomparivano davanti ai miei occhi, suggerendomi che ero sul punto di svenire. Mi concessi un lieve respiro e i puntini scomparvero.

"Il vostro modo di parlare è così.... diverso", pronunciò l'ultima parola con enfasi. "I termini che usate sono sconosciuti e sembrano appartenere a qualche trattato di demonologia".

Si passò la lingua sulle labbra e unì le mani in preghiera. "So che nascondete dentro di voi un segreto... so che ci sono cose che non volete rivelare nemmeno a vostro marito. Ma io una domanda ve la devo porre. Per la mia sicurezza e quella del bambino che porto in grembo".

Chiusi gli occhi, preparandomi al peggio. Sapevo cosa stava per chiedermi prima ancora che le sue labbra si aprissero su quelle parole che da quando ero arrivata nel 1612 avevo temuto più della morte.

"Siete una strega?".

Riaprii gli occhi e solo a quel punto mi accorsi che stavo piangendo. Le mie lacrime potevano essere scambiate per un'arrendevole confessione, eppure non riuscivo ad arrestarle. Tutti i sentimenti che avevo represso in questi ultimi giorni stavano sgomitando tra di loro per uscire. Lottavano contro il mio autocontrollo per liberarsi. E stavano vincendo.

"Siediti", riuscii a dire, rauca, soffocandomi quasi.

Miss Clark indietreggiò, gli occhi spiritati non riuscivano a staccarsi dai miei. Indietreggiò ancora finché le sue caviglie si scontrarono con il bordo del letto. Si lasciò cadere in un tonfo e incurvò le spalle, stringendo la coperta tra le dita. Tremavano. Tutto il suo corpo tremava.

Tirai un lungo e profondo respiro. Il primo da quando Miss Clark aveva iniziato a parlare.

"Il segreto che nascondo non riguarda solo me ma tutti voi", restai sul vago. "Ciò che si mormora su di me è basato su false credenze che andranno a morire tra un centinaio d'anni".

"Come fate a saperlo?", balbettò.

Scossi la testa e abbassai lo sguardo. "Non posso dirtelo". Rialzai lo sguardo. "Non ti vieterò di starmi alla larga. Se è paura quella che provi standomi accanto, allora sei libera di andare. Dirò che i nostri due caratteri sono incompatibili e che per questa ragione non ti voglio più vicino a me".

Clark si alzò, sorpresa quasi di poter essere libera di andarsene. Ma quando arrivò alla porta, senza voltarmi ripresi a parlarle. Le davo le spalle, incapace di guardarla negli occhi.

"Le donne che usano la testa costituiscono una minaccia al potere che ogni uomo tiene stretto come se fosse un ingente tesoro. E va quindi eliminata". Respirai ancora, scegliendo le parole con cura. "Non sono una strega, Clark. E tu non sei in pericolo. Ciò che è davvero pericoloso è la vostra mentalità che addita l'intelligenza o qualcunque segno di stranezza come stregoneria".

A quel punto mi voltai. La sua mano tremava sullo stipite della porta, ma nonostante la paura che ancora sentiva non scappò. Non lo fece nemmeno quando mi avvicinai per accarezzarle la guancia.

Volevo dirle che se non avevo contratto la pertosse era perchè da piccola ero stata vaccinata, ma di certo lei non poteva ancora sapere cosa diavolo fossero i vaccini e spiegarglielo le avrebbe fatto aumentare sia la paura che la confusione.

"Questa mano che ti ha appena accarezzato non ti farà mai del male. Nè a te né al tuo bambino. Il segreto che porto dentro di me non è oscuro ma potrebbe portarmi dritta al rogo, per questo te lo confiderò solo quando sarò certa che nella tua testa non ci sarà più spazio per la paura. Sono strana, lo so", ridacchiai, lieve. "Ma sono Nadine, moglie di Alec O'Braam, Signora di questo castello e di queste terre. Sono una ragazza. Come te. Nulla di più e niente di meno. E non vi è alcun arteficio o maleficio dietro al mio desiderio di farti capire che non sei inferiore a me, nè vi è nascosto in alcuni termini che non potete ancora comprendere".

La confusione si dipinse nitida sul suo volto e confinò la paura. Ne ero certa perchè nonostante tutto era ancora lì, vicino a me, quando invece avrebbe avuto la possibilità di fuggire.

"Ora, ti prego, lasciami andare. Mio marito mi aspetta".

"Solo un'ultima cosa", aggiunse in fretta. "Il versetto del Vangelo di Giovanni dice che chi non rimane in Dio viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi viene raccolto per essere gettato via e bruciato. Se davvero non siete una strega, se davvero vantate di possedere una grande intelligenza, allora usatela per proteggervi dai pensieri della gente e a non alimentare le voci che girano sul vostro conto. Il popolo ama vostro marito e ripone in lui assoluta lealtà: nessuno vorrebbe vederlo sposato a una donna che si atteggia a strega".

La guardai allontanarsi sul corridoio in penombra. I suoi passi rimbombavano sulla pietra dura come le sue ultime parole martellavano dentro la mia testa. Chi non rimane in Dio viene gettato via e bruciato.

L'avvertimento suonava serio. Era su questo versetto, frainteso completamente da quella gente superstiziosa, che veniva giustificato il rogo. Per riuscire a salvarmi mi rimaneva una sola possibilità, e non sarebbe stata per niente facile: dovevo conquistarmi l'assoluta fiducia di Alec per essere protetta da lui, e non avevo idea di come ottenerla prima di diventare la cosa più simile ad un arrosto di tacchino.

Il capitolo è' corto, lo so, ma ho avuto pochissimo tempo oggi. Domani mi farò perdonare, magari con due bei capitoli, promesso. Notte a tutte.






SE TI PRENDO SARAI MIA // Vincitore #wattys2016 "In Tutte Le Librerie d'Italia"Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon