capitolo 1

13.4K 402 17
                                    

Sono in un parco vicino a casa dove sono cresciuta e dove ho passato gli anni peggiori della mia vita. Non ho una bella vita. Non sono la classica adolescente. Un cuore di ghiaccio, per una ragazza fatta di ghiaccio.

Dondolo su un'altalena in cui mio padre mi spingeva da piccola ed io chiudevo gli occhi e mi sembrava di volare e di poter toccare il cielo. Fa freddo e ho solo una felpa. Chiudo gli occhi.

"Più veloce papà"

"Certo tesoro"

Queste voci mi suonano nella mente come una tortura, il telefono comincia a suonare e so già chi è e so già cosa vorrebbe dirmi.

Ma gli risparmio il fiato, così chiudo la chiamata, infilo gli auricolari nelle orecchie e faccio partire Demons dei Imagine Dragons. Sinceramente, non so chi sono. So solo che la loro musica mi fa star bene.

Incomicio a camminare lasciandomi trasportare dalla melodia, dirigendomi verso il cimitero.

Oggi c'è il funerale delle persone che amavo di più al mondo ma un bastardo ubriaco me le ha portate via
E io un giorno li ricambierò il favore.

La musica si stoppa, guardo il display: Scott, il mio miglior amico.

Da ormai un'ora, sono seduta su questa sedia circondata da persone vestite di nero e col mascara colato.
Il prete mi invita a dire delle parole e mi fa le condoglianze per le mie perdite dopo aver detto le solite cazzate da funerale tornai al mio posto con a fianco l'assistente sociale
So già cosa succederà dopo il funerale
Dovrò andare con loro e mi metteranno in un orfanotrofio aspettando che qualcuno mi adotti

E so già che non succederà mai sono un adolescente ribelle con occhi azzurri e capelli neri.

Ecco, è arrivato il momento dopo aver dato l'ultimo saluto a persone andate via troppo presto, salgo sul auto nera che mi porterà nel mio nuovo edificio che io dovrei chiamare casa.

Scendo dall'auto prendo le poche cose che ho preparato

"Charlotte è ora"

Mi chiama l'uomo sulla trentina vestito elegante per l'occasione.
Sto zitta e vado avanti.
L'edificio è carino ci sono alcune bambine che giocano fuori nel cortile
un po' trasandato.

Entro e una signora con gli occhi stanchi contornati da piccole rughette segno della vecchiaia mi accoglie con un sorriso dolce.

"Benvenuta Charlotte ti stavamo aspettando"

"Ok"

L'uomo se ne va ed io rimasi sola con quella signora.
Incomincia a camminare ed io la seguo, entro in un ufficio accogliente.

"Buongiorno Charlotte"

No, sta qui mi prende per il culo.
Faccio con la testa un cenno di saluto

"Starai qui momentaneamente, un amica di tua madre ha preso la tua custodia, ma tornerà tra un paio di giorni da un viaggio all'estero. Andrai in una nuova scuola e ti accompagnerò personalmente...se te la senti puoi incominciare anche domani ma..."

La interrompo

"No. Va bene cosi"

"Ma Charlotte sicura...sarai ancora un po scioccata e..."

"No, incomincio domani" dico fredda

In questo momento, ho solo bisogno di tenermi impegnata e non pensare a niente.

"Va bene" si alza dalla sedia "Ora ti accompagno nella camera e domani mattina fatti trovare pronta alle 7.15"

Mi accompagna nella mia stanza, percorriamo due corridoi molto curati

"Bene questa è la stanza" dice fermandosi davanti ad una porta di legno accogliente, apre la stanza.

"Alle 19.30 si cena"

E se ne va. Entro nella stanza, è carina. Non c'è nessuno oltre a me.

Mi siedo sul letto ordinato al centro della stanza con affianco un comodino di legno scuro. Alla parete c'è un armadio, suppongo, delle stesso tipo di materiale del comodino, vicino c'è un'altra porta penso del bagno, ma non controllo.

Poso il mio zaino vicino al letto e mi sdraio. Per fortuna non devo rimanere tanto qua, come ha detto la tipa prima. Sono già stata addottata da un amica di mia madre.

Qualcuno bussa alla mia stanza.

"Charlotte la cena è pronta"

Sinceramente, non ho fame.
Sento solo un enorme vuoto dentro di me come se le persone che se ne sono andate abbiano portato con se un pezzo di me stessa. Esco dalla stanza e vado di nuovo alla 'reception'

"Oh eccoti qui" dice una donna vestita elegante con un sorriso capace di farti sentire a casa.
Mi accompagna in una grossa sala con al centro un tavolo circondato da ragazze alcune hanno anche la mia eta. Prendo posto in una sedia un po' in disparte da tutte.
Non voglio parlare con nessuno.

Delle signore mi mettono davanti un piatto stracolmo di cibo.

Non ho mai avuto un bel rapporto col mio corpo. Non sono la tipica ragazza abbondante con le curve al punto giusto e questa cosa alcuni ragazzi della mia ex scuola me la facevano pesare, ogni giorno.

How To Save A life

How To Save A LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora