CAPITOLO 3

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L'ora di punta era finita da dieci minuti, ma uomini d'affari, avvocati, giudici e medici continuavano ad arrivare alla caffetteria. Alcuni di loro anche solo per prendere un caffè con i colleghi o per riposarsi. Era una giornata molto impegnativa un po' per tutti.

All'improvviso entrarono nel locale dei bambini, che le due donne accolsero con un sorriso. Dietro di loro due maestre cercavano di farsi largo e raggiungere la cassa.

- Scusateci, la gita li ha esaltati troppo. – sorrise una di loro e poi cominciarono a far elencare dagli alunni ciò che volessero e poi ordinarono. Alla fine delle ordinazioni le due donne dietro il bancone erano impazzite. Cercavano di portare sul bancone tutte le ordinazioni nel minor tempo possibile, anche se tutto quello provocava loro un ulteriore stress.

Dopo cinque minuti tutti i bambini erano seduti ai tavolini a mangiare e chiacchierare tra di loro, portando un atmosfera serena e gioiosa nel locale, da cui, però, i lavoratori scappavano via. Le maestre ordinarono due caffè per loro e poi pagarono tutto il conto.

Fuori dalla caffetteria c'erano dei ragazzi che tornavano dalla scuola, adulti che facevano shopping e donne anziane, che portavano per mano i nipotini. Il cielo era sereno e il sole regnava su tutta la città. Non era una giornata particolarmente calda, ma bastava un giacchetto e si stava bene anche all'aria aperta.

Cecilia ed Eva si misero a ripulire il bancone e la macchina per fare i caffè. Dopo dieci minuti i bambini con le loro maestre uscirono dal locale salutando e ringraziando le due donne, che li salutarono a loro volta con dei sorrisi sui volti stanchi, ma contenti.

- Non è stata una giornata monotona. – sorrise Eva, asciugandosi le mani su un panno.

- Direi proprio di no. – annuì Cecilia, finendo di pulire il bancone.

Eva andò verso i tavolini e cominciò a passarci un panno e a togliere tutto quello che ci era rimasto sopra. Spostava le sedie, per rimetterle bene e buttava tutto quello che era da cestinare.

Cecilia l'andò ad aiutare, proprio quando un uomo uscì dalla caffetteria. La ragazza andò verso il tavolo lasciato libero e buttò la carta dello zucchero, poi afferrò la tazzina del caffè e la portò dietro il bancone, dove la lavò e la ripose.

Il campanello della porta suonò e Cecilia tornò a servire il nuovo cliente. Quando si ritrovò faccia a faccia con l'uomo sorrise.

- E' la terza volta. Deve essere destino questo. – sorrise il ragazzo, osservando Cecilia, come se non la vedesse da molto tempo.

- Forse. – alzò le spalle la ragazza, continuando a sorridere.

- Allora forse dovremmo presentarci. Logan. – le porse una mano il militare, che lei strinse, presentandosi a sua volta.

- Cosa ti posso servire, Logan? – chiese Cecilia, indicando il menù posto sul bancone.

- Un semplice caffè macchiato. – rispose Logan, sorridendo. La ragazza annuì e si mise a lavoro, mentre il ragazzo la osservava attentamente. Eva intanto era tornata dietro il bancone e li osservava con aria sospettosa, ma felice.

- Quindi non sei solo una studentessa universitaria che ama Sherlock Holmes. – ipotizzò il ragazzo, porgendo sul bancone il denaro per pagare il suo ordine.

- No. – sorrise Cecilia, porgendogli la tazzina e prendendo i soldi.

- Magari sei anche un'agente dei servizi segreti. – replicò Logan, facendo un sorriso, che imbarazzò molto la ragazza.

Vicino a te (Storia Pubblicata In CARTACEO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora