Nadia rimase a bocca aperta, in apnea. Quelle parole l'avevano bersagliata come frecce, trapassandola da una parte all'altra. Ma stavolta non stava morendo dissanguata. No... Adesso stava andando in estasi. «Mattia...»

«Sono stato stupido a mandarti via, dopo averti mostrato la vera parte di me. Mi hai fatto uscire dal guscio e io ti ho ringraziato con il rifiuto più totale», continuò lui, scuotendo la testa. «Non immagini nemmeno quanto me ne sia pentito. Ogni volta che trattenere un singhiozzo in mezzo agli altri, una parte di me soffocava. Una parte che tu avevi reso viva.»

La ragazza continuò ad ascoltare quel flusso di coscienza in silenzio, assorta. Non sapeva se fosse evidente anche dall'esterno, ma in quel momento stava letteralmente pendendo dalle sue labbra.

«Perdonami», mormorò Mattia, stringendo la presa. «Ho pensato di farti del bene, tenendoti lontana da me. Ma solo oggi ho capito quanto male ti ho causato. E se me lo permetti, voglio rimediare a ogni mio errore.»

Nadia rimase in silenzio, con gli occhi lucidi. Voleva parlare, davvero. Ma le parole non riuscivano ad arrampicarsi per la gola, incatenate dalle emozioni.

«Per favore, di' qualcosa adesso. Non puoi restare in silenzio dopo quello che ti ho detto», la pregò lui, con lo sguardo visibilmente preoccupato.

Nadia prese un respiro profondo e iniziò a rielaborare pensieri logici. Doveva sfruttare quel momento per chiarire tutti i dubbi che aveva. «Da cosa volevi difendermi, Mattia?» chiese in un sussurro. «Hai sempre parlato di tenermi lontana dal pericolo. Di cosa hai paura? O meglio, di chi?»

Il ragazzo sorrise e le rughe sulla fronte si distesero. Le stava rivolgendo parola in modo pacato. Era buon segno. «Della persona che mi ha da sempre messo i bastoni tra le ruote.»

«Anita?»

«No, mia madre.»

Nadia corrucciò le sopracciglia. «Non me ne avevi mai parlato.»

Mattia si strinse nelle spalle e guardò fuori dal finestrino appannato. «Mia madre ha sempre preteso il meglio da me. È una calcolatrice nata, ancora più di mio padre. Entrambi pensano alla carriera in modo maniacale. Persino io sono una distrazione per loro», aggiunse con amarezza. «Quando ti ho conosciuta mia madre ha dato in escandescenza. Non tollerava l'idea che mi avvicinassi a una ragazza così diversa da me. Non le andava proprio giù e continua a rimanerle nella gola anche adesso. Lei ti odia perché teme che tu possa distogliermi dai miei obiettivi e declassarmi

Nadia assunse un'espressione contrita. Per un attimo si sentì una povera stupida. Era ovvio che non sarebbe mai piaciuta ai genitori di Mattia. Lo aveva detto anche Anita: lei non aveva niente da dargli. «Credo che i tuoi genitori abbiano ragione», gli confessò, dopo qualche attimo di silenzio. «Loro vogliono il meglio da te. Sei un ragazzo con mille potenzialità, è scontato che pretendano tanto. Io sarei solo una palla al piede per il tuo futuro.»

Mattia le afferrò il volto con le mani, facendo attenzione a non farle male sulla guancia indolenzita. «Non dire mai più una cosa del genere, Nadia. Mai più», le ordinò, con il tono di voce secco. «Tu sei molto di più di me, dei miei genitori e di tutti quanti messi insieme. Hai delle qualità rare... La tua sincerità e spontaneità sono le più grandi monete di ricambio che possa darmi. Dei soldi non me ne faccio niente. Cazzo, se mi importassero davvero, starei con Anita adesso.»

«Infatti è quello che vorrebbe tua madre.»

«Ma non io», replicò, alzando la voce. Le accarezzò la fronte, per calmarsi e farla calmare. «Senza soldi sono un ragazzo qualunque, ma senza di te non sono nessuno», ammise, inchiodandola con lo sguardo. «Ho bisogno di te accanto perché da quando ti ho conosciuta, ho realizzato che sei tutto quello che ho sempre cercato.»

Nadia inclinò il volto e si lasciò cullare dai movimenti circolari del suo pollice. Accennò un sorriso. Era così bello, anche con quell'aria disperata. Si stava impegnando sul serio stavolta. Finalmente Mattia aveva trovato il coraggio di mettersi in gioco. «E cosa pensi di fare per conciliare entrambe le cose? Non credo che i tuoi genitori cambieranno idea su di me», sospirò, dubbiosa.

Lui si schiarì la voce. «In realtà a qualcosa ho pensato. È un'idea assurda, lo so. Ma è solo provvisoria... Giusto per vedere come vanno le cose.»

«Dai, sentiamo», lo spronò lei, vagamente preoccupata.

«Forse è meglio se teniamo nell'ombra la nostra relazione. Solo per i primi periodi, è chiaro», aggiunse. «Prendiamoci il tempo necessario per far calmare le acque intorno a noi.»

«Vuoi una storia segreta?» Lei sollevò un sopracciglio, poco convinta. «Non lo so, Mattia. Non mi piacciono queste messe in scena. E se poi scoprissi che mi stai prendendo in giro e che in realtà ti vergogni di mostrarti con me in pubblico?» disse, mentre quell'assurdo pensiero le volteggiava nel cervello, a mo' di monito.

«Ho promesso di non mentirti più e non lo farò», le ripeté, accarezzandole il polso. «Voglio solo tenerti al sicuro dei miei genitori.»

«E se non andasse bene?»

Lui l'avvicinò a sé, annullando le distanze. «Faremo in modo che vada per il verso giusto», le mormorò all'orecchio.

La ragazza trattenne il respiro, in bilico su un brivido. Si sentiva appesa a un burrone e non aveva mai desiderato così tanto soffrire di vertigini. Strinse la presa attorno al suo collo e si lasciò coccolare, godendo del primo, vero attimo di tranquillità. Durante quel periodo era cambiata molto. Non era più la ragazza chiusa in se stessa e insicura, ma si era evoluta in una Nadia più coraggiosa e intraprendente. E per la prima volta, decise di prendere le redini della situazione e si avvicinò alla bocca di Mattia, poggiandoci su le sue labbra.

Mattia sbatté le palpebre stupito, prima di lasciarsi vincere dalle emozioni. Chiuse gli occhi e intrecciò le braccia alla base della sua nuca per avvicinarla di più a sé. «Non sai quanto ho desiderato questo bacio...» le mormorò, con la bocca a pochi millimetri dalla sua. Ed era vero. Lo aveva desiderato più di ogni altra cosa al mondo.

Nadia sospirò e si lasciò andare. Quel ragazzo riusciva a disinnescarle ogni tipo di freno inibitore. Schiuse le labbra e lasciò che il bacio divenne più intenso.

Mattia si allontanò da lei senza fiato, senza smettere di accarezzarle il volto. Nadia sorrise e gli prese la mano, tracciandone i contorni con le dita, prima di farle incastrare con le sue. «Adesso non mi dirai di andarmene, vero?», gli chiese, scherzando. Nel profondo però, una piccola parte di sé temeva che potesse accadere.

Mattia scosse la testa e baciò il palmo della sua mano. «No. Stavolta non lo farò.»

Tutto quello che ho sempre cercatoWhere stories live. Discover now