NOSTRA SIGNORA

27.4K 1.3K 198
                                    

Il fetore di sangue era talmente forte da farmi lacrimare gli occhi. Pelle lacerata e imbrattata di sangue segnava un percorso di morte nell'area in cui le bombe erano esplose, lasciando distruzione dietro il loro passaggio. L'erba bruciata era stata calpestata dagli zoccoli dei cavalli ed ora restava piegata verso il terreno, tinta dal rosso del sangue di ogni vittima e dal nero dello zolfo, quasi si vergognasse di riergersi verso il sole. Alcune ciocche di pelo vennero sollevate dal vento, volando attraverso la fila di cavalieri superstiti che si trascinavano stanchi ma vittoriosi verso Alec.

Dal fondo della piccola collina che aveva assistito alla battaglia, lo osservai ergersi in tutta la sua gloriosa magnificenza: la spada alzata in segno di vittoria e lo scudo a terra, accanto ai propri stivali. L'armatura riflettè gli ultimi raggi di sole, spettatori di un evento che la storia avrebbe ricordato come la più tragica e veloce battaglia mai avvenuta nella Scozia del Nord del XVII secolo. Fissava i suoi uomini, serio e grave, accogliendo senza battere ciglio le pacche di incoraggiamento sulle spalle di chi gli passava accanto. I corpi mutilati del clan avversario giacevano sul terreno, inghiottiti nelle buche che le bombe avevano scavato nel campo, pezzi di armatura ancora fumanti costellavano l'erba come piccoli fiori appena sbocciati.

Feci un passo avanti solo quando gli occhi di Alec si posarono su di me. Osservandoli mi accorsi che la gloria che mostrava era solo apparente. A differenza dei suoi uomini, in lui non c'era traccia di orgoglio per ciò che avevamo architettato ma solo un'immensa tristezza. La celava perchè era il Signore di ogni persona presente, perchè doveva annunciare la vittoria con superbia e dignità, ma io la scorsi comunque perchè l'ombra che rubava la lucentezza nel suo sguardo era la stessa che sapevo di avere nel mio.

Alec inclinò il capo, una forma di muto rispetto nei miei confronti dopo di ché tornò a rivolgersi ai suoi uomini, pronunciando parole che il vento non riuscì a trasportare fino a me. Capii tuttavia ciò che aveva detto poiché quando le sue labbra si fermarono, stringendosi in una dura linea orgogliosa, tutti i suoi uomini diedero le spalle al tramonto, rivolgendo il volto verso i piedi della collina e sfoderando le spade.

Corrugai la fronte, incuriosita, senza ben sapere cosa aspettarmi, dondolandomi sui piedi.

E fu a quel punto che tutti quanti loro, contemporaneamente, posarono orizzondalmente le proprie spade sui palmi delle mani e si inginocchiarono allo stesso modo in cui qualche ora prima il cavaliere dalla lunga barba rossa si era prostato in segno di rispetto ai miei piedi. Sulle prime pensai che fosse una loto usanza per festeggiare e ringraziare Dio della vittoria, ma dovetti ricredermi quando il loro grido, uniforme e valoroso, attraversò l'intera vallata, accompagnato dal canto stridulo di alcuni corvi che si sollevarono in volo verso la luce ambrata del sole.

"Nostra Signora!".

Spalancai gli occhi, senza fiato, sentendo il panico strisciare infido come una serpe all'interno del mio cervello, minando la sicurezza che nonostante tutto fingevo di mostrare restando immobile, quasi indifferente, col mento orgogliosamente alzato e gli occhi fissi in avanti. Il momento solenne non mi rendeva orgogliosa nè mi gettava nello sconforto per tutti gli uomini che avevo ucciso. Semplicemente mi coinvolgeva a forza, urlando insieme ai cavalieri, e riscrivendo inesorabile il destino delle nostre vite, condannando il futuro ad una totale disfatta e segnando per sempre la mia presenza nel 1600. Il mio nome sarebbe stato riportato nei libri di storia, almeno che Alec non si fosse preso ogni responsabilità, dichiarando al mondo intero di essere l'ideatore della "polvere nera". Ma nei cuori di quegli uomini, il ricordo di me sarebbe rimasto a lungo, pronto a manifestarsi ad ogni più piccolo avvenimento importante, tramandato per decenni e decenni. Il corso della storia era irrimediabilmente cambiato, scritto col sangue dei perdenti e da me manovrato.

SE TI PRENDO SARAI MIA // Vincitore #wattys2016 "In Tutte Le Librerie d'Italia"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora