Capitolo 1 School.

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Harry odia la scuola, oh eccome se la odia! Fosse per lui non ci andrebbe mai ma quegli occhi blu lo costringono ad alzarsi ogni mattina e lo costringono ad andare avanti ogni giorno. Come sempre la madre lo chiama dato che stava facendo tardi così Harry si alza e prende dell'intimo bianco pulito per poi dirigersi in bagno a lavarsi, si chiude dentro quella stanza piccolissima che racchiude due cose: lui e la lametta.

Harry apre l'acqua calda della doccia e mentre aspetta che questa si riscaldi, prende la lametta dal suo nascondiglio. Appena si alza la manica del pigiama nota la benda di ieri così la toglie: alcuni tagli non si sono richiusi completamente per quanto erano profondi, ma Harry non si scoraggia, prende la lametta e incide la sua pelle ancora e ancora fino a quando non si sente troppo debole a causa della perdita eccessiva di sangue, ripone la lametta e mette il braccio sotto l'acqua gelata del lavandino: il liquido trasparente assume un colore rosso chiaro, Harry passerebbe giornate intere a vedere quel liquido scorrere giù dal suo braccio come una fontana. Nel frattempo prende l'alcool e si disinfetta le ferite prima di spogliarsi ed entrare in doccia, l'acqua bollente brucia sui tagli freschi e ad Harry non può non scappare una smorfia di dolore; anche se deve ammettere che il dolore fisico fa meno male del dolore psicologico. Finisce di lavarsi ed esce dalla doccia per poi mettersi l'intimo pulito, fascia le ferite e si rimette la maglia del pigiama prima di correre in camera sua; una volta entrato chiude la porta a chiave e si veste con uno skinny jeans nero strappato al ginocchio, una camicia bianca, delle Dr. Martens nere alte e poi il suo polsino. Un semplice polsino nero con cucita sopra la frase "Life goes on" e lui non poté non pensare 'Senza di me.'
Quando scese sotto fu alquanto sorpreso di trovare ancora sua madre in cucina, di solito lei esce prima...

-Mamma, cosa ci fai ancora qui?
-È presto, questa mattina ti sei alzato subito stranamente. Vuoi qualcosa da mangiare?
-No grazie, vado a scuola...

Erano un po' di mesi che Harry non mangiava, ma la cosa non sembrava dispiacergli più di tanto. Si mise il parka nero e prese il suo zaino prima di uscire di casa senza salutare la madre, si iniziò ad avviare a scuola molto lentamente ed era completamente assorto nei suoi pensieri.
O almeno, lo era fino a quando non si scontrò con quella perfezione umana di nome Louis William Tomlinson.

-Attento a dove vai! Tagliati i capelli se non ci vedi!
-S...scusa...
-Bah! Ma io non lo so!

E anche questa volta Harry si fece scappare l'opportunità di presentarsi a quel ragazzo acido e presuntuoso, si girò per vederlo un'ultima volta e notò che Louis era seduto sotto un albero a rollare una canna. Era così bello che sembrava innaturale come essere umano, forse veniva da un altro pianeta.





Louis voleva tanto presentarsi ad Harry ma non ne ebbe il coraggio, la sua parte acida prese il sopravvento come sempre.
Guardò il ragazzo riccio mentre entrava a scuola e non poté fare a meno di notare i suoi bellissimi ricci, e poi, era così perfetto! Come poteva esserlo sempre? Louis indossava solo pantaloni a quadri rossi con sopra una maglia nera e un gilet di jeans borchiato, insomma, lo stile di un barbone! Decise di accendersi la canna e aspirò talmente tanto che avrebbe potuto risucchiare anche tutto il prato intorno a lui, cacciò un fumo denso che prese varie forme nell'aria. La canna sfortunatamente, finì presto così Louis si ritrovò costretto ad entrare in quella scuola maledetta che tutti odiavano ma alla fine i ricordi più belli sono legati ad essa. Camminava a testa bassa trascinando i piedi come sempre, lo zaino era quasi vuoto mentre la testa era piena di pensieri, guardava la breccia che calciava e che produceva il classico rumore, mentre era assorto nei suoi pensieri il solito gruppo di bulletti lo prese di peso e lo portò dietro al campetto scolastico.

-Ma ciao...femminuccia!

Un pugno.

-Perché non ti metti tacchi a spillo e minigonna?

Un altro pugno.

-Scommetto che sei una puttanella!

Un calcio allo stomaco lo fece cadere a terra e assumere una posizione fetale.

-Ti piace succhiare cazzi vero?

Un altro calcio, più forte del primo, colpì la sua debole schiena.
Louis piangeva in silenzio mentre quelle parole trafigevvano il suo povero cuore. Sempre se aveva un cuore.


Harry stava guardando la scena di Louis e avrebbe voluto tanto poter fare qualcosa ma non ne ebbe il coraggio, rimase semplicemente fermo lì dov'era a fumare la sua sigaretta mentre Louis veniva picchiato e insultato, molte volte Harry si chiedeva se avesse del coraggio, anche solo un minimo, quel poco che basta per sopravvivere in questo mondo oscuro e invidioso. Harry odiava tanto questo pianeta, tutti gli esseri umani sono bravi solo a giudicare e insultare, nessuno si chiede mai se gli altri hanno dei sentimenti.




Louis vide il ragazzo riccioluto mentre quest'ultimo lo fissava e si chiedeva, perché non interveniva? Cosa lo fermava? Avrebbe tanto voluto sapere cosa c'era dentro quel ragazzo con due smeraldi al posto degli occhi e dei ricci perfetti al posto di una capigliatura scompigliata come la sua, Louis rimase a fissare Harry che fumava tranquillamente mentre si godeva lo spettacolo dei bulli che lo pestavano fino a farlo svenire, già, Louis stava svenendo. I suoi occhi blu ghiaccio si stavano chiudendo piano piano mentre il suo esile corpo si indeboliva sempre di più e quando i teppisti lo videro in questo modo, se ne andarono via lasciandolo solo e al freddo. Era in momenti come questi che Louis capiva il valore dell'amicizia, e prima di chiudere completamente gli occhi, vide Harry avvicinarsi in fretta.

Drugs. ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora