CAPITOLO 6

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Cecilia scese dalla macchina e poi rimase immobile, davanti alla caffetteria. Devon tirò a sé la portiera e la chiuse. Due secondi dopo l'aveva lasciata lì, da sola. La ragazza guardò il piccolo orologio argentato che portava al polso e notò di essere in anticipo. Si sarebbe presa una camomilla, per passare il tempo e rilassarsi. Era così nervosa che se le avessero dato una pallina antistress, invece di stringerla tra le dita, l'avrebbe rotta tutta.

Si fece coraggio e si incamminò verso l'entrata del locale. Aprì la porta, facendo tintinnare il piccolo campanellino sulla porta. Eva lo aveva affisso lì sopra mesi prima, quando si era stufata di non sentir arrivare i clienti e fare figuracce.

Come entrò nella caffetteria però capì che non poteva prendersi alcuna camomilla. Seduto ad un tavolino, vicino ad uno dei muri vetrati, infatti, c'era Logan. Indossava una maglietta verde scuro a maniche corte, una giacca nera era appoggiata allo schienale della sedia, mentre i capelli li aveva lasciati nelle loro sembianze naturali.

Cecilia trasse un profondo respiro e poi si avvicinò al ragazzo, cercando di fare meno rumore possibile e di non farsi notare troppo. Mentre si avvicinava, però, Logan si voltò e si alzò.

- Ciao. – la salutò, avvicinandosi a lei e stampandole un bacio sulla guancia, cosa che la fece rimanere di sasso e anche imbarazzata. Il ragazzo le fece segno di sedersi, mentre lui faceva lo stesso. Non voleva esagerare con le carinerie.

Cecilia seguì il suo consiglio e si sedette proprio davanti a lui. Era così nervosa che non si sarebbe stupita affatto se avesse cominciato a tremare tutta.

- Come va? – le chiese Logan, girando il cellulare in modo che lo schermo guardasse il tavolino. Così anche se qualcuno lo avesse cercato, non sarebbe stato disturbato. Aveva messo il silenzioso apposta.

- Tutto bene. Tu? – rispose Cecilia, cercando di rimanere calma, ma le era impossibile. Era una fascio di nervi e il bacio che il ragazzo le aveva dato aveva solo peggiorato la sua situazione.

- Direi benissimo. – disse il giovane, osservandola per bene, ma non aprendo bocca.

- Come hai fatto a sapere che ero arrivata? – domandò la ragazza, allora, cercando di intrattenere una conversazione e allo stesso tempo di distrarsi.

- Il vetro riflette un po'. – alzò le spalle Logan. Mentre faceva quel semplice e normale gesto, Cecilia non poté fare a meno di notare i suoi muscoli sotto la maglietta, che non era attillata, ma che faceva lo stesso intravedere il fisico allenato del suo interlocutore. La maglia, infatti, si era piegata seguendo il movimento del suo possessore.

- Oh.. – esclamò imbarazzata e allo stesso tempo sorpresa da quella rivelazione. Si voltò verso il vetro e notò che il giovane aveva ragione. In tutto quel tempo che aveva lavorato lì non se ne era mai accorta. Logan, notando la sua espressione, ridacchiò leggermente, ma non era una risatina cattiva, anzi. Sembrava che guardasse una bambina al parco giochi.

- Ordiniamo? – chiese infine Cecilia, cercando di far passare quel momento imbarazzante. Per tutta risposta il ragazzo annuì.

- Faccio io. – disse Logan, alzandosi dalla sedia e andando verso il bancone. La giovane non aveva avuto neanche il tempo di replicare. Come faceva il ragazzo a sapere cosa ordinare anche per lei? Non conosceva i suoi gusti.

Cecilia si alzò a sua volta e si avvicinò al bancone, dove l'altro stava aspettando il suo turno. Lei sorrise e gli appoggiò una mano sul braccio, che poi ritrasse subito, imbarazzata.

Logan si voltò verso di lei, corrugando la fronte, ma la ragazza saltò la fila e andò dietro il bancone, dove un altro suo collega, Kyle, stava servendo due uomini molto irascibili.

Vicino a te (Storia Pubblicata In CARTACEO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora