1. Three Months

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Tre mesi.

Sono passati tre mesi e secondo i medici lui doveva svegliarsi entro un mese ed una settimana.I giorni passavano e lui non aveva intenzione di svegliarsi. Avevo perso le speranze...   

Tre mesi che sono andata a trovarlo tutti i giorni in ospedale, parlando e piangendo davanti una persona immobile, sdraiata su un lettino.

Tre mesi che mi manca.

Il giorno dopo dell'accaduto abbiamo dovuto dire a sua mamma tutto. È corsa subito in ospedale, piangendo sul letto del figlio. All'inizio fece ricadere tutta la colpa su di me. Cominciò ad urlarmi contro dicendo che se non fosse stato per me nulla di tutto questo sarebbe successo. Non mi rivolse la parola per giorni nonostante stessimo insieme quasi tutti i pomeriggi per stare vicino a Shawn.  A causa del lavoro poteva venire solo il pomeriggio ma io andavo a tutti gli orari di visita possibili.

Ho sperato fino alla fine che si svegliasse ma non ci sono stati miglioramenti. Ora eccoci qui, dopo aver oltrepassato il limite: sembra non ci sia più niente da fare.

Porto sempre con me quel suo diario e glielo leggo, ma sembra sempre di parlare con un morto. È immobile, occhi chiusi, sdraiato su un lettino dell'ospedale, cosa penseresti?

Ma io non mi arrendo.

No, non lo farò.

Si risveglierà.

Sono sicura.

Deve farlo.

Ma Shawn non è il mio unico problema. Mamma non torna a casa da quando Shawn è andato in coma. Io e Matt viviamo da soli, anche se la maggior parte delle volte viene Nash a farci compagnia.

Louis si è dovuto trasferire in Italia e Cassie l'ha seguito.

Anche se mi sento con loro via Skype, in poche parole è come se fossi sola.

***

Matthew passò a prendermi in ospedale e stavamo tornando a casa. Era inizio settembre  e pioveva. La mia testa era poggiata sul finestrino e guardavo le goccie scendere pian piano su di esso.

-Faccio la pasta stasera okay?- mi guardò per poi riconcentrarsi sulla strada. -Okay.- sospirai. -Mi manca mamma.- aggiunsi. -Anche a me.- tirò su col naso - la polizia la troverá- prese un respiro -per forza la devono trovare.- strinse molto forte il volante. -Lei ce la farà. È una donna in gamba.- afferrai la collana che mi aveva regalato l'ultimo giorno che l'avevo vista. -Troveremo quel bastardo del Sg.r Dallas.-rispose.

Arrivammo a casa. Scesi dall'auto correndo davanti la porta a causa della pioggia. Aspettai Matt che mise le chiavi nella fessura ma si bloccò e mi guardò spaventato. -Cosa c'è?- lo guardai non capendo.

-Avevo chiuso la porta prima, ma ora è aperta.- rimise le chiavi in tasca e aprì cautamente la porta. - Sono sicuro di aver dato due mandate. Vado prima io.- Mi fece gesto di fare silenzio ed entrammo. Era accesa la cucina. A passi lenti e silenziosi ci avviammo all'uscio della porta.

Tremavo dalla paura e avevo il fiato sospeso, così anche mio fratello. Avevo sul telefono già il numero della polizia pronto. Sbirciammo per vedere chi fosse e vedendo l'uomo di fronte a me, feci cascare la borsa per terra e spalancai la bocca.

L'uomo, dopo il rumore della mia borsa, si girò dopo aver posato un bicchiere vuoto e ci sorrise.

-Papà.- dicemmo all'unisono io e Matt.

-Ciao tesori.- Matt strinse i pugni. -Non chiamarci tesoro dopo tutto quello che hai fatto.- posai la mano sul suo petto per calmarlo. -Cosa vuoi e perchè sei qui.- lo guardai con disprezzo. -Ho saputo che vostra madre Christine è scomparsa, quindi sono venuto per prendermi cura di voi.- sorrise versando vodka nel bicchiere.

Mission Recovery || s.m. Sequel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora