Capitolo XVII

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Nota dell'autrice: Ciao a tutti, finalmente sono riuscita a pubblicare un capitolo. Mi dispiace per questo mostruoso ritardo e vi ringrazio per aver tenuto il libro nelle vostre librerie. Inoltre, siamo arrivati a 2,71k views! Vi ringrazio di cuore, non mi sarei mai aspettata di arrivare fino a questo punto! In ogni caso vi lascio al capitolo, e ci vediamo al prossimo, l'ultimo. Ciao!

《Tornerete... in Giappone?》Sono rimasta senza parole... Non so più cosa dire. Rivolgo lo sguardo a terra, non voglio che Yamato veda la mia faccia...
Sono sul punto di crollare.
《Quando partirete?》
《Tra quattro giorni. Mia madre mi ha avvertito all'ultimo momento.》
So che sarei un'egoista a chiederlo, però...Mi faccio coraggio e lo guardo.
《Non potresti chiedere a tua madre di rimanere qui? Voglio dire... potreste vivere qui, no?》
Yamato esita un momento, poi parla 《Non lo so... ha già preso i biglietti per l'aereo, voleva farmi una sorpresa...》rivolge lo sguardo di fronte a sé《Perché sai, quando sono venuto qui all'inizio, ero molto stressato. Dovevo stare in un paese che non conoscevo, con gente che apparentemente mi odiava... probabilmente vedendomi così, mia madre avrà pensato che tornare indietro fosse la migliore opzione. 》
《Ma a quanto pare non lo è.》
dico, ri-abbassando lo sguardo.
《Anna...》
《Torna in Giappone. Anche se non tornerai, sono sicura che continuerò ad amarti. Io ti aspetterò qui, in Italia.》
Dico, stringendo quel ciondolo a forma di farfalla che tengo al collo. Non voglio trattenerlo qui. Sarebbe veramente troppo egoista, anche se desidero così tanto stare con lui...《No...Anna...io... non posso lasciarti andare così.》Dice, prendendomi per le spalle. Ha un'espressione frustrata.
《Troverò un modo... non so neanche cosa farò, ma non voglio lasciarti andare, Anna...》 e con quella frase sento il trillo della campanella alle mie spalle. 《Proverò a convincere i miei genitori, ok?》
《Va bene...》
Non so... dovrei andarmene?
《Ehm...》
《Vai pure, ci vediamo dopo.》

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Più tardi...

Alla fine, mi chiedo: esiste veramente un modo per sistemare questa situazione? È incredibile che tutto giri intorno ai suoi genitori, dannazione. Ancora non si sa se gli permetteranno di rimanere qui... e se gli dicessero di no?
Sto andando in paranoia...

《Anna.》
《Hmm?》
《Stai fissando il vuoto già da un po'. Che succede?》
《Nulla...》
《Guardami.》
Mi fermo e mi volto verso di lui.
Che succede?》Ripete.
《Che succede secondo te? Tu dovresti partire tra quattro giorni. È naturale che io sia...ehm...》
Non so neanche che emozione sia...
《Lo so... però ancora non è detto... potrebbero decidere di farmi rimanere qui... 》
Sospiro, ricominciando a camminare, con Yamato al seguito. Ho un brutto presentimento riguardo a questo.

Aspetto Yamato di fronte alla scuola due giorni dopo. Ieri non è venuto, a quanto pare.
Lo vedo arrivare dall'altra parte della strada. Appena mi vede la sua faccia cambia in quella che è un'espressione rassegnata. Accidenti...
Mi porto una mano alla bocca e abbasso lo sguardo.

《Mi dispiace...》
Dice, abbracciandomi.
《Ho parlato con tutti e due... mi vogliono costringere a partire, non ne vogliono sapere...》
Sono rimasta immobile.
《Anna, cercherò di fare il possibile, tu abbi fiducia in me.》
《I-Io mi fido di te, però...》
...Ho tanta paura di perderti.

《...ormai ti hanno detto di no. Cos'altro puoi fare tu, per rimanere qui? Dopotutto non sei neanche maggiorenne e non puoi vivere da solo...》
《Non lo so... non...》
Mi stringe più forte, lo sento esitare. Lo stringo anch'io più forte, nel tentativo di consolarlo.
Anche lui si sta abbandonando alla realtà. Ormai non ci resta che consolarci a vicenda.
E poi... questo pessimismo mi sta uccidendo.
Mi sciolgo dall'abbraccio, facendo un passo indietro.
Yamato, io... non ce la faccio più. Sono passati pochi giorni, ma sono bastati per farmi andare in paranoia.》
Yamato abbassa lo sguardo.
《Ti capisco, Anna... anche io sto passando un inferno... Ma ormai, l'hai detto anche tu...》Si blocca《...non c'è niente che io possa fare.》
Non ce la faccio più...
《Allora... ci vediamo all'aeroporto.》 Inizio a correre, sento delle lacrime che mi scendono sulle guance. Supero la scuola... e tutto il resto.
Perché sto correndo? Già, non era una cosa che intendevo fare. Ma non riuscivo più a sopportare quell'atmosfera.

Alla fine mi ritrovo a fissare il mare, non troppo lontano dalla scuola. Sento la brezza marina scompigliarmi i capelli, quella stessa brezza che sentivo durante gli intervalli.
L'atmosfera è silenziosa... un giovedì di oltre metà Marzo... il cielo coperto dalle nuvole...chi vuoi che ci sia sulla spiaggia in questo periodo?

Mi siedo sulla sabbia fredda, a contemplare il mare, mentre le lacrime continuano a scendere.
Oh andiamo... Yamato non è l'unico essere umano sulla terra...
Ma se è così... perché, perché non riesco a lasciarlo andare?!

And then, he came.Where stories live. Discover now