Capitolo 49

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Salve! Finalmente ho aggiornato!!!

Allora, due brevi precisazioni:
in primis, questo capitolo è praticamente tutto scritto in corsivo, non per errore, ma perchè vengono presi in considerazione dei flashback...
Seconda cosa, grazie per i voti e i commenti, vi prego fatemi sapere sempre cosa ne pensate! Mi farebbe molto felice (anche se mi dite che è una merda, davvero)!

Grazie e buona lettura :)

Sofia❤

Canzoni (capitolo 49):
Ed Sheeran - Even My Dad Does Sometimes
Cousin Marnie - Cain

Sto seduta sul divano in silenzio, prendendo fiato e cercando lucidità nel raccontare questa storia.

Le gambe accavallate, una che va ripetutamente su e giù sopra l'altra, le unghie riprendono ad essere rosicchiate nervosamente.
L'orologio ticchetta fastidiosamente, i miei occhi fissi su un punto indefinito del pavimento in legno, forse ormai vecchio, forse stanco di essere calpestato senza alcun riguardo, scheggiato, forse più segnato di molte vite messe insieme.

"Allora?"

Sento un ronzio alle orecchie, un suono ovattato lontano, che però so benissimo non essere tale.

Tento di tenerlo lontano.

"Va tutto bene?"

Mi sento scuotere appena.

Non pensavo facesse ancora male, tutto questo.

Pensavo potessi averne abbastanza, ad un certo punto, dopo tutto ciò che è successo, almeno per un po'.

"Allora io e Mike abbiamo tentato di recuperare il nostro rapporto, di rimettere insieme i pezzi" sento la mia voce affievolirsi parola dopo parola.

Mi schiarisco la voce "Ma spesso quando arriva qualcosa, un'altra ti viene portata via. Non puoi mai avere troppo, forse ti viene concesso invece troppo poco. È quasi come uno scambio equo, del quale però nessuno è stato informato, sul quale non hai realmente un potere concreto. Non ti resta che guardare tutto come se fossi una pedina di un gioco, essere spostata da una parte all'altra senza talvolta un criterio concreto, e ogni volta che vinci qualcosa, ne perdi un'altra"

Prendo un respiro profondo.

"Un circolo vizioso"

Rachel è stata ricoverata in ospedale subito dopo che Dylan la trovò nel suo bagno.

Distesa, accasciata sul muro, macchiato anch'esso dalla pozza di sangue che si faceva spazio sul pavimento candido.

E Rachel priva di sensi.

Nessuno ha saputo spiegarsi come, o perchè, tantomeno chi.

"Non lo so Mal, non ne ho idea" mormora Dylan sconfortato passandosi una mano tra i capelli, frustrato.

"Non è mai uscita in quei giorni, non si vedeva con nessuno immagino. Vuoi dire che si è ridotta da sola in quello stato?"

"Io, io non lo so" abbassa lo sguardo sospirando.

Avvolgo lentamente un braccio attorno alle sue spalle, nel tentativo di confortarlo, per quanto possa essere utile.

La sua mano raggiunge la mia posata sulla sua spalla stringendomela dolcemente, mentre il suo viso si volta verso di me lasciando spazio ad un mezzo sorriso, velato di una tristezza insopprimibile.

Odio questi momenti.

Odio vedere le persone soffrire sapendo di non poter fare nulla per aiutarle davvero.

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